Un nuovo sciopero sindacati è stato indetto nella città di Bologna per protestare contro l’apertura dei negozi nel giorno di Ferragosto.
E’ un dibattito che si ripresenta periodicamente in coincidenza delle più importanti festività civili e religiose del nostro paese, quelle che una volta equivalevano a uno o più giorni di vacanza e riposo. Tenere o no aperti i negozi e gli esercizi commerciali?
In tempo di crisi, è sempre meno la gente disposta a spendere soldi per viaggi e spostamenti e sono molti coloro che decidono di passare le ferie (chi ha la fortuna di potersele ancora permettere) restando a casa. Mentre una volta farlo, soprattutto nel mese di agosto, significava restare in città semideserte, da un po’ di tempo a questa parte sappiamo che non è più cosi.
Si è moltiplicato il numero degli esercizi commerciali che restano aperti e che, ahimè, “costringono” tanti commessi e negozianti a passare giornate, come quella di Ferragosto, a lavoro.
Molti negozi bolognesi resteranno aperti a Ferragosto
Questo è quello che dovrebbe accadere, quest’anno, a Bologna, dove molti negozi del centro storico resteranno aperti. Il 15 di questo mese sarà un giorno di lavoro anche per i dipendenti di molti punti vendita della grande distribuzione, come il Carrefour di Casalecchio, la Coin di via Rizzoli, l’Oviesse di via Ugo Bassi, Terranova di via Indipendenza e tutti i punti vendita Spesa Intelligente. Non mancano, ovviamente, i discount: Dico, Lidl ed Eurospin. Resteranno invece chiusi, per via dell’accordo firmato nel 2012, i negozi targati Coop.
Sciopero sindacati per tutelare i lavoratori
Dopo il presidio dello scorso 9 luglio (organizzato per contrastare le aperture notturne dei supermercati del centro) è stato indetto un nuovo sciopero sindacati. Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil invitano tutti gli operatori e i lavoratori del settore commerciale ad astenersi, nel giorno di Ferragosto, per l’intero turno di lavoro.
Lo sciopero sindacati, proclamato per riproporre il netto dissenso nei confronti delle aperture “forzate” durante giorni di festività, segue quelli indetti il Lunedì di Pasqua (il 6 aprile scorso), il giorno della Festa della Liberazione, il Primo Maggio e il 2 giugno. Un’azione che si è resa necessaria per tutelare quei lavoratori che decidono di non lavorare in queste giornate, senza ricorrere in ritorsioni da parte dei datori di lavoro.
Le sigle riunite riconfermano, inoltre, il no netto nei confronti della liberalizzazione selvaggia, introdotta con il decreto Salva Italia del 2011, colpevole di aver eliminato ogni tipo di regola e vincolo in materia di orari, comportando conseguenze negative per milioni di lavoratori e per le loro famiglie.
Lo sciopero sindacati del prossimo Ferragosto, inoltre, ha portato a galla un’altra questione. Secondo un rapporto della Confesercenti, associazione che tutela le piccole e medie imprese, in realtà l’eccesso di liberalizzazione non comporterebbe poi tutti questi effetti benefici al commercio e all’economia: “Il lavoro domenicale e festivo” si legge “costa di più, non produce nuova occupazione e non determina alcun aumento dei consumi”.