Recensione del film “Ti guardo – Desde allà”, con trama e analisi del cast. Il lungometraggio uscirà il 21 gennaio in Italia, mentre in Venezuela solo ad aprile.
E’ un ponte di collegamento fra il Mediterraneo e l’America Latina quello di Ti guardo (Desde allà), film di Lorenzo Vigas vincitore del Leone d’Oro alla 72.a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Definito da La Stampa come l’esordio folgorante del regista che ha “illuminato la Mostra” lo scorso settembre, l’opera attesta l’avvento di un filone cinematografico fortemente connesso alla cultura italiana. A confermarlo è lo stesso Lorenzo Vigas che – dopo la proiezione di martedì 12 gennaio presso la Casa del Cinema di Roma – ha risposto alle domande e alle curiosità di pubblico e stampa confermando i rimandi a Pasolini e a Bresson.
“Indubbiamente sul piano tematico, Pasolini è stato un riferimento molto importante per me in questo film. Per quanto riguarda la forma, invece, non posso dire che sia ‘pasoliniana’. Direi che è più ‘bressoniana’. Bresson è stato un altro regista fondamentale per me”.
Ti guardo non è solo una pellicola che approfondisce le tematiche dell’omosessualità, della povertà in Venezuela, della distinzione in caste della società latino-americana. Il film si inserisce su un piano psico-sociale caratteristico del nostro periodo storico con numerosi rimandi alla poetica greco-romana. Alla domanda della nostra redazione, difatti, su un possibile riferimento al Satyricon di Petronio il regista risponde: “essendo latino-americano i parallelismi con le nostre radici greco-romane sono implicite ed indirette (n.d.r.)”.
Trama, analisi ed approfondimento sul film “Ti guardo – Desde allà”
Armando (Alfredo Castro), protagonista della storia, è inabile nelle relazioni con gli altri. Il racconto – precisa l’autore – avviene attraverso “tale personaggio incapace di stabilire un livello di comunicazione emotiva ed affettiva con l’altro”.
L’odontoiatra vive da solo, ha un passato oscuro e poco chiaro. Non sa amare e forse ci riesce nel momento in cui incontra Elder (Luis Silva), ragazzo di strada.
“Mi piaceva molto l’idea di fare un film che parla di un uomo che non riesce a connettersi con il mondo che lo circonda”, ha dichiarato Vigas. La sceneggiatura ha, infatti, come obiettivo quello di concentrare l’attenzione sulla psicologia di Amando, sul rapporto padre-figlio con Elder e sulla inusuale relazione amorosa con lo stesso. Il legame fra i due nasce da un comune sentimento di mancanza nei confronti della figura paterna e, perciò, l’assenza del ruolo genitoriale maschile è il nucleo del film.
Ti guardo è il secondo di tre prodotti cinematografici incentrati sull’essere genitori, questione fondamentale nel pensiero del regista venezuelano, originario di Mérida e figlio del noto pittore Oswaldo Viga.
“C’è molto di Armando in me, ma non so dire cosa”, aggiunge Vigas chiudendo la conferenza.
Girato lungo le strade della capitale, il cineasta è stato affiancato dal direttore della fotografia Sergio Armstrong che lo ha aiutato nelle riprese. Lo scopo della sfocatura è stata dettata dalla volontà di “presentare Armando come un fantasma che vaga per le vie di Caracas”, ha spiegato il regista. E l’esperimento sembra ben riuscito, perché nei panni dello spettatore il viaggio mentale ed emotivo si snoda perfettamente nel susseguirsi delle scene. La scelta stilistica, infatti, mette a fuoco il punto d’osservazione per lo spettatore.
Così facendo, narrativamente e visivamente si può percepire con estrema facilità come Armando viva la sua freddezza e razionalità passeggiando fra le strade. Mentre istintività, passione verso l’amato, emozioni, si manifestano fra le mura domestiche, al chiuso.
Ti guardo con la sua forza ed intensità ci guida verso riflessioni profonde, significative e simboliche. Il film ha conquistato Venezia, la sala della Casa del Cinema di Roma martedì e vedremo se accadrà lo stesso nelle sale italiane e venezuelane.