“I problemi di oggi non hanno cause distanti da quelli del passato” afferma il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ricordando stamani l’economista Ezio Tarantelli alla Facoltà di Economia e Commercio dell’Università La Sapienza di Roma. Il Governatore ricorda gli anni Ottanta e i lavori dell’economista Tarantelli, ucciso dalle Brigate Rosse il 27 marzo di trent’anni fa, quando nel nostro Paese l’inflazione era un problema gravissimo.
Nel suo intervento, Visco ha spiegato i fattori che portarono al picco di inflazione nell’Italia degli anni Ottanta: la bassa concorrenza, l’illegalita’ e la corruzione, i servizi scarsi, il terziario protetto e la bassa produttivita’. Situazione molto analoga a quella di oggi, con la differenza che in quegli anni l’alta inflazione in Italia “ci teneva a distanza dai partner”. Oggi quegli stessi problemi, spiega Visco, “invece di vederli in un’alta inflazione li vediamo in un tasso di crescita regolarmente molto basso”. Il rischio in Italia oggi, spiega Visco, non è più l’inflazione, ma la deflazione.
Per combattere il caro prezzi, Tarantelli, nel ruolo di consulente CISL nell’accordo tra governo e sindacati, pensò di agire sul taglio di scatti della scala mobile – il sistema di indicizzazione della crescita dei salari -, ed «ebbe la grande idea di guardare avanti all’inflazione programmata», cosa che convinse anche la Banca d’ Italia e che portò poi «a quella che si chiamò concertazione».
Tarantelli “aveva un’importante visione sul bisogno di trasferire conoscenza per tutelare l’interesse dei più deboli“, ha ricordato Visco. “Lui era un economista del lavoro, non un giuslavorista”, ha aggiunto, ma soprattutto “era un economista che è stato sempre attento a non farsi condizionare”.