Dall’Ufficio della presidenza della Camera dei Deputati è arrivato il via libera al pagamento del rimborso ai partiti relativo al 2015; si sono espressi positivamente in modo unanime tutti i presenti, mentre gli esponenti del Movimento 5 Stelle hanno abbandonato la riunione in segno di protesta contro la ratificazione di una legge che di fatto elude i controlli sui bilanci delle forze politiche.
Rimborso partiti, la Camera sblocca 10 milioni per il 2015
Il totale dei rimborsi ai partiti per i contributi elettorali del solo 2015 ammonta a circa 10 milioni di euro. Per ottenerli i partiti devono soddisfare due condizioni: i rendiconti sui bilanci relativi al 2013 devono aver superato il controllo di regolarità della Commissione di Garanzia, mentre quelli relativi al 2014 devono già essere stati inviati. Allo stato attuale delle cose solo due partiti sono ancora in attesa che si verifichino le condizioni (Mpa e Udc), mentre per tutti gli altri i finanziamenti possono già essere considerati una realtà (arriveanno nel giro di 48 ore).
Il Movimento 5 Stelle, che aveva più volte detto di voler rinunciare al rimborso, hanno mostrato la sua contrarietà all’applicazione della cosiddetta legge Boccadutri: secondo i pentastellati la norma in pratica consentirebbe l’erogazione dei rimborsi ai partiti senza che alcun controllo da parte della Commissione di vigilanza. Questo organismo, che si dovrebbe occupare del controllo dei rendiconti e delle spese sostenute dalle forze politiche, è stata istituita nel 2012, ma quest’anno il suo presidente Luciano Calamaro ha comunicato ai presidenti delle due Camere che la Commissione non è in grado di svolgere la sua attività per mancanza di personale. Con la legge proposta da Sergio Boccadutri del PD è stato assegnato all’organo di controllo il personale necessario, ma è stato anche deciso che per il 2013 non è necessario il controllo degli scontrini: di fatto la Commissione si è limitata a svolgere un controllo di legittimità, confermando quello obbligatorio per legge eseguito dalle società di revisione.
La protesta del Movimento 5 Stelle contro la delibera sui finanziamenti alle forze politiche
Fraccaro e Di Maio hanno addirittura chiesto l’opinione dell’Avvocatura della Camera, ribadendo i loro dubbi sulla legittimità della delibera dell’Ufficio di presidenza, ma la richiesta è stata respinta. Per bloccare la delibera gli esponenti del M5S hanno anche provato a far mancare il numero minimo, ma nessun partito ha aderito alla loro proposta e alla fine Di Maio e Fraccaro hanno deciso di abbandonare la riunione, avvisando che presenteranno una Diffida. Il via libera ottenuto oggi darà inizio ai bonifici del rimborso ai partiti: a questi 10 milioni se ne aggiungeranno altri 6 nei prossimi giorni, quando anche dal Senato verrà presa una decisione analoga.