La festa dei lavoratori che si celebra il 1° Maggio sta diventando sempre più una festa per pochi, o un funerale per molti. La festa dei lavoratori, o l’antifesta del non-lavoro. La ripresa sul mercato del lavoro non riesce proprio a spiccare il volo. La delusione è tanta. Il Jobs Act sembra non adempiere al suo grande impegno, quello di far scendere il tasso di disoccupazione, che a marzo ha toccato un allarmante 13%. Precisamente è cresciuto di 0,2 punti percentuali rispetto ai dati del mese precedente. È il livello più alto dal novembre 2014.
Bankitalia e Istat, controcorrente rispetto ai dati, prevedono un’ evoluzione favorevole del Pil, che si manifestera’ più apertamente il prossimo anno. Ma i numeri parlano chiaro al mercato del lavoro: dopo i cali registrati a dicembre e a gennaio e la lieve crescita a febbraio, il dato di marzo, calcolato dall’Istat, e’ cresciuto di altri 0,2 punti percentuali. Si tratta del livello piu’ alto di disoccupazione dal tragico 13,2% di novembre scorso. I senza lavoro aumentano su base mensile dell’1,6% (+52 mila unità).
L’aumento dei disoccupati è il dato più allarmante dopo la percentuale di marzo. Negli ultimi dodici mesi, il numero di disoccupati e’ cresciuto del 4,4% (+138 mila unità) e il tasso di disoccupazione di 0,5 punti. In un mese gli occupati sono diminuiti di 59 mila unità, tornando sul livello di aprile 2014. Rispetto a marzo 2014, l’occupazione e’ calata dello 0,3% (-70 mila unità) e il tasso di occupazione è sceso al 55,5%, calando nell’ultimo mese di 0,1 punti percentuali.
Le cattive notizie riguardanti il mercato del lavoro colpiscono soprattutto i giovani. Tra i 15-24enni, la quota di disoccupati sul totale degli attivi (occupati e disoccupati) e’ risultata pari al 43,1%, in crescita di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente. Mentre il tasso di inattività diminuisce di 0,1 punti percentuali, arrivando al 74,5%. Un quadro oltremodo inquietante.
A marzo il numero di occupati e’ diminuito rispetto a febbraio sia per la componente maschile (-0,4%) sia, in misura minore, per quella femminile (-0,1%). Il tasso di occupazione maschile, pari al 64,5%, e’ andato giù di 0,2 punti percentuali, mentre quello femminile, pari al 46,7%, e’ rimasto inalterato. In generale, tra gli uomini si osserva un calo del tasso di occupazione a fronte di una crescita del tasso di disoccupazione (+0,2 punti), mentre il tasso di inattivita’ e’ rimasto invariato. Per la componente femminile, la crescita del tasso di disoccupazione (+0,9 punti) si e’ accompagnato al calo del tasso di inattivita’ (-0,5 punti) e a una lieve contrazione del tasso di occupazione (-0,1 punti). Dunque, per le donne, la situazione lavorativa è visibilmente peggiore rispetto agli uomini.
“I numeri della disoccupazione”, commenta il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, “dicono esattamente qual e’ l’emergenza del Paese: quindi il 1° Maggio non puo’ che essere rivolto a guardare il lavoro come la necessita’ fondamentale. Dovrebbe essere l’ossessione quotidiana di chi ci governa, ma non mi pare che sia questo il grande tema”. La Camusso non ha risparmiato critiche al governo nel suo intervento al palco di Pozzallo per il 1° Maggio. Ma i dati dell’Istat permettono anche una critica al Jobs Act: “confermano ancora una volta che cancellare i diritti non crea lavoro”, e che “non basta un dectreto per creare occupazione”. tuona la Camusso.
Più cauta e’ invece la replica del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. “I dati diffusi oggi dall’Istat”, sostiene, “vanno letti in un quadro complessivo dove segnali positivi si incrociano con elementi di criticita’ tipici di una situazione economica ancora non stabilizzata”.
Intanto Bankitalia e Istat tentano di esorcizzare la situazione con buone notizie. Il Pil italiano tornera’ a crescere nel primo trimestre del 2016, nonostante gli ultimi dati meno incoraggianti sull’andamento dell’economia. Così ha dichiarato Giorgio Gobbi, capo del Servizio Stabilita’ Finanziaria della Banca d’Italia, commentando il Rapporto sulla stabilita’ finanziaria dell’istituto. E all’Istat affermano, nella nota mensile sull’andamento dell’economia, che “l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana ha evidenziato una evoluzione favorevole, risultando positivo per il quarto mese consecutivo, confermando le indicazioni a supporto di un miglioramento dell’attivita’ economica nel corso della prima meta’ dell’anno”.
Ma queste buone notizie non bastano a placare una tempesta disoccupazionale che al momento sembra non voler finire.