Nanni Moretti, regista ed intellettuale organico dell’Italia contemporanea, è stato il protagonista dell’incontro del 27 aprile presso “la Feltrinelli” de la “Galleria Alberto Sordi” a Roma.
Ore 18.30, l’aria è rarefatta, non c’è spazio, i fan sono seduti a terra, i giornalisti accalcati intorno al tavolo adornato per la presentazione del libro “Viaggio a Roma con Nanni Moretti” di Paolo di Paolo e Giorgio Biferali, edito da Lozzi Publishing. Molti sono in piedi ad attendere la guest star, qualcuno si lamenta perché gli anziani non hanno sedie, qualcun altro invece trova centimetri di spazio fra una piastrella e l’altra del pavimento. Ma l’arrivo del cineasta porta con sé ossigeno. Il carìsma di Moretti placa gli animi.
«Generalmente faccio fatica a spiegare il perché dei mie film, di certe scelte, per questo preferisco ascoltare e parlo poco», afferma il produttore romano. Il regista, difatti. ha affidato a due penne la creazione di un collage fra le sue pellicole, lasciando la parola ai due giovani autori.
Paolo di Paolo, nato nell’ ’83 e finalista del “Premio Strega” 2013, e Giorgio Biferali, classe ’88, si dimostrano due promesse della letteratura italiana. Il loro lavoro è «nato chiacchierando, senza immaginare che Nanni si sarebbe sentito almeno in parte coinvolto nella sua stesura [ndr.]. Abbiamo ripercorso le strade e i luoghi set delle sue pellicole per evidenziarne i punti in comune», precisa Di Paolo.
L’idea nasce e si sviluppa intorno al nucleo tematico di “Caro Diario”. Di Paolo infatti conferma: «senza questo film, il libro sarebbe stato impensabile. E’ una pellicola fatto di visioni che si sovrappongo, con una forma scenica già “da racconto”, “per tessere proposte allo spettatore”. Gli altri luoghi di Roma andavano scoperti, stanati.» Lo scrittore chiarisce che quella del libro «è una Roma rivisitata in tutte e quattro le stagioni e conclusasi davanti l’ Ospedale Forlanini, in una giornata d’inverno».
Si narra di generazioni nostrane, attraverso l’occhio, la cinepresa e la scrittura dei due letterati. Emergono così – secondo i moderatori dell’evento Emiliano Morreale e Marco Damilano – «tanti luoghi-non luoghi». Come in «”Caro Diario”, si vive un viaggio per Roma finalmente non provinciale, dal “sapore internazionale”».
“Viaggio a Roma con Nanni Moretti”, dunque, delinea un frame interpretativo nella Capitale, una guida per le sue strade, l’identità dei romani da Federico Fellini a Pier Paolo Pasolini, un filo conduttore nel pensiero del padre di “Ecce Bombo”. A caratterizzare il volume è anche la struttura suddivisa in un triplice itinerario: «nella città, nelle isole e nel corpo».
Come sempre, con la sua vena auto-ironica e satirica Moretti stronca i toni critico-illustrativi con considerazioni sulla serata e sull’opera di Di Paolo e Biferali.
«Sono imbarazzato, perché siete molto più preparati di me sui miei film. Ogni tanto mi capita che mi si avvicini un ragazzo sorridendomi, mi dice una frase, io sorrido un po’ beota, lui ricambia ammiccando e ripete. Io sorrido ma non capisco. Poi scopro che è una frase di un mio lungometraggio [ndr.] che non ho colto. Ma devo dire che ho ascoltato con molto interesse i discorsi. “Caro Diario” è stato citato più volte. In realtà è nato per caso, mentre avevo in mente un altro prodotto. Ho una malattia incurabile: anche se sono in posto meraviglioso di vacanza, il 15 agosto devo essere a Roma. Così è venuto al mondo il primo corto di venti minuti su me in vespa […] con la curiosità di scoprire personalmente il luogo dove era stato ammazzato Pasolini, cos’era Spinaceto, eccetera. Poi, ho visto l’elaborato e ho scoperto che c’era un “irresponsabilità”, una “leggerezza”, che volevo portarmi dietro lungo tutto un film. E così continuai a scrivere gli altri due episodi: quello delle isole e quello dei medici. »
«Per quanto riguarda, invece, l’oggetto e l’indagine del libro di “Viaggio a Roma con Nanni Moretti” – conclude il regista – mi piace trovare un luogo vero diventi un “teatro di posa” per i miei film così come è stato con la scuola “Giacomo Leopardi” a Monte Mario e l’Ospedale “Forlanini”.»