Intervistiamo Claudio Borghi, candidato indipendente nelle file della Lega Nord – Basta Euro nelle circoscrizioni Nord Ovest e Centro per le elezioni del Parlamento Europeo
Claudio Borghi è Professore incaricato presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano – dove insegna Economia degli Intermediari Finanziari, Economia delle Aziende di Credito ed Economia e Mercato dell’Arte. Ha ricoperto incarichi dirigenziali in diverse istituzioni finanziarie e bancarie di rilevanza internazionale. Negli ultimi anni si è distinto, anche a livello mediatico – sia come editorialista de Il Giornale, sia per gli interventi televisivi e sulla Rete – per l’impegno contro l’Euro; è tra i firmatari del Manifesto di solidarietà europea che chiede “una segmentazione controllata dell’Eurozona attraverso l’uscita concordata dei Paesi più competitivi”.
La Lega Nord, dopo aver votato a favore del Trattato di Maastricht, del Trattato di Lisbona, del pareggio di bilancio in Costituzione – ma, va detto, non del Fiscal Compact – oggi pone la battaglia contro l’Euro come prioritaria. Si tratta di una scelta opportunistica per recuperare voti dopo il deflusso causato dagli scandali che l’hanno travolta oppure di una sincera conversione?
C’è una storia dietro ognuno di quei voti (ad esempio Lisbona fu votato con riserva e promessa – tradita – di referendum mentre, per quanto riguarda il pareggio di bilancio, la Lega non espresse parere favorevole nella votazione finale al Senato), ma oggi non posso rimproverare agli altri quello che avrei fatto anch’io. Prima di “svegliarmi”, infatti, pensavo che l’Euro non fosse un problema e che l’Europa fosse rose e fiori. Anzi, la Lega è sempre stata più critica di quanto fossi io all’epoca. Perdono tutti coloro che anni fa non avevano compreso; non è stato facile capire il guaio, ma ci sono arrivato da solo. Però, dopo che (con altri, Bagnai in testa) abbiamo cominciato a spiegare cosa stava succedendo, sono diventato molto intransigente con quelli che continuano a non voler vedere. Quindi sì, si tratta di una sincera conversione. Salvini mi ha cercato nel luglio dell’anno scorso, quando non era ancora Segretario Federale. Ho spiegato a lui, come ho spiegato ad altri, però Salvini ha tratto delle conclusioni che altri invece hanno pensato di non trarre.
Per quale motivo la Lega Nord è decisamente contraria alla moneta unica europea, mentre risulta più cauta sull’Unione Europea, nei confronti della quale non esprime un giudizio di contrarietà assoluta. Tuttavia entrambe sono fondate sulle medesime fondamenta liberoscambiste che minano la sovranità economica e politica delle nazioni. Come si spiega questo diverso atteggiamento della Lega Nord? Forse pensa che l’UE sia riformabile, mentre l’Euro no?
L’idea è che un luogo di coordinamento fra le nazioni europee ci debba essere, ma che senza l’euro esso diventerebbe molto più proficuo di quanto non sia oggi perché verrebbe meno lo strumento di coercizione, lasciando spazio alle cooperazioni volontarie.
Provocatoriamente, potremmo dire che la Lega Nord in realtà è un partito meridionalista, perché lotta per il Sud dell’Europa, ma a parole continua a dichiarare “prima il Nord”. Come spiega questa contraddizione? Non teme che nel caso l’Italia riuscisse a recuperare la propria sovranità monetaria, la Padania diventerebbe la Germania d’Italia e che le stesse armi oggi utilizzate dalla “periferia” contro il “centro” potrebbero essere utilizzate contro la Padania stessa?
Il Nord, al contrario della Germania, ha sempre fatto la sua parte versando al Sud imponenti trasferimenti. In ogni comizio, d’altra parte, spiego ai presenti come la moneta italiana fosse assai conveniente per l’industria settentrionale e come molti dei trasferimenti rientrassero poi sotto forma di consumi. Il pubblico della Lega capisce e sta imparando a vedere le cose sotto un’altra ottica.
