Qualche tempo fa si era parlato dell’idea dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani di applicare una nuova tassa sui viaggiatori; l’argomento è tornato di moda, visto che la nuova imposta è stata inserita tra le proposte di emendamento al decreto sugli Enti Locali.
Secondo l’Anci, la tassa sui viaggiatori servirebbe per coprire quel deficit che le nuove città metropolitane hanno ricevuto in eredità dalle Province. In pratica ai turisti/contribuenti toccherà il compito di recuperare quanto sperperato in passato dai vecchi enti locali.
Come funziona la tassa sui viaggiatori
La nuova imposta colpirà coloro che si metteranno in viaggio (in nave o aereo) a partire dal primo Ottobre. L’importo della tassa sui viaggiatori varierà tra 1 e 2 euro e dovrà essere pagato da quelli che partono con gli aerei o arrivano con le navi in una città metropolitana o in un altro comune all’interno della stessa Regione della città metropolitana, anche se fuori dal suo confine amministrativo.
Le città coinvolte e le esenzioni
Le città che saranno coinvolte dalla tassa sui viaggiatori saranno Roma, Milano, Napoli, Firenze, Torino, Venezia, Bologna, Genova, Reggio Calabria e Bari, alle quali si aggiungono Cagliari, Palermo, Catania e Messina, sui cui porti e aeroporti verranno applicate l’imposta di sbarco e l’addizionale aeroportuale.
Anche chi viaggerà dagli aeroporti presenti nelle stesse Regioni delle città metropolitane, ma che sono fuori dai loro confini (ad esempio Verona e Treviso per Venezia) dovrà pagare l’addizionale, per un importo fisso di 1 euro. Non dovranno pagare la tassa sui viaggiatori i residenti, i pendolari e i lavoratori. A queste categorie esenti le città metropolitane potranno aggiungerne altre, stabilendo un proprio regolamento.