Sono passati 71 anni da quel 23 Marzo del 1945 in cui Francesco, detto Franco Battiato, venne al mondo a Ionia, in provincia di Catania. Erano gli anni difficili in cui l’Italia sembrava una fenice spelacchiata che provava a riemergere con molta fatica dalle ceneri del fascismo, tentando di costruire tutto in una volta un tessuto democratico sfibrato dal buio dell’ultimo ventennio.
È bello pensare alla vita e alla carriera di Franco Battiato in relazione a quel paese che “ri-nasceva” insieme a lui. Serve sopratutto a rendersi conto con maggiore attenzione della straordinaria unicità del cantautore siciliano, e sottolinea da quali difetti culturali sia riuscito a liberarsi, attraverso le carte della sperimentazione e dello studio. Primo su tutti il provincialismo cronico che ha sempre macchiato lo Stivale.
Franco Battiato è prima di tutto un artista che ha guadagnato a fatica, testo dopo testo, disco dopo disco, il diritto a dire tutto quello che vuole. E dall’alto dei 30 album pubblicati nella sua carriera, cominciata con l’aiuto di Giorgio Gaber e mai più interrotta nel corso dell’ultimo mezzo secolo, vorrei proprio vedere chi troverebbe il coraggio di ribattere. In effetti, Franco Battiato è l’unico artista italiano attivo in quel calderone musicale chiamato “commerciale” a vantare l’appellativo di maestro. E mica per caso.
Sono molteplici, infatti, le ragioni artistiche che lo hanno consacrato a questo rango. Alle grandi sperimentazioni degli anni Settanta, meno note al grande pubblico, il compositore siciliano ha sempre affiancato una produzione che oseremmo definire pop-virtuosistica, finita l’era del Progressive non ha mai perso l’occasione di portare quella forma mentis anche in ambito popolare, il che non è proprio una cosa da tutti.
E così oltre a detenere il primato di aver messo casse in quattro sotto alla musica classica (prima che i vari Gabry Ponte and friends emettessero il primo vagito), Battiato ha sempre tenuto fede ad un tipo di scrittura profondo e mai immediato che lo rende riconoscibile immediatamente, anche quando ci parla di India ed Oriente, anche dietro al suo inglese inceppato, con cui riesce a trasformare dubbi esistenziali in tormentoni estivi.
Il tour di Franco Battiato toccherà le principali città italiane: da Napoli a Milano, passando per Firenze e Bologna
Sembra davvero che il Maestro, al quale cogliamo l’occasione per fare gli auguri, non risenta degli inevitabili acciacchi dell’età. Dopo il concerto del 20 Marzo all’Auditorium di Roma, ultimo di quattro date, oggi Battiato è partito alla volta di Napoli, dove festeggerà il compleanno sul palco del Teatro Augusteo, con un concerto SOLD OUT che sarà però bissato nella giornata di domani. E poi ancora nelle prossime settimane e nel mese di Aprile, continuerà a girare l’Italia, toccando Reggio Emilia il 29 Marzo, Bologna il 30 e il 31; Catania il 4 e il 5 Aprile e infine Palermo il 7 e l’8. Per quanto riguarda le date già fissate per Luglio, invece, il Maestro sarà a Milano il 15, a Firenze il 20 e ancora a Roma il 17.
Novità di questo tour, che vede continuare il sodalizio con Alice, è la presenza sul palco della Ensemble Symphony Orchestra diretta da Carlo Guaitoli, che seguirà il cantautore in tutte le tappe. Ancora una volta Battiato dimostra che Maestro è colui che non smette mai di rinnovarsi, lasciandoci anche la possibilità di imparare.