Il lungo e difficile cammino del ddl Cirinnà sulle adozioni civili non è ancora terminato: la conferenza dei capigruppo ha deciso di far slittare l’esame del disegno di legge alla prossima settima, più precisamente a mercoledì 24 febbraio. La firmataria del provvedimento si è definita stanca e delusa dall’atteggiamento di alcuni renziani e degli esponenti del Movimento 5 Stelle: i girllini, che hanno sempre ribadito il loro sostegno al ddl hanno detto no al cosiddetto canguro Marcucci.
Voto rinviato al 24 febbraio 2016: tensioni nella maggioranza, caos in Aula
Ora l’approvazione del provvedimento è a serio rischio, anche se il PD spera ancora di poterlo far passare senza lo stralcio dell’articolo 5, ovvero quello sulla stepchild adoption. La strada che più probabilmente verrà seguita ora è lo spacchettamento dell’emendamento Marcucci, ma non vanno escluse le possibilità di un ritiro del canguro o dell’inserimento del preaffido al posto della stepchild adoption. Per le associazioni Lgbt, che hanno fatto sentire la loro presenza all’esterno di Palazzo Madama, l’ipotesi di uno stralcio dell’adozione del figliastro non può neanche essere presa in considerazione. Il Governo cerca di mandare messaggi incoraggianti, con il ministro Boschi che assicura che l’Esecutivo continuerà a lavorare per ottenere il risultato.
A dire il vero sembrano difficilmente superabili le fratture all’interno del Partito Democratico: prima dell’inizio dei lavori in Aula si sono tenute le riunioni dei vari gruppi, ma non sono servite a trovare un accordo. Ad inizio seduta il capogruppo Luigi Zanda (che il giorno prima, dopo 69 sedute della Commissione, aveva chiesto di votare il canguro per procedere velocemente) ha preso subito la parola per chiedere che l’esame de ddl Cirinnà venisse rinviato, scatenando le polemiche e le proteste delle minoranze, con Gianmarco Centinaio, capogruppo della Lega Nord, che ha etichettato come vigliacca la scelta del PD di richiedere il rinvio del voto. In Aula il diverbio più acceso è stato quello tra alcuni senatori del Movimento 5 Stelle e l’ex grillina Alessandra Bencini (attualmente all’Idv).
Attivisti Lgbt contro il Movimento 5 Stelle dopo il no all’emendamento canguro
Gli esponenti del M5S sono stati anche il bersaglio di una sorta di imboscata da parte di un gruppo di attivisti Lgbt in Transatlantico. Taverna e Airola sono stati accusati di aver rallentato l’iter dell’approvazione del ddl Cirinnà con il loro no all’emendamento canguro. Paola Taverna ha risposto ribadendo che il Movimento è sempre pronto a votare la legge, ma per sancire dei nuovi diritti non se ne possono calpestare altri, quelli democratici. L’ex deputata Paola Concia ha detto che non si possono porre dei problemi procedurali davanti alla pelle delle persone, ma Alberto Airola ha respinto le accuse, dicendo che qui non si parla di procedura, ma di democrazia. In serata la protesta degli attivisti si è spostata all’esterno del teatro Brancaccio, dove Beppe Grillo si stava esibendo con il suo spettacolo.
Il futuro del ddl Cirinnà: avanti con le unioni civili, Aula arbitro sulla stepchild adoption
Ma quale sarà il futuro della legge sulle unioni civili? Una cosa è certa: il PD da solo non ha i numeri per far approvare il provvedimento. Renzi vuole a tutti che si approvi la parte relativa al riconoscimento dei diritti alle coppie di fatto, quindi l’obiettivo è quello di trovare un accordo sul ddl, lasciando all’Aula di decidere sull’articolo relativo alla stepchild adoption. Si può pensare anche ad una divisione in due parti dell’emendamento canguro, in modo da trovare un’intesa con i centristi della maggioranza e di riaprire un dialogo con i grillini (anche se questa strada secondo alcuni non è più percorribile): il programma quindi è portare avanti una legge sui diritti delle coppie omosessuali e lasciare all’Aula il ruolo di arbitro per quanto riguarda le adozioni. Non sarà facile trovare una soluzione procedurale: probabilmente si andrà verso uno smontaggio dell’emendamento canguro: prima si valuta la parte relativa all’articolo 5 (un’eventuale bocciatura farebbe tornare in piedi gli altri emendamenti sulla stepchild adoption) e poi l’altra parte che, se approvata, farebbe decadere le centinaia di emendamenti presentati dalla Lega.
La delusione di Monica Cirinnà
Monica Cirinnà intanto ha rilasciato delle interviste ai quotidiani più importanti, affermando di essere stanca e delusa. Delusa dal comportamento di alcuni renziani che si sono voluti vendicare per non aver ricevuto un “premietto” al recente rimpasto e delusa dalla condotta del Movimento 5 Stelle, i cui esponenti avevano più volte ribadito il sostegno al ddl, salvo poi andare contro il canguro. La Cirinnà si prende la colpa per essersi fidata dei grillini (spiega anche che Buccarella e Airola probabilmente hanno provato a mantenere la parola data, ma non sono potuti andare contro il diktat di Di Maio), ma sottolinea il tradimento di alcuni suoi colleghi di partito con cui ha lavorato fianco a fianco per due anni. Sull’eventualità di una modifica al ddl, Monica Cirinnà afferma che il testo è quello che si può trovare sul sito del Senato e che lei non vuole che il suo nome venga affiancato ad una legge trasformata in porcata.