Per respingere la scalata della concorrenza dalla Francia (con Vivendi e Xavier Niel) Telecom Italia risponde con una mossa di contrattacco approvando la conversione delle azioni di risparmio in titoli ordinari. Intanto l’Ebitda è in calo di qusi il 15% a causa dei 460 milioni di oneri netti non ricorrenti.
La risposta alla concorrenza dalla Francia: conversione facoltativa delle azioni Telecom Italia
La conversione facoltativa delle azioni di risparmio in azioni ordinarie Telecom Italia viene fatta con un rapporto di conversione pari a 1 (un’azione ordinaria per ogni azione di risparmio) ed il pagamento di un conguaglio che ammonta a 9,5 centesimi per ogni azione. E prevista pure la conversione obbligatoria delle azioni Telecom di risparmio che rimangono in circolazione allo scadere del periodo utile per esercitare la conversione facoltativa: dopo questo termine non verrà pagato alcun conguaglio (non ci sarà riduzione del capitale sociale) e il rapporto di conversione scenderà a 0,87 azioni ordinarie per ciascuna azione di risparmio.
I risultati del 2015: calo del fatturato del 7%, Ebitda -15%
Telecom Italia ha chiuso i primi nove mesi di questo 2015 con un utile di 362 milioni di euro (l’anno scorso il dato era 985 milioni), registrando un calo del fatturato che sfiora il 7% a 19,9 miliardi. Il risultato netto secondo quanto comunicato dal gruppo stesso con una nota, sarebbe stato superiore al miliardo se non ci fosse stato l’effetto negativo dell’andamento della valutazione del mandatory convertible bond degli oneri e dei proventi non ricorrenti e connessi al buy back delle proprie obbligazioni.
L’Ebitda è in calo del 14,8% e ammonta a 5,6 miliardi. Su questo indicatore influiscono negativamente gli oneri netti non ricorrenti (460 milioni). Per chi non lo sapesse, l’Ebitda è l’acronimo di earning before interest, taxes, depraciation e amortization: in pratica è un indicatore economico che rappresenta l’utile prima degli interessi passivi, delle tasse e delle imposte, delle svalutazioni e ammortamenti. Può essere utilizzato sia per dare un valore approssimativa all’azienda nel confronto con altre imprese dello stesso settore che per avere un’idea sul risultato operativo dell’azienda (se i costi sono superiori all’utile lordo ci sarà una perdita).
In riduzione di 188 milioni l’indebitamento finanziario netto rettificato (26,8 miliardi); il terzo trimestre 2015 si è chiuso con il ritorno della crescita dei ricavi della telefonia mobile nel mercato domestico, che segna un +1,5%. Il Cda ha anche deciso l’approvazione del progetto che punta al rafforzamento della parità di accesso alla rete fissa da parte di tutti gli operatori: Telecom investirà su questo piano più di 120 milioni.