L’arrivo del 2016 ha portato, con sé, delle novità burocratiche ed amministrative che interesseranno numerosi cittadini, in particolar modo gli automobilisti italiani e il prezzo delle targhe auto. Stando a quanto prevedono le nuove disposizioni del governo Renzi, infatti, a partire dall’8 gennaio 2016 l’acquisto di targhe relative ad auto e motoveicoli di varia natura, e diversa cilindrata, conterrà una maggiorazione di prezzo pari al 2,8%.
Il provvedimento in sé segue la scia di interventi governativi legati al settore dei trasporti e delle infrastrutture, e prosegue un’opera di aggiornamento tariffario e normativo capace di includere, tra le altre cose, svariate regolamentazioni legate al codice della strada.
Prezzo targhe auto in aumento, le nuove disposizioni del governo Renzi
L’entrata in vigore dei nuovi ragguagli del governo Renzi circa l’aumento di prezzo delle targhe auto – e non solo – è stata resa pubblica grazie alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 24 dicembre 2015 mediante un apposito decreto del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture firmato da Graziano Delrio il 6 novembre scorso.
Quindici giorni dopo la divulgazione mediante l’organo di informazione della Repubblica italiana, si è giunti al nuovo quadro di riferimento delineato per gli automobili italiani, e i possessori di motocicli di varia natura, intenzionati ad acquistare una targa nuova di zecca. La linea guida dettata da simile disposizione che veleggia tra il politico e l’economico, e rafforzata ulteriormente dal parere favorevole del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, rappresenta un costo aggiuntivo per l’italiano medio predisposto al cambio, o al primo acquisto, della propria targa, ma che però, a conti fatti, non incide più di tanto sulla spesa sua spesa media mensile distribuita tra la copertura di bollette ed eventuali rate relative all’acquisizione di determinati beni, materiali o immateriali che siano.
Detto ciò, occorre fare una disanima dettagliata di quelle che sono le reali maggiorazioni di prezzo delle targhe auto, classificandole in base alla collocazione geografica e ai costi di produzione sostenuti per la realizzazione di tali elementi identificativi.
Targhe auto, il calcolo dei costi per gli automobilisti italiani
Il prezzo delle targhe auto (o dei motocicli) è condizionato dal costo di produzione delle stesse, equivalente al 54,6% del totale, al quale va aggiunta l’IVA al 22%e la quota di maggiorazione del 2,8% descritta poc’anzi, da rilevare come un potenziale margine di profitto per l’azienda privata incaricata nella loro creazione e che si traduce, in sostanza, in circa il 33,3% delle entrate nette da considerare lungo un arco temporale di breve e medio termine. Per quanto riguarda gli importi delle nuove targhe, non c’è alcuna differenza tra prima immatricolazione e rinnovo.
Per il formato A, ovvero quello rettangolare, il prezzo passa da 40,60 a 41,78 euro; le province di Aosta, Bolzano e Trento pagheranno di più, con un passaggio a 45,68 euro. Una coppia di targhe auto quadrate – quindi, di formato B – costeranno 41,37 euro, mentre nelle tre province elencate prima il costo si aggira sui 45,31 euro. Riguardo la targa posteriore di un motoveicolo, invece, il prezzo di acquisto sale a 22,60 euro (nelle province autonome, 24,19 euro); quella per ciclomotori, 13,58 euro, e riguarderà indistintamente tutte le province italiane.