Mogherini all’Onu: serve risposta immediata

Pubblicato il 12 Mag 2015 - 1:55pm di Irene Masala

L’Alto rappresentante della politica estera Eu, Federica Mogherini, ha aperto la discussione sul tema immigrazione e profughi durante la riunione del Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite analizzando come la situazione del Mediterraneo sia senza precedenti storici e necessiti una risposta altrettanto eccezionale, mirata e coordinata tra tutti i 28 paesi europei. A tal proposito, la Mogherini auspica e sollecita una risoluzione dell’Onu che fornisca un contesto di legalità all’interno del quale l’Unione Europea possa iniziare una serie di operazioni, se necessario anche militari, per eliminare alla radice il problema degli scafisti e del traffico di esseri umani.

La bozza presentata davanti al Consiglio sarà votata definitivamente il 19 maggio e prevede la ripartizione dei migranti che arrivano nei Paesi rivieraschi tra tutti gli Stati dell’Unione Europea in base a: pil, popolazione, tasso di disoccupazione e numero dei richiedenti asilo accolti in passato sul territorio nazionale. Anche Romano Prodi si è espresso circa la necessità di considerare il problema immigrazione come un problema europeo e internazionale, sopratutto dopo il peggioramento della situazione il Libia, Paese nei confronti del quale ogni stato appartenente alla Nato ha la sua dose di responsabilità.

Sarebbe perciò necessario e giusto, anche secondo il ministro degli Esteri Gentiloni, condividere l’accoglienza sulla base di un sistema di quote. “L’Italia riceve i due terzi dei migranti irregolari che raggiungono l’Europa ed è al terzo posto dopo Germania e Svezia per domande d’asilo ricevute, nonostante abbia una capacità di assorbimento nel tessuto sociale ed economico molto ridotta rispetto a questi due colossi dell’economia europea”.

La bozza prevede anche un incremento dei fondi a disposizione fino a 50 milioni di euro rispetto al budget precedentemente stabilito dall’Europa. Le misure al momento sul tavolo della trattativa non trovano, però, il consenso di stati come la Gran Bretagna, in cui il movimento degli euroscettici ha acquisito nuovo vigore dopo la vittoria elettorale di David Cameron, ma anche di alcuni paesi dell’Europa dell’Est, spaventati dai possibili flussi migratori di massa.

I nodi politici sul tavolo sono numerosi e alcuni più spinosi di altri, l’importante ora è arrivare ad una soluzione diplomatica e politica prima che il Mediterraneo diventi nuovamente teatro di una catastrofe umanitaria.

Info sull'Autore

Laureata in Scienze Politiche e Giornalismo ed Editoria, da anni si occupa di geopolitica e relazioni internazionali, con particolare interesse per il Medio Oriente e il conflitto arabo-israeliano. Due grandi passioni, scrivere e viaggiare, l'hanno portata a trascorrere gli ultimi sei anni tra Roma, Valencia e Israele/Palestina. Ha inoltre frequentato il Master in Giornalismo Internazionale organizzato dall'IGS (Institute for Global Studies) e dallo Stato Maggiore della Difesa, nell'ambito del quale ha avuto modo di trascorrere due settimane come giornalista embedded nelle basi Unifil in Libano.

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