Antonio Maria Rinaldi scrive a Beppe Grillo: “Caro Beppe mi sei sempre simpatico, ma te l’avevo detto che non c’eravamo con i 7 punti per le europee“
Caro Beppe avendo girato lo stivale per lungo e per largo nei Meetup come credo nessun’altro, mantenendo tuttavia stretta la mia indipendenza, ho acquisito sul campo i titoli per poterti scrivere una lettera aperta dopo i risultati delle ultime elezioni al solo fine di fare qualche serena e pacata riflessione costruttiva, nella consapevolezza che ne prenderai questa volta atto.
Ricorderai infatti che, all’indomani della pubblicazione a gennaio scorso dei 7 punti per le europee come “manifesto” programmatico, sentii l’esigenza di replicarti per esprimerti chiaramente che erano un trionfo di ambiguità. Tutto e il contrario di tutto: non era possibile ripudiare (giustamente) il Fiscal Compact ed il relativo pareggio di bilancio in esso contemplato, per poi auspicarsi l’adozione di eurobond, espressione massima e irreversibile verso il suo più rigido rispetto! Ma chi ti ha consigliato l’inserimento di questo tipo di bond condivisi, ha valutato preventivamente a cosa saremo inevitabilmente andati incontro?
Lo stesso ha mai sentito cosa si sta preparando in silenzio in Europa sotto il criptato micidiale acronimo di ERF (European Redemption Fund)? E poi, perdonami, la storia del referendum consultivo: va benissimo sentire i cittadini, ma non con questo strumento, poiché per rimuovere gli impedimenti tecnici (art.75 Costituzione) il tempo necessario giocherebbe a favore della speculazione finanziaria internazionale che annullerebbe i sicuri vantaggi da un esito positivo di uscita. Molto meglio proporne uno interno per conoscere l’orientamento degli iscritti e prendere di conseguenza la linea da seguire.
Tutto questo te lo faccio presente perché sento il dovere, da semplicissimo cittadino italiano a cui ancora sta fortemente a cuore il destino del Paese per garantire un futuro ai propri figli in una Nazione ancora libera e non come un protettorato straniero, di prendere atto che la stragrande maggioranza della tua base è solidale con quanto ti ho espresso e che avrebbe gradito posizioni più nette e chiare e non quelle indicate dal vertice orientate nel dare il solito colpo al cerchio e una alla botte. Insomma avresti dovuto pendere una decisione precisa “senza se e senza ma” nei confronti dell’Europa e della nostra partecipazione alla moneta unica. E bada bene che questo ti viene fatto presente da un europeista convinto, ma che non si riconosce nell’attuale deriva in cui ci ha portato in modo subdolo e ingannevole il governo dell’Europa con la complicità più o meno inconsapevole della nostra classe politica dirigente.
La necessità di riportare il cittadino realmente al centro dell’attenzione e non più gli interessi smaccatamente di parte di cui l’euro è il mezzo tecnico ideale per realizzarli. Ormai la moneta unica è divenuta l’unico l’elemento di destabilizzazione che sta minando quei principi in cui fortemente credevano i Padri Fondatori e a cui vogliamo ritornare per il bene comune. Rivedere profondamente lo stesso concetto di democrazia divenuta ormai, per come è esercitata in Italia, la più subdola delle dittature, avendo interrotto l’irrinunciabile collegamento fra cittadini e istituzioni. Sono principi inalienabili e non negoziabili in cui ancora ci riconosciamo fortemente.
La maggioranza relativa degli elettori hanno invece premiato chi ha condotto una linea di asservimento verso i dettami europei, impauriti forse dall’incognita di chi non ha saputo proporre un’alternativa opposta lineare e credibile. Esattamente il contrario di quello che è avvenuto nella stragrande maggioranza degli altri paesi chiamati ad esprimersi sulla bontà delle attuali scelte europee. Ma ancora nulla è perduto e hai tempo per riflettere e per ritornare all’attacco perché riconosco, nel MoVimento che hai creato dal nulla, la capacità di dare quella sferzata che da troppo tempo manca sulla scena politica nazionale e di cui il Paese ha disperatamente bisogno. Però affinché questo possa avvenire rivolgiti d’ora in poi, senza timori, alle migliori risorse disponibili che fortunatamente ancora esistono in Italia, non affidandoti più ai soli requisiti di “persona pulita e onesta” perché le considero per scontate non essendo da sole sufficienti per tirarci fuori da questo tragico pantano. È una forte responsabilità che hai anche in previsione delle prossime consultazioni politiche nazionali che non tarderanno a venire per chi ha interesse nel certificare anche in casa i risultati delle europee.
Sono certo che dagli errori, se così possiamo definirli, se ne traggono sempre ottimi insegnamenti e che già da oggi ti stai sicuramente organizzando per il domani. Rimani al tuo posto, ma fai tesoro anche dei miei modesti consigli affinché il nostro rimanga ancora il più Bel Paese del mondo! Buon lavoro!
Fonte: ImolaOggi