I tassi d’interesse sui finanziamenti non sono mai stati così bassi nel nostro Paese, ma secondo l’ultimo Rapporto mensile dell’ABI è il tasso fisso che domina il mercato del settore: a settembre più o meno i due terzi delle nuove erogazioni è rappresentato da questa tipologia di finanziamento. Non è una novità, ma solo la conferma di un trend che va avanti da qualche mese, nonostante l’Euribor, ovvero l’indice al quale è collegato il tasso variabile, sia in territorio negativo già da parecchio tempo e lì, secondo gli analisti e gli esperti del settore, resterà ancora per un po’.
Euribor negativo, tassi dei mutui al minimo
Il tasso variabile che attualmente viene richiesto dalla banche è in media di poco superiore all’1%; il tasso fisso invece è leggermente superiore al 2%. Tradotto in parole povere: la rata del mutuo a tasso variabile è più contenuta rispetto a quella di un finanziamento a tasso fisso. Ma allora come mai i nuovi mutuatari preferiscono spendere di più? Per un motivo: la certezza di pagare fino all’estinzione del mutuo una rata costante.
Il mutuo alla fine non è altro che un prestito di lunga durata: le rate di un finanziamento variabile risentono delle oscillazioni dei tassi che inevitabilmente nel corso di venti o trent’anni si verificano. In questo ultimo periodo le oscillazioni hanno portato d una riduzione delle rate, ma in futuro è possibile che si verifichi un aumento del costo mensile del prestito, cosa che in passato è già accaduta.
Perché preferire il tasso fisso?
Il mutuo a tasso fisso è quindi il finanziamento preferito da coloro che non amano il rischio e in questo momento attira anche una platea più ampia perché in presenta dei valori così bassi che è difficile pensare che negli anni a venire possano presentarsi di nuovo. Basta confrontare l’importo delle rate di un mutuo a tasso fisso da 100.000 euro con durata ventennale acceso dodici mesi fa (600 euro al mese) con un finanziamento analogo richiesto oggi (poco più di 500 euro). Considerando un risparmio medio di 80 euro al mese per tutti i 20 anni del prestito, il risparmio è davvero importante: 19.200 euro.
L’identikit del mutuatario
Un recente studio eseguito dal gruppo Tecnocasa ha tracciato l’identikit del mutuatario medio in Italia: l’87,5% dei finanziamenti erogati nei primi mesi del 2015 è stato concesso a cittadini italiani. L’età media del mutuatario è di 39,2 anni, ma con delle differenze a livello geografico. Ovviamente il prestito viene concesso soprattutto a persone che hanno garanzie economiche, quindi l’83,9% dei sottoscrittori ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato e il 3.9% riceve una pensione.
Non capisco la sorpresa di vedere i mutui a tasso fisso preferiti a quelli a tasso variabile.
In un momento in cui i tassi nel futuro non possono che risalire (ricordiamoci che siamo a tassi negativi), e’ chiaro che il fisso sia preferibile al variabile.
Scegliere un variabile oggi da’ la certezza che nel futuro a medio/lungo temine si pagheranno esclusivamente rate piu’ alte, anche di diversi punti percentuale (trad. centinaia di euro in piu’)
Fare un fisso oggi invece da’ la certezza di non pagare un euro in piu’ da qui a qualche anno.
Se potete e ve lo offrono, fate il tasso fisso!