L’argomento utero in affitto è sempre stato tra i più discussi, ma negli ultimi tempi era tornato alla ribalta insieme al ddl Cirinnà sulle unioni civili; Area Popolare ha fatto la sua proposta di legge, prevedendo pene severe (carcere fino a 5 anni e multe salate fino a 2 milioni di euro) per coloro che fanno ricorso, anche all’estero, alla maternità surrogata.
Legge sul divieto di maternità surrogata, le novità: multe salate e carcere anche per reati all’estero
Il ddl sulla disciplina del divieto di maternità surrogata (questo il nome completo della proposta di legge) nell’articolo 1 prevede la reclusione da 2 a 5 anni e una sanzione da 1,2 milioni a 2 milioni di euro per coloro che, in ogni maniera, pubblicizzino, utilizzino o ricorrano all’utero in affitto. Per chi invece pubblicizza o organizza la commercializzazione di embrioni o gameti è stata proposta la reclusione per un periodo che va da 1 a 3 anni e una multa da 600.000/1.000.000 di euro. Pene da 2 a 8 anni e sanzioni da 25.000 a 200.000 euro per chi vende o acquista cellule o tessuti di origine umana che sono stati prelevati da una persona in vita. È prevista la decadenza della patria potestà per quelli che verranno condannati. L’articolo 3 introduce il diritto alla conoscenza delle proprie origini e la tracciabilità per i nati da maternità surrogata (nel certificato di nascita andranno indicati anche i dati anagrafici dei genitori biologici che hanno contribuito a concepimento e parto).
Per gli esponenti di Ap l’utero in affitto è una pratica da punire come reato universale
A presentare la la proposta sono stati Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, Angelino Alfano, ministro dell’Interno, le parlamentari di Area Popolare e gli esponenti di Idea di Quagliarello. Come spiega la portavoce Ncd, Valentina Castaldini, rendere perseguibile la pratica dell’utero in affitto come reato universale è un atto a tutela delle donne, ma anche dei futuri bambini: la giustizia deve avere i giusti strumenti per difendere diritti e valori. Nico D’Ascola, senatore di Ap, ha detto che attualmente l’utero in affitto è vietato in Italia dalla legge 40, ma si tratta di un divieto debole e facilmente eludibile (addirittura questa pratica viene pubblicizzata) ed era necessario fare qualcosa che rendesse questo reato punibile anche se commesso all’estero. La mozione e il disegno di legge proposte da Area Popolare, aggiunge la deputata Paola Binetti, hanno anche la funzione di blindare il testo sulle unioni civili; si tratta di una battaglia di civiltà, spiega Dorina Bianchi, perché portare avanti una gestazione per altre persone è un’aberrazione: la donna non può ridursi ad un semplice apparato riproduttivo messo a disposizione dei desideri di genitorialità altrui, la maternità non può essere una merce di scambio e deve rimanere un atto d’amore tra una donna e un uomo. Non può esistere il diritto di avere un figlio a tutti i costi, ma esiste il diritto dei bambini ad avere una madre e un padre.
Le critiche alla proposta: un’inutile crociata internazionale
Ovviamente la proposta di legge sull’utero in affitto ha incontrato subito anche pareri negativi. Filomena Gallo (associazione Luca Coscioni) si augura che il Parlamento italiano non si avventuri in un’inutile crociata internazionale contro la maternità surrogata, andandosi a scontrare contro alcune delle democrazie liberali più importanti del globo. Portando avanti questa campagna l’Italia inoltre rischierebbe di subire nuove umiliazioni internazionali (è già accaduto per i temi di aborto e fecondazione assistita) e andrebbe a danneggiare il diritto all’autodeterminazione di moltissime donne.
Perché la vagina si è l’utero no? Sempre di un corpo di donna si tratta!