L’operazione #OpIsrael 2.0 di Anonymous danneggia centinaia di migliaia di siti ma non crea danni permanenti al governo Israeliano
Durante l’operazione israeliana “Colonna di Nuvola”, la campagna militare lanciata lo scorso novembre 2012 contro Hamas, gli hacker di Anonymous hanno sferrato un attacco di massa ai siti web del governo israeliano in risposta ai 171 palestinesi uccisi durante gli otto giorni di scontri. L’Operation Israel (conosciuta su twitter con l’hashtag #OpIsrael) ha preso d’assalto migliaia di siti israeliani, governativi e non, utilizzando lo schema DDoS.
Dopo gli attacchi aerei della settimana scorsa su Gaza, che hanno ufficialmente interrotto il “cessate il fuoco” stabilito a novembre, Anonymous torna a schierarsi ancora una volta dalla parte della Palestina con un nuovo attacco dell’operazione #OpIsrael e la promessa di “cancellare Israele dal web”.
Annunciata qualche giorno prima l’offensiva #OpIsrael 2.0 di Anonymous è stata attuata durante la giornata di domenica 7 aprile, giorno in cui lo stato ebraico commemora l’Olocausto, scelta tutt’altro che casuale per denunciare la situazione umanitaria a Gaza, che gli hacker attivisti paragonano proprio alla Shoah.
I danni arrecati sono stati divisi in “Tango Down” (sito mandato offline), e “Defaced” (home page del sito deturpata, ossia modificata con i loghi di Anonymous e slogan pro Palestina) e hanno colpito più di 100.000 tra siti governativi e non, banche, account facebook e twitter di israeliani e altre pagine web, “non male per una sola giornata” ha osservato Anonymous.
L’attacco è stato diretto ai siti del primo ministro, del ministero della difesa, dell’educazione, del Mossad, delle industrie militari e dell’Istituto centrale di statistica, nonché al Jerusalem Post e altre testate giornalistiche filo israeliane. Tuttavia, sembra che molti siti governativi fossero rimasti accessibili per tutta la giornata e che Israele non solo non è stata eliminata dal web, ma ha reagito meglio rispetto a novembre 2012, contrattaccando, attraverso gli hacker pro Israele, i siti di Anonymous.
Il governo israeliano ha minimizzato l’impatto degli attacchi di Anonymous, dichiarando che non è stato arrecato “nessun danno reale”, ma le stime degli hacker anonimi parlano di più di 3 miliardi di dollari di danni per lo stato ebraico.