Le tasse aeroportuali 2016 stanno per andare incontro a dei pesanti stravolgimenti economici e professionali forzati dai provvedimenti del sistema governativo italiano. Il governo Renzi, infatti, ha imposto a Ryanair, la più grande compagnia aerea italiana per numero di persone trasportate lungo le sue innumerevoli destinazioni, un aumento delle sue tasse aeroportuali standard, anche perché il suo impatto fiscale nel computo del conteggio economico nazionale è piuttosto rilevante.
La misura in questione fa intendere quanto sia importante il ruolo di Ryanair rispetto a quello svolto da Alitalia, considerata da sempre come la compagnia di bandiera del paese; inoltre, la società di trasporto turistico assicura un indotto non indifferente la cui incidenza va a riversarsi anche nelle zone maggiormente periferiche delle regioni italiane.
Tasse aeroportuali 2016, la misura imposta dal governo Renzi: le cifre dell’aumento
Approfondendo il discorso delle tasse aeroportuali 2016 introdotto qualche riga fa, è possibile scorgere quella che è l’entità numerica dell’aumento imposto dal governo Renzi nei confronti di Ryanair. Le cifre della maggiorazione fiscale, per viaggi inerenti l’ambito turistico o prettamente business, sono pari a 2,5 euro, e vanno a colpire le molteplici tratte low cost di un’azienda che fa dell’economicità, in termini di servizi e di costi complessivi, il suo principale cavalo di battaglia.
Sebbene abbia accettato a malincuore la portata di tale provvedimento fiscale (in vigore dal mese di gennaio), Ryanair ha più volte esternato il proprio disappunto sottolineando la probabilità di un pericolosissimo effetto domino che andrà a colpire le risorse umane e economiche dislocate in tutta Italia, principali fonti di sviluppo di quelle aree di smistamento intermedio che semplificano la partenza e l’arrivo di un carico di viaggiatori. Le ricadute commerciali, poi, potrebbero compromettere il duro lavoro di fidelizzazione clientelare svolto durante un arco temporale pluridecennale caratterizzato, in larga parte, dalla efficace proposizione di tariffe agevolate, offerte last minute e particolari sconti riservati a specifiche categorie di passeggeri.
Insomma, l’aumento delle spese accessorie legate, prevalentemente, all’imbarco e allo sbarco presso un apposito aeroporto rischia di penalizzare oltremodo un settore estremamente florido per i conti dello stato e dei consumatori finali.
Ryanair, tagli al personale, alle tratte e agli scali low cost della compagnia aerea
Un altro motivo di aperta irritazione per Ryanair, a seguito dell’aumento delle tasse aeroportuali 2016, è la destinazione sussidiaria della nuova maggiorazione fiscale alla cassa di integrazione degli ex-piloti Alitalia, diretta concorrente della compagnia low cost. Qualora ciò non bastasse, l’azienda con sede a Dublino ha varato un piano di tagli alquanto drastico, dettato molto probabilmente dagli effetti, a lunga scadenza, dei 2,5 euro in più su ogni tassa aeroportuale.
Sono previsti, quindi, tagli al personale per 600 posti di lavoro, tra aeroporti e scali intermedi situati in Italia, a cui si aggiungerà la cancellazione di 16 rotte che andranno a coinvolgere, chi più chi meno, le tratte di Alghero, Pescara e Crotone. Questa pesante riduzione operativa e funzionale della compagnia aerea sul suolo italiano entrerà in vigore a partire da ottobre 2016 risparmiando la prossima estate, periodo estremamente cruciale per qualunque tipologia di viaggio aereo.