Il 16 dicembre è la data di scadenza per il pagamento del saldo delle cosiddette tasse sulla casa, ovvero Imu e Tasi 2015; cerchiamo di capire chi deve pagare la tassa sui servizi indivisibili, come si deve calcolare l’importo e come è possibile pagare il tributo. Innanzi tutto diamo una risposta al primo quesito: chi deve pagare la Tasi?
Chi deve pagare il saldo Tasi 2015
Sono tenuti a pagare la tassa tutti i proprietari di immobili prime case e le loro pertinenze, rimesse, stalle, tettoie, scuderie, locali di deposito o magazzini. Non sono tenuti al pagamento della Tasi i possessori di terreni agricoli. Ma l’obbligo non grava solo sui proprietari: anche gli inquilini dovranno partecipare al pagamento, versando una quota variabile tra il 10 e il 30% in base a quanto stabilito dalle varie amministrazioni comunali: il discorso verrà affrontato più avanti in maniera più dettagliata. Stando a quanto dichiarato in più occasioni dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il 16 dicembre verrà pagata l’ultima rata della Tasi, che dal prossimo anno verrà abolita per le prime case.
Come calcolare l’importo: aliquote e coefficienti
L’importo del saldo Tasi 2015 da pagare entro il 16 dicembre sarà identico a quello pagato sei mesi fa (prima rata di giugno), a meno che non si debba aggiungere un conguaglio nel caso in cui i Comuni abbiano deciso nel frattempo di ritoccare le aliquote. Questo è il procedimento per calcolare l’importo: il punto di partenza è la rendita catastale, che dovrà essere rivalutata del 5%; l’importo ottenuto deve poi essere moltiplicato per un coefficiente, ovvero:
– 160 per le abitazioni che appartengono alle categorie A (eccetto la A10), C2, C6, C7;
– 140 per i fabbricati delle categorie B, C3, C4, C5;
– 80 per la categoria D5 e A10 (ovvero uffici e studi privati);
– 60 per la categoria D (escluso D5);
– 55 per le categorie C.
A questo risultato si deve applicare l’aliquota di riferimento (naturalmente dal risultato ottenuto si deve togliere l’eventuale importo versato con la prima rata di giugno). Tutte le aliquote possono essere trovate sul sito del Dipartimento delle Finanze. Un esempio: un immobile appartenente alla categoria A ha una rendita catastale di 750 euro; questo importo va rivalutato al 5% e moltiplicato per il coefficiente 160 (750 x 1,05 x 160); al risultato ottenuto si applica poi l’aliquota (126.000 x 0,05) e dal totale ottenuto va sottratta la parte di Tasi pagata con la prima rata a giugno. Per semplificare le cose, sul web sono presenti dei calcolatori online per ottenere l’importo da pagare: sarà sufficiente fare una picola ricerca su Google per trovare questi utili strumenti gratuiti.
Tasi per gli inquilini
Come abbiamo detto in precedenza, la norma prevede che una parte della Tasi che grava sugli immobili ceduti in affitto sia pagata dagli inquilini. Per capire a quanto corrisponde questa percentuale è necessario controllare le delibere dei comuni di residenza (pubblicate sempre sul sito del MEF). La quota varia tra il 10 e il 30%, ma molti amministrazioni hanno scelto di far pagare la Tasi solo sugli immobili adibiti a prime abitazioni, e in questo caso i conduttori non sono tenuti a pagare nulla. Se L’amministrazione non ha indicato una divisione specifica tra proprietario e inquilino, la norma prevede che l’importo venga suddiviso in quote rispettivamente del 90% e del 10%.
Come pagare: bollettino postale o modello F24
Come abbiamo visto per il saldo Imu 2015, anche la seconda rata della Tasi può essere pagato sia con bollettino postale che con modello F24. Nel caso in cui si decida di pagare con questo sistema si deve compilare la sezione Imu ed altri tributi locali. Bisogna indicare il Codice Catastale del Comune di riferimento, barrare la casella “Saldo”, inserire il numero di immobili e i codici tributo, che sono: