Sta per essere depositata la proposta di legge che vieterà la bocciatura per il 5 in condotta. Baluardo della cultura e della preparazione professionale, da sempre la scuola impartisce lezioni inerenti non solo le materie scolastiche, ma anche civili e comportamentali. Per questo motivo, finora, giovani ragazzi sono spesso stati bocciati per cause legate all’educazione ed al rispetto, indispensabili per la costruzione di una predisposizione all’onestà ed all’adempienza. Tuttavia, come già scritto, a breve verrà depositata una proposta di legge atta all’abolizione della bocciatura per cattiva condotta. Vediamo assieme i dettagli della proposta.
La bocciatura per il cinque in condotta è diseducativa?
Secondo l’Onorevole Milena Santerini (appartenente al gruppo di Democrazia Solidale) bocciare un ragazzo per comportamenti inappropriati, e dunque col cinque in condotta, è fortemente diseducativo. Il punto focale della proposta di legge è dunque quello di sensibilizzare docenti ed insegnanti riguardo la possibilità di rieducare e non di penalizzare l’alunno indisciplinato. In questo modo, sempre secondo l’onorevole, si ridurrebbe il numero di studenti che abbandonano la scuola in seguito ad una bocciatura. Insomma, al momento il sistema di votazioni riguardo il comportamento degli allievi sarebbe inefficiente ed altresì controproducente.
A dimostrazione della tesi della Sig.ra Santerini, docente in Pedagogia presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’università Cattolica di Milano, vi sono diverse statistiche, le quali confermano che il maggior numero di bocciature, e di conseguenti abbandoni, avviene alla fine del primo anno scolastico, importantissimo per la delineazione del futuro dei ragazzi. Con la nuova legge verrebbe notevolmente abbassata la soglia di bocciature e quindi l’allontanamento dalla scuola dei ragazzi più irrequieti. D’altronde, gli alunni di oggi saranno i genitori e lavoratori di domani; una migliore e più approfondita educazione dei primi, quindi, è indispensabile per il futuro senso di civiltà dei secondi.
La giurisdizione italiana non giustifica le bocciature per indisciplina
In realtà, dal punto di vista giurisdizionale, la normativa, seppur non ancora approvata, è già stata più volte messa in pratica. Lo dimostrano le diverse sentenze che hanno più volte sconfessato le scuole rispetto alla necessità di queste ultime di bocciare ragazzi ritenuti inadeguati al contesto scolastico. Nel 2007 il Tar di Milano giustificò e riammise alla seconda classe un alunno con 4 insufficienze e comportamenti rissosi. Il giudice sentenziò che attitudini scorrette non bastavano a giustificarne la bocciatura. Nel 2014, invece, il Tar del Lazio affermò che apostrofare un compagno di classe non avrebbe dovuto comportarne l’allontanamento, poiché i voti in condotta vanno attribuiti con moderazione.
Quanto scritto, è approvato anche dall’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) la quale sostiene che il numero di bocciature tra gli istituti scolastici del mondo dovrebbero sensibilmente diminuire, poiché dannose ai fini educativi.
Se la legge proposta verrà approvata o meno solo il tempo potrà dirlo, di certo la discussione parlamentare dovrà essere approfondita prendendo in considerazione i punti di vista di tutte le parti in causa.