“Chiaramente Froome, Porte, Sky sono molto forti. Troppo forti per essere puliti? Non chiedetemelo, non ho elementi“. Lance Armstrong, su Twitter, ha voluto commentare l’esito della decima tappa del Tour de France 2015, che ha visto l’attuale maglia gialla Chris Froome asfaltare le prime salite pirenaiche mettendo una seria ipoteca sulla vittoria finale e ha certificato la straordinaria compattezza del Team Sky.
L’accusa di Armstrong a Chris Froome e Richie Porte su Twitter
Richie Porte, dopo aver tirato il suo capitano fino ai 7 km dall’arrivo, si è reso protagonista di una grande rimonta chiudendo secondo e soffiando importanti secondi d’abbuono a Nairo Quintana, con ogni probabilità il principale rivale di Chris Froome da qua a Parigi. Dopo aver tirato il sasso, accusando di doping neanche troppo velatamente Chris Froome (invidia?) e la sua squadra, in risposta ad un appassionato ha in seguito precisato: “non sto accusando nessuno, anzi di fatto sto facendo il contrario. Non sono interessato (e non ho la credibilità) ad esprimere opinioni in merito“.
Bene, visto che il bue dice cornuto all’asino, ci sembra giusto riportare la luce laddove qualcuno sembra aver smarrito il senso dell’orientamento.
Lance Armstrong e il doping
Il 24 Agosto 2012 l’USADA (UnitedStatesAnti-Doping Agency) annuncia la decisione di squalificare a vita Lance Armstrong, a cui toglie tutti i risultati sportivi ottenuti dal 1998 in poi, compresi i sette Tour de France consecutivi, record nella storia sino a quel momento. L’agenzia statunitense antidoping sostiene di avere prove schiaccianti nei suoi confronti e accusa il texano di aver fatto uso sistematico di sostanze dopanti nel corso della sua carriera sportiva. L’americano rinuncia ufficialmente a difendersi di fronte alle accuse e confesserà tutto nello show della celebre conduttrice tv americana Oprah Winfrey solamente nel gennaio 2013.
Al provvedimento dell’USADA si sono uniformate dapprima l’UCI (Unione Ciclistica Internazionale), che il 22 Ottobre 2012 ha ufficialmente tolto tutti i successi conseguiti dal 1 Agosto 1998, e in seguito anche il CIO (Comitato Olimpico Internazionale), che il 17 gennaio 2013 gli ha revocato la medaglia di bronzo conquistata nella cronometro delle Olimpiadi di Sydney 2000. Molteplici e gravissime sono le accuse a carico di Armstrong: uso o tentato uso di Epo, trasfusioni di sangue, testosterone, corticosteroidi e prodotti coprenti; possesso di sostanze proibite, traffico di Epo, testosterone e corticosteroidi; somministrazione o tentata somministrazione ad altri di sostanze dopanti; incoraggiamento all’uso di sostanze dopanti ad altri e aiuto a coprire le violazioni.
A detta di tutti, l’US Postal, la celebre squadra capitanata dall’americano, avrebbe dunque messo in atto il più sofisticato, professionale e riuscito doping di squadra che sia mai esistito nella storia dello sport. Le prove di questo sistema di doping sono raccolte in un dossier di oltre mille pagine e comprendono le testimonianze giurate di ventisei persone, tra le quali ben undici suoi ex compagni di squadra e altri corridori e addetti ai lavori che hanno partecipato alle attività illecite. Ci sono documenti riguardanti pagamenti, email, dati scientifici e risultati dei test di laboratorio che dimostrano in maniera inequivocabile l’uso, il possesso e la distribuzione di farmaci per migliorare le prestazioni dei ciclisti in forza al team americano. Nel dossier vengono citati anche i vari personaggi che avrebbero fatto parte del sistema: il direttore sportivo Bruyneel, i dottori Ferrari, Garcia del Moral e Celaya, il team trainer Pepe Marti.
Il “ciclista” Lance Armstrong e i tweet che vorremmo leggere
Questo è stato il “ciclista” Lance Armstrong. Purtroppo, o per fortuna, ormai la sua carriera è finita e non potrà più avere altre possibilità di riscatto “sul campo”. Ciò non toglie che nella vita tutti possono sbagliare e gli uomini più forti sono senza ombra di dubbio coloro che hanno l’umiltà e il coraggio di confessare i propri errori. Piuttosto che dire parole in libertà degne del Manifesto tecnico della letteratura futurista, accusando senza uno stralcio di prova i suoi ex colleghi e affermando in un salotto televisivo cose che già si sapevano e nulla di più, ci saremmo aspettati dall’”uomo” Lance Armstrong un altro tipo di reazione.
Caro Lance, chi ti ha introdotto e assistito nel mondo del doping? Chi ti ha protetto e ti ha permesso di passarla franca nei quattrocento e più controlli antidoping a cui sei stato sottoposto? Cosa hai visto e cosa hai udito sul doping nel corso della tua lunga carriera? Se vuoi bene al ciclismo rispondi al più presto a queste domande, anche su Twitter.