Introdurre il reddito di cittadinanza universale e fare in modo che trovare o svolgere un lavoro sia solo una scelta di vita: ha del clamoroso il progetto di legge annunciato dal nuovo primo ministro della Finlandia, Juha Sipila. I paesi scandinavi vengono spesso indicati come modelli di welfare funzionante, ma nessuno poteva immaginare che il nuovo Governo finlandese (per di più di centro-destra) arrivasse a proporre un provvedimento di questo genere.
La proposta del Governo: reddito di cittadinanza universale fino a 1.000 euro
Il diritto di cittadinanza universale pensato da Sipila non è altro che un reddito minimo molto alto e allargato praticamente a tutti: la cifra potrebbe arrivare fino a 1.000 euro, dando in pratica ai cittadini la possibilità di scegliere se accontentarsi, conducendo una vita modesta ma con molto tempo da dedicare a sé stessi o alla famiglia, oppure se continuare a lavorare.
Helsinki, grazie al petrolio, può contare su un Pil pro capite decisamente superiore a quelli di Germania e Francia: il rapporto tra debito e Pil non raggiunge il 60%. A questi dati si aggiunga il fatto che in Finlandia tutti pagano le tasse e di recente c’è stato un importante taglio al numero dei funzionari pubblici per i programmi sociali. Dal punto di vista economico, il Paese va sicuramente inserito nel ristretto elenco degli Stati virtuosi e ricchi dell’area Euro.
Un provvedimento per ridurre i disagi sociali in Finlandia
Anche se non mancano i critici (che considerano il reddito di cittadinanza universale come una pericolosa utopia), il progetto ha già ricevuto l’approvazione da molti partiti politici. Secondo alcuni di loro, la somma garantita dovrebbe attestarsi a livelli più bassi (500 euro circa), ma le forze liberali spingono per degli importi tra gli 850 e i 1.000 euro.
Nelle idee del Governo finlandese, il reddito di cittadinanza universale verrebbe introdotto gradualmente, partendo dalle regioni dove è stato registrato il tasso di disoccupazione più alto; se l’iniziativa si dimostrerà vincente, anche altre zone del Paese ne potranno beneficiare. Nonostante la solidità economia, in Finlandia il tasso di disoccupazione non è bassissimo (9%) e con una misura di questo tipo l’Esecutivo spera di portare al minimo i disagi sociali, raccogliendo consensi e popolarità anche al di fuori dei confini nazionali.