Sono stati i diffusi i dati sull’aumento dei prezzi: a livello locale il rincaro record è stato registrato dalle tariffe dell’acqua, cresciute dell’8,6% rispetto all’anno precedente, seguite dai ticket sanitari per le prestazioni ambulatoriali (+2,8%); in media, nel corso di dodici mesi le tariffe locali sono cresciute dell’1,8%, un dato che supera l’aumento prezzi a livello nazionale, che si è attestato all’1,4%, con Poste Italiane e telefonia mobile che registrano i rincari maggiori.
Unioncamere: tariffe nazionali cresciute dell’1,6%, aumenti record per Poste e telefonia
Le statistiche sono state elaborate da Unioncamere tramite l’Osservatorio prezzi e mercati. Gli aumenti dei prezzi registrati nel 2015 sono risultati inferiori rispetto a quelli del 2014, quando le tariffe pubbliche divennero più care del 3,5%. Va comunque sottolineato che lo scorso anno le tariffe sono cresciute nonostante l’inflazione prossima allo zero e lo stallo dei prezzi. Gli incrementi hanno riguardato praticamente tutto: a livello nazionale l’unica eccezione è rappresentata dai trasporti ferroviari, che per il secondo anno di fila hanno registrato un decremento (-1,7%), mentre a livello locale sono scesi solo i rifiuti solidi urbani (-2,9%), che l’anno precedente erano saliti in media del 10%. Per quanto riguarda i trasporti ferroviari bisogna aggiungere che a livello locale c’è stato un aumento dell’1,9%.
Le tariffe a controllo nazionale nel loro complesso sono incrementate dell’1,6% rispetto all’anno precedente, escludendo Poste e telefoni, che hanno registrato aumenti da record, rispettivamente del 12% e del 4,1% e al netto della componente energetica (gas ed energia elettrica nel 2015 sono calati del 2,5%), si tratta del valore più contenuto da quando siamo entrati nel terzo millennio.
Aumento prezzi locali: incrementi importanti per tariffe acqua e ticket sanitari
Oltre ai già citati tariffe dell’acqua e ticket sanitari, a livello locale hanno registrato incrementi importanti i prezzi dei musei (saliti del 2,8%) e dell’istruzione universitaria e secondaria (con aumenti che sfiorano i due punti percentuali). Tariffe più care per tutte le voci legate alla mobilità, con i trasporti urbani che segnano un +1,5%, quelli extraurbani un +1,4% e le auto pubbliche che registrano un +1,2%. In leggero aumento gli asili nido, che per ogni bebè costano in media lo 0,7% in più rispetto ai dodici mesi precedenti.
Le bollette dell’acqua quindi sono diventate sempre più care nonostante l’inflazione e la crisi economica che tendono ad ancorare i prezzi. Ma a spiegare il motivo di questo aumento delle tariffe idriche ci ha pensato Il presidente di Utilitalia (l’Associazione delle imprese idriche energetiche e ambientali), Giovanni Valotti: nel corso degli ultimi anni sono diminuiti i contributi pubblici, che nel 2012 coprivano il 34% degli investimenti, nel 2013 il 25% e nel 2014 il 20%. In pratica ora si adotta il principio secondo cui “chi usa l’acqua la paga”. Tuttavia le tariffe dell’acqua italiane sono ancora tra le più basse d’Europa (i francesi pagano tre volte tanto e i tedeschi quattro): secondo Valotti sarebbe utile un ulteriore aumento dei prezzi per realizzare gli investimenti necessari che servirebbero anche per evitare sanzioni dall’Europa.