Salgado ci racconta il nostro pianeta
La tanto attesa mostra di Sebastiao Salgado è stata presentata da lui stesso a Roma il 13 di questo mese. Dal titolo Genesi, questa mostra fotografica, a cura di Lélia Wanick Salgado, si svolgerà in contemporanea con altre grandi capitali mondiali: Londra, Rio De Janeiro e Toronto. A Roma, più precisamente nella magnifica cornice dell’Ara Pacis, resterà aperta dal 15 Maggio fino al 15 Settembre, per dare tempo ai visitatori – anche quelli provenienti dall’estero – per ammirare le oltre 200 magnifiche istantanee raffiguranti gli aspetti più belli del mondo in cui viviamo.
L’intenzione di Salgado, fotografo documentario contemporaneo, è quella di incantarci e convincerci della necessità di salvaguardare il nostro pianeta e, quindi, cambiare il nostro stile di vita per rispettare maggiormente la natura in cui siamo immersi. Una mostra da contemplare, amare e di cui certamente parlare.
“Vedo questo progetto come un percorso potenziale verso la riscoperta del ruolo dell’uomo in natura. L’ho chiamato Genesi perché desidero tornare alle origini del pianeta. Se l’uomo vuole sopravvivere deve imparare a preservare quello che ha. E anche a ricostruire quello che ha distrutto”
Alla presentazione della mostra a Roma, tenutasi presso la Casa del Cinema, è stato proiettato un video realizzato da Salgado, con la presentazione di tutte le immagini che faranno parte della mostra e anche uno del ministro dell’Ambiente, Corrado Clini: “Il nostro Ministero è lo sponsor di Genesi. Un progetto importante, un messaggio per tutti noi. Occorre riportare l’attenzione sulle norme che regolano e violano l’ambiente per evitare danni economici e sociali, eventi climatici estremi“.
Ma da cosa è nata l’idea di questa mostra? Da un’avventura del documentarista brasiliano con sua moglie, figlio e il regista Wim Wenders, durata otto anni alla scoperta dei cinque continenti. Come l’autore stesso delle fortografie ci ha detto: “Lo scopo di questo progetto, che comprende anche dei libri e un film firmato da mio figlio insieme a Wim Wenders, è di ricongiungerci al mondo com’era e rendere consapevole la maggior parte della gente che dobbiamo salvaguardarlo, almeno questo 45 per cento che ci rimane. È l’unico modo per sopravvivere altrimenti l’Homo Sapiens si troverà a fianco di altre specie in estinzione“.
Le strabilianti immagini sono state scattate tutte in bianco e nero e raffigurano gli ambienti più disparati: dalle foreste tropicali dell’Amazzonia, del Congo, dell’Indonesia e della Nuova Guinea ai ghiacciai dell’Antartide, dalla taiga dell’Alaska ai deserti dell’America e dell’Africa fino ad arrivare alle montagne dell’America, del Cile e della Siberia. Proprio come sono state scattate le fotografie, la mostra è divisa in 5 sezioni: il Pianeta Sud, i Santuari della Natura, l’Africa, il Grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl. Sono rappresentati non solo animali di ogni specie nel loro habitat naturale – dalle tartarughe giganti, ai leoni marini e alle iguane – ma anche le popolazioni indigene non ancora contaminate come gli Yanomami e i Kayapò dell’Amazzonia brasiliana, i Pigmei delle foreste equatoriali, i Boscimani dei deserti del Sudafrica.
Non a caso la mostra è stata intitolata Genesi: lo scopo, infatti, è proprio quello di attirare l’attenzione del visitatore per fargli riconsiderare un ritorno alle origini, fargli ammirare la bellezza e la natura che ci circonda e che tanto ci ha dato e continua a darci senza pretendere nulla in cambio. Come afferma proprio Salgado “lo sguardo non è quello dell’antropologo, del geologo o del giornalista, ma di un uomo curioso che vuole vedere e mostrare agli altri l’essenza del mondo, perché non dimentichiamo, noi siamo una parte del tutto” ed è con questo spirito che tutti noi dobbiamo andare a vedere questa magnifica opera d’arte e di rispetto.
Se vuoi conoscere meglio l’autore ti consigliamo: