Il capo della Chiesa cipriota si è offerto di mettere tutte le proprietà a disposizione del governo
“Tutte le proprietà della Chiesa cipriota sono state rese disponibili per il Paese, al fine di evitare il crollo dell’economia“, ha detto l’arcivescovo Chrysostomos II, dopo un incontro con il presidente cipriota Nicos Anastasiades, ore dopo che il Parlamento aveva respinto le condizioni fissate per un pacchetto di aiuti europeo.
Secondo l’Arcivescovo, la Chiesa cipriota si è offerta di ipotecare le proprie proprietà per l’acquisto di titoli di Stato. Egli, tuttavia, ha rifiutato di commentare a quanto potrebbe ammontare la somma che potrebbe essere così accumulata.
La Chiesa cipriota è la più grande proprietaria terriera a Cipro e ha partecipazioni in diverse società, tra cui nell’Hellenic Bank.
Cipro deve presentare un piano per raccogliere 5,8 miliardi di euro, dopo aver respinto mercoledì, la proposta di introdurre una tassa fino al 10 per cento sui depositi bancari, che è stato impostato come un requisito indispensabile per gli aiuti europei, per salvare le sue banche, mettendo in ordine le proprie finanze ed evitando la possibilità di lasciare la zona euro.
Nel frattempo, il ministro delle Finanze cipriota Michalis Sarris è in visita a Mosca e ha affermato che non vi è stato ancora un accordo relativo a un prestito russo a Cipro, come i media russi hanno riferito oggi: “I colloqui sono stati molto buoni, costruttivi e leali“, ha sottolineato Sarris dopo un incontro con il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov. Il ministro cipriota ha annunciato la ripresa dei negoziati al fine di trovare una “soluzione che consentirà il supporto della Russia“, e ha aggiunto: “Resteremo qui fino al raggiungimento di un accordo“.
Siluanov ha riferito che nei primi giorni di febbraio che la Russia è pronta a ristrutturare il debito e ad attenuare eventualmente il periodo di rimborso dei prestiti precedentemente approvati. Il parlamento cipriota ieri ha respinto un progetto di legge sulla base della quale i clienti delle banche dovrebbero disporre di massimo del 10 per cento dei loro risparmi presi dai loro conti. I paesi dell’Unione europea e il Fondo monetario internazionale (FMI) hanno risposto impostando la tassazione dei depositi a risparmio nelle banche cipriote come condizione.
L’accordo tra il governo degli istituti di credito di Cipro e quelli internazionali – che il parlamento cipriota ha respinto Martedì – ha causato l’affollamento delle banche e il ritiro di denaro per evitare la tassazione. In risposta a questa situazione, le banche sono state chiuse, e non verranno aperte fino a domani.
Fonte: B92.net
Traduzione: Emanuela Mercuri