In attesa che il Governo inizi a lavorare sulla riforma delle pensioni più volte annunciata per il 2016, in campo previdenziale continua a tenere banco il piano Boeri, che prevede novità anche per quanto riguarda i lavoratori precoci: il presidente dell’Inps propone di fissare una Quota 42/43, ma la proposta non ha scatenato grande entusiasmo.
La proposta del piano Boeri: 43 anni la soglia massima di contribuzione per i precoci
Il piano Boeri sulla riforma delle pensioni dei precoci prevede una soglia di contribuzione fissata a 42 anni per le lavoratrici e 43 per i lavoratori. La proposta non piace molto ai diretti interessati, ovvero quelle persone che hanno iniziato a lavorare molto presto, prima di compiere i 18 anni, che risulterebbero penalizzati dall’introduzione di un requisito anagrafico per il raggiungimento della pensione.
L’attuale normativa introdotta dalla riforma Fornero prevede che i precoci possano uscire dal mondo del lavoro dopo aver raggiunto i 42 anni e 10 mesi di contributi (12 mesi in meno per le lavoratrici); questi paletti sono però destinati a spostarsi verso l’alto per via dell’adeguamento alle aspettative di vita. Già nel 2019 ci sarà il prossimo gradino (e il requisito continuerà a crescere di due o tre mesi ogni biennio: nel 2045 saranno necessari 45 anni di contributi), a meno che non venga approntata quella riforma di cui da diverso tempo si sta parlando.
I sindacati vogliono la Quota 41, attesa per la riforma pensioni annunciata dal Governo
Con il suo piano, Boeri vorrebbe fissare a 42 e 43 anni la soglia massima di contribuzione per il raggiungimento della pensione da parte dei lavoratori precoci, escludendoli dall’adeguamento basato sulle speranza di vita. Ai sindacati la proposta non è piaciuta: si punta alla Quota 41, anche perché una buona parte della categoria dei precoci è composta da operai non qualificati che spesso svolgono lavori usuranti.
La riforma delle pensioni che il Governo a più riprese si è impegnato a preparare nel 2016 (rinviando a questo provvedimento tutto quello che non è stato inserito nella legge di Stabilità), promettendo novità anche per quanto riguarda i lavoratori precoci, una categoria che l’introduzione nel 2011 di nuovi criteri contributivi ed anagrafici ha penalizzato. Come è stato più volte ribadito, l’eventuale nuova riforma non intaccherà in modo pesante la struttura della legge Fornero, ma punterà ad inserire maggiore flessibilità in uscita.