Marijuana in Giamaica, non più carcere né fedine penali macchiate per chi detiene cannabis per uso personale. Diventerà un illecito amministrativo sanzionabile con una multa.
Il 2 giugno il Governo della Giamaica, dopo decenni di dibattito presso l’opinione pubblica, ha varato la depenalizzazione del possesso di piccole quantità di marijuana. L’annuncio è stato dato giovedì 12 giugno con una conferenza stampa del Ministro della Giustizia Mark Golding.
La modifica al Dangerous Drug Act – che però necessita ancora dell’approvazione in Parlamento – implicherà che detenere una limitata quantità di marijuana (non più di 2 once, cioè 57 grammi) per uso personale non sarà più considerato un crimine penale, ma un illecito sanzionabile amministrativamente con una semplice multa. Potrà andare incontro ad un reato minore solo chi non avrà pagato l’ammenda entro trenta giorni.
Il governo di Kingston vuole inoltre andare incontro ai numerosi fedeli del rastafarianesimo – che considerano la marijuana come una pianta sacra da utilizzare, nonostante i divieti, per riti di avvicinamento al divino – in quanto la depenalizzazione riguarderà anche il possesso per scopi religiosi, scientifici e terapeutici, sotto prescrizione medica.
Tuttavia, osserva il Ministro Golding, le modifiche “non intendono promuovere o approvare l’uso della marijuana per scopi ricreativi” ma “lo scopo è quello di mostrare un approccio più illuminato” per affrontare la questione – alleggerendo il ‘sistema giustizia’ nel suo complesso, ormai sovraccarico – e di evitare che un illecito di questo tipo possa precludere prospettive lavorative, di viaggio o di vita. In questo modo, infatti, non macchierà più i certificati penali. Inoltre si dovrebbe procedere alla pulizia delle fedine che contengono questo reato. È una “questione seria che riguarda i diritti umani”, asserisce Golding, in un’isola in cui ogni settimana 300 giovani vanno incontro a sanzioni penali per possesso di piccole quantità di stupefacente.
Pur riconoscendo i rischi per la salute connessi al fumo di marijuana, il Golding ha ammesso che “l’imposizione di forti conseguenze penali non si è rivelato un deterrente efficace” e la consuetudine di ‘farsi le canne’ è “ancora maggioritaria nella nostra società (anche presso gli adolescenti). In effetti, il divieto accresce la mistica di un’attività proibita, incoraggiando così l’uso giovanile”.
Parallelamente, il Governo della Giamaica implementerà una campagna di sensibilizzazione contro la marijuana, specialmente da parte delle fasce più vulnerabili e dei minori.
Infine, osserva Golding, finché la proposta non avrà ricevuto l’approvazione ufficiale del Parlamento, “i nostri cittadini sono obbligati a sottostare alla legge vigente”. Anche se il Governo, guidato dalla progressista Portia Simpson-Miller, può contare sulla solida maggioranza dei due terzi dei deputati e di alcuni parlamentari dell’opposizione che sostengono un alleggerimento della legislazione in materia.
Recentemente, nel continente americano, era stato l’Uruguay di Pepe Mujica ad aver legalizzato e regolamentato la marijuana per scopi ricreativi, legale anche negli stati del Colorado e di Washington. In Italia invece la questione è più complessa, ma in seguito della sentenza di incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi, il Governo Renzi ad aprile ha aggiornato e ridefinito le ‘tabelle delle sostanze’, reintroducendo la differenza tra droghe leggere e droghe pesanti (nelle quali però rientra anche la ‘cannabis sintetica’), abolendo la rilevanza penale del reato di detenzione/acquisto per uso personale e riducendo le sanzioni amministrative. Venuto meno il limite della “modica quantità”, è ora il giudice a determinare l’eventuale superamento delle soglie stabilite dal Ministero della Salute.
FONTI:
Jamaica Observer