Voti e pagelle per le cover di Sanremo 2016, proposte dai Big nella terza serata del Festival. Stadio, Clementino e Arisa tra i migliori cantanti sul palco.
La terza serata del Festival decreta i finalisti delle Nuove Proposte: Gabbani e Mahmood trionfano al televoto
Giovedì 11 febbraio è andata in onda su Rai Uno la terza serata del Festival di Sanremo 2016. Nelle precedenti puntate, i telespettatori hanno avuto la possibilità di ascoltare gli inediti portati in gara dai venti cantanti della categoria Big. Prima di far scattare il countdown per la finalissima di sabato, a costituire un vero e proprio giro di boa, è stato l’appuntamento con le cover dei cosiddetti Campioni.
Serata sottotono, per la prima volta anche Virginia Raffaele è risultata al di sotto delle possibilità. Che sia solo un modo per ricaricarsi in vista della finalissima? Noi ce lo auguriamo, nel frattempo abbiam stilato le pagelle per le venti esecuzioni che han preso vita stasera al Teatro Ariston.
Francesco Gabbani: tolto quello di Chiara Dello Iacovo, il suo è l’unico singolo azzardato tra le Nuove Proposte. Amen troverà terreno fertile nel giardino radiofonico italiano e, più che al primo posto, il brano potrebbe ottenere la medaglia d’argento di Sanremo 2016.
Voto: 8
Mahmood: uscito anni fa da X-Factor, si ritrova sul palco dell’Ariston con un brano accattivante. L’interpretazione risulta però un po’ troppo in stile Mengoni, la voce è calda, ma il brano non convince.
Voto: 5
Pagelle e voti per le cover di Sanremo 2016, i migliori sono Clementino, Stadio e Arisa
Noemi: sembra tornata ai tempi di X-Factor con una versione un po’ troppo karaoke di Dedicato. D’altronde nessuna cover del brano è mai rimasta nella storia, a testimonianza di quanto solo Loredana Berté riesca a rendergli giustizia.
Voto: 6
Dear Jack: per loro una versione modernizzata di Un bacio a mezzanotte. La voce di Leiner si presta molto bene al ritmo del pezzo, e l’esecuzione dello stesso si dimostra capace di coinvolgere la gente in platea.
Voto: 6/7
Zero Assoluto: probabilmente la loro cover rientra tra le più strambe della serata. Una rivisitazione in acustica di Goldrake, al limite del surreale. Se l’intento era quello di stupire, il duo ha decisamente sbagliato la maniera.
Voto: 5
Patty Pravo: classe ed eleganza tornano sul palco di Sanremo 2016. Da vera diva sceglie di proporre un suo vecchio successo, Tutt’al più, riuscendo ancora una volta a compensare le carenze vocali con l’esperienza di una veterana del Festival.
Voto: 7/8
Alessio Bernabei: canta A mano a mano di Rino Gaetano, ed è accompagnato dai giovani Benji e Fede. La canzone prescelta fa il 90% del lavoro, mentre loro, in tre, non riescono a colmare quel 10% restante.
Voto: 4
Dolcenera: la versatile cantautrice salentina si mette in gioco con la cover di Amore disperato, successo ballerino di Nada. Dolcenera aggiunge al pezzo una base dance, ma il risultato non rende giustizia alla sua impeccabile voce.
Voto: 5/6
Clementino: da buon campano porta a Sanremo 2016 la cover di Don Raffaé, reso celebre dall’indimenticabile Fabrizio De André. Non la stravolge, ricordando ancora una volta che spesso il passato supera di gran lunga il presente. Umile, bravo e credibile.
Voto: 8/9
Elio e le Storie Tese: featuring d’eccellenza per il gruppo italiano, salito sul palco del Festival per omaggiare un “giovane talento”, Ludwin van Beethoven. Con il loro inimitabile genio e la creatività che da sempre li contraddistingue, gli elii intonano una versione italianizzata di Fifth of Beethoven.
Voto: 7
Arisa: abito, interpretazione e voce, ed è subito anni ’70. Cuore di Rita Pavone calza benissimo al talento innegabile della cantante lucana. Accolta da un fragoroso applauso della platea, Arisa finalmente ride. Avrà forse capito di poter vincere?
Voto: 8/9
Rocco Hunt: energia pura ed entusiasmo partenopeo, il giovane rapper invita il pubblico ad alzarsi in piedi coinvolgendolo al ritmo di Tu vuo’ fa l’americano. Coraggio apprezzabile.
Voto: 7
Francesca Michielin: con lei le note de Il mio canto libero, e l’emozione torna come fosse la prima volta che si ascolta il successo di Lucio Battisti. Rispetto agli esordi di X-Factor la personalità di Francesca è matura, buona l’interpretazione, ma sulla voce dovrà ancora lavorare. Fortuna che ha ancora tanto tempo di fronte a sé.
Voto: 7
Irene Fornaciari: l’impegno si vede ma, tra l’artista ed il pubblico di Rai Uno, non riesce proprio a scattare la scintilla. Nonostante il talento e la simpatia, risulta troppo spesso anonima sul palco, come nel caso della coverizzata Se perdo anche te.
Voto: 5
Neffa: dopo un avvio di gara piuttosto sbiadito, Giovanni Pallino (questo il suo vero nome) coverizza ‘O Sarracino, rimanendo fedele allo schema della canzone. È bravo ma non si applica quanto potrebbe.
Voto: 6
Bluvertigo: l’esordio di martedì sera non entrerà di certo tra gli indimenticabili momenti di Sanremo 2016. Nel contesto delle cover però ci si aspettava di più. Morgan inizia bene, poi si si perde troppo nel tentativo di controllare l’assoluta bellezza de La lontananza di Domenico Modugno. Peccato.
Voto: 4/5
Deborah Iurato e Giovanni Caccamo: tra i favoriti assoluti alla vigilia di Sanremo 2016, la coppia del Festival non ha brillato come ci si aspettava. In attesa di rivalutarli nella quarta serata della kermesse, apprezzabile la cover di Amore senza fine, successo del grande bluesman Pino Daniele. Resta il fatto però che tra i due non si percepisce alcuna alchimia. C’è da lavorare, o più semplicemente proseguire ciascuno per la propria strada.
Voto: 6
Valerio Scanu: esordisce al pianoforte, accompagnandosi durante l’esecuzione di Io vivrò (Senza te). Sembrano troppo lontani i tempi di Per tutte le volte che, la voce dell’artista sembra essersi persa per strada.
Voto: 5
Lorenzo Fragola: sceglie di andare sul sicuro, puntando su La donna cannone, celeberrimo capolavoro di Francesco De Gregori. Rimane il fatto che l’interpretazione non risulta credibile e la sua voce spesso esagera nel tentativo di personalizzare il pezzo.
Voto: 5
Enrico Ruggeri: nella serata dedicata alle cover, il cantautore milanese porta sul palco ‘A canzuncella. Un animale da palcoscenico, coinvolge emotivamente e fa divertire. Evergreen.
Voto: 8
Annalisa: ha scelto di rischiare rivisitando il provocante brano di Gianna Nannini, America. Peccato però che, per quanto l’artista tenti di uscire fuori dagli schemi, in lei tutto grida limpidezza e discrezione.
Voto: 6
Stadio: Gaetano Curreri e compagni, scelgono di omaggiare un caro amico, nonché uno dei più grandi cantautori che il mondo ricordi, Lucio Dalla. Nel Teatro Ariston riecheggiano quindi le note de La sera dei miracoli e, verso la fine, appare sul maxi-schermo il volto del compianto artista bolognese. Standing Ovation.
Voto: 10