Professor Borghi, Lei è candidato nelle file della Lega Nord come indipendente per il notevole contributo teorico e divulgativo contro l’Euro. Detto ciò, condivide in toto le posizioni leghiste su altri temi, quali ad esempio l’immigrazione e la reintroduzione del “reato di clandestinità”, oppure pensa che avrà piena libertà di coscienza nel caso non fosse pienamente sulla stessa lunghezza d’onda con la lista che la ospita?
Le mie posizioni personali su questo tema non sono diverse da quelle della Lega Nord. Penso che il mix tra l’operazione Mare Nostrum e l’abolizione del – pur simbolico – reato di clandestinità sia suonato un po’ come un “accorrete, accorrete”. Spiace dirlo, ma il mancato controllo delle frontiere storicamente ha sempre prodotto disastri. Consiglio agli appassionati di storia di rileggersi cosa successe con i Goti e l’Imperatore Valente: l’attraversamento del Danubio fu concesso per “motivi umanitari”, ma fu l’inizio di un’infinita serie di stragi e guerre che portò alla caduta di Roma.
L’Unione Europea ha da un lato lo storico partner nordamericano – anche l’Italia è costellata da un centinaio di basi militari USA e NATO – e dall’altro la Russia. Alcuni articoli su La Padania hanno criticato il Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) ora in discussione, ma il programma elettorale della Lega Nord non ne parla. Cosa ne pensa in merito?
Temo si tratti di una dimenticanza, anche mia. Siamo sicuramente contrari al TTIP. In una posizione di debolezza quale quella in cui ci troviamo, spalancare ancora di più le frontiere e azzerare le regole è un suicidio. Ne riparliamo quando avremo lo scudo di una moneta nostra.
Matteo Salvini, così come l’alleata francese Marine Le Pen, sembra avere simpatie per la Russia di Putin. Infatti, lo scorso dicembre ha dichiarato: “La Russia è una terra che in Italia è ancora poco conosciuta, ma che secondo me è il futuro. Credo infatti che il futuro non passerà da ovest ma bensì da est”. Tuttavia, nel programma non si parla di uscita dalla NATO; secondo lei l’Italia avrebbe bisogno di un cambio di strategia geopolitica? In questo contesto che sta passando dall’unipolarismo al multipolarismo, dobbiamo continuare a guardare in un’ottica atlantista o volgerci maggiormente all’Unione Eurasiatica e ai paesi BRICS?
L’Italia deve potersi muovere dove i suoi interessi sono meglio tutelati. Abbiamo visto recentemente che i nostri alleati ci “giocano contro”, si veda la guerra in Libia. Ciò avviene quando tutti danno per scontata la nostra ignavia. Se tutti – Usa compresi – entrassero nell’ordine di idee che l’Italia potrebbe anche non avere il consueto comportamento servile, penso che ne avremmo solo vantaggi.
Anche alla luce delle dichiarazioni di Van Rompuy, il quale ha ammesso che il Parlamento Europeo conta ben poco, in quanto le vere decisioni vengono prese da altre istituzioni come il Consiglio Europeo da lui presieduto e dai mercati finanziari, perché recarsi alle urne alle elezioni europee del 25 maggio e votare Lega Nord – Basta Euro?
Per due motivi: il primo se si pensa che personalmente potrei essere una persona utile all’Italia in quella sede, indipendentemente dalle tempistiche di uscita dall’Euro. Di incompetenti mandati a Bruxelles ne abbiamo avuti un buon numero. Come ho detto, io non supplico di essere votato, ma semplicemente offro la mia professionalità al mio Paese, per vostro tramite. Ho passato la vita lavorativa presso banche internazionali, so come ragionano e credo sia più difficile far fesso me che – con tutto il rispetto – la Zanicchi o qualche ragazzo del M5S di cui non si sa nulla. Il secondo motivo è perché, se l’alleanza internazionale di cui fa parte la Lega Nord – ma soprattutto il Front National – dovesse registrare un clamoroso successo, non escludo che la Germania, constatato l’ambiente ostile, decida di uscire lei per prima smantellando l’Euro nella maniera più facile. In ogni caso, però, anche se doveste decidere di votare un altro partito, mi raccomando usate le preferenze: sono uno strumento di democrazia importante.