Il concorso scuola 2016 che dovrebbe portare all’assunzione di 63.217 insegnati per il prossimo anno scolastico continua il suo difficile percorso: stando alle ultime dichiarazioni, la pubblicazione del bando era prevista per i primi di febbraio, ma in realtà ci sono ancora molti dubbi, confermati dall’ammissione del Premier Renzi che alla scuola di formazione politica del Partito Democratico ha dichiarato che sul concorso è stato combinato qualche pasticcio. Un aspetto su cui si sta lavorando è quello relativo ai quesiti in inglese, la cui presenza nella prova scritta ha creato non poche polemiche.
La pubblicazione del bando slitta ancora: i dubbi di Renzi e Giannini sui quesiti in inglese
Quindi il bando slitta ancora, lo conferma anche la responsabile nazionale scuola del PD, Francesca Puglisi, che ha fatto sapere che per la pubblicazione se ne riparlerà per la metà o addirittura la fine del mese: l’obiettivo è quello di fare in modo che a settembre tanti professori che ora lavorano come precari possano essere messi in ruolo. Come detto, uno degli argomenti che sta creando più polemiche è quello relativo alla presenza di due quesiti in lingua inglese sugli otto totali che compongono la prova scritta. Lo stesso Renzi ha dichiarato che scegliere se mettere una o due domande in lingua estera non sarà per nulla facile: se si dà troppo peso a questo aspetto si corre il rischio di non far passare il test ad insegnanti molto bravi in materie che non richiedono la conoscenza delle lingue, ma è anche vero che il mondo corre e almeno un minimo di conoscenza dell’inglese è necessario.
Quindi tra il Premier e il ministro Giannini non c’è un accordo totale: i due entro questa settimana dovranno scegliere quale sarà il modello del concorso scuola 2016. Attendono novità i sindacati, pronti a far partire una serie di ricorsi: fino ad oggi la conoscenza della lingua inglese non era mai stata richiesta per diventare insegnante e secondo la Uil non si possono cambiare ora le carte in tavola. Il Consiglio superiore della Pubblica Istruzione ha dato il suo ok alla presenza di una prova in inglese, ma ha anche chiesto di valutare una riduzione dell’incidenza di tale prova, magari riducendo il numero delle domande da due a uno. Stando a quanto confermato da Puglisi, proprio questa sembra la strada su cui il Ministero cercherà di lavorare; una soluzione percorribile potrebbe essere quella di lasciare una domanda obbligatoria e una seconda facoltativa, con un premio riservato a coloro che sceglieranno di rispondere ad entrambe.
Il parere del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione sul concorso scuola 2016
Il Consiglio superiore della Pubblica Istruzione ha anche chiesto di rivedere l’allegato relativo ai programmi di studio per il concorso scuola: si dovrebbe riequilibrare il tutto, in modo da dare maggiore importanza alle competenze didattiche e relazionali del docente, riducendo magati l’aspetto troppo nozionistico che caratterizza le prove. In più, in merito alla prova orale, il Consiglio nel suo parere ha sottolineato l’eccessiva insistenza sugli aspetti disciplinari. Il Ministero sta cercando di fare gli aggiustamenti per accogliere nel bando i suggerimenti del CSPI: un’attività che comporterà ulteriori ritardi su una procedura che nei piani iniziali era fissata al primo dicembre 2015. I continui slittamenti non fanno altro che danneggiare i candidati che, come sottolinea anche la Gilda degli insegnanti, hanno sempre meno tempo per prepararsi.