Recensione e trama del film Un Bacio di Ivan Cotroneo, dal 31 marzo al cinema.
Un Bacio, la trama
Lorenzo è un adolescente torinese, dichiaratamente omosessuale, che viene adottato da una famiglia di Udine. Blu è una ragazza in contrasto con il mondo. Antonio è il fratello minore di Massimo, morto in un incidente stradale, la cui assenza pesa molto. Questi tre giovani sono in classe insieme e vivranno un’amicizia che li porterà oltre il loro confine adolescenziale.
Recensione del film “Un Bacio” di Ivan Cotroneo
Prodotto da Indigo film, Rai Cinema e il mitico “scudo” Titanus, dal 31 marzo arriva nelle sale “Un Bacio”, seconda opera del regista, scrittore e sceneggiatore Ivan Cotroneo.
La storia di ognuno di noi ci fa dire di essere nati in una città che negli anni ci portiamo dietro per sempre. L’Europa ha reso queste distinzioni geografiche sempre meno nette e distinguibili in modo da farci diventare “cittadini europei”. Nonostante ciò, nel nostro Paese ci sono ancora queste distinzioni geografiche che spesso nell’arte ne contraddistinguono il percorso. Vincenzo Salemme, ad esempio, è un attore e regista che caratterizza le sue opere con il dialetto napoletano; Gigi Proietti, invece, è la voce di Roma. Tra i registi i Fratelli Vanzina, storici romani, hanno sempre inserito una componente capitolina nelle loro pellicole e Paolo Virzì, livornese doc, ad esclusione del suo ultimo film “Il Capitale Umano”, ha sempre cercato di mettere nei suoi film qualche attore toscano. Il partenopeo Ivan Cotroneo è alla sua seconda opera da regista e dimostra una grande capacità nel parlare a tutto lo stivale e a tutte le sue generazioni.
Se un film è assimilabile ad una casa Cotroneo ne è il grande architetto. La parte fondamentale, quella che tiene in piedi la struttura del film, è il libro, che dal titolo omonimo racconta la storia di due ragazzi e una professoressa, dove Ivan, già nello scriverlo, dimostra grande capacità nel racchiudere un messaggio così forte in un centinaio di pagine.
Nel cinema come nella vita puoi avere tante belle idee, ma senza soldi non riuscirai mai a metterle in pratica. Per fortuna ci sono produttori (in veste di sapienti talent scout) che sanno riconoscere le potenzialità guardando verso l’orizzonte dove arriverà regista. Questa è Indigo Film, casa di produzione che supporta la suddetta opera e che nel suo portfolio detiene, tra i tanti autori, un certo Paolo Sorrentino.
Da grande amante di cinema, il regista ha fortemente richiesto la possibilità di rivedere il mitico “scudo” Titanus, azienda che negli ultimi anni si è concentrata nei prodotti per la televisione, un’operazione che mixa rilancio aziendale e un pizzico di nostalgia. Rai Cinema fa parte di questi importanti pilastri anche per una sensibilizzazione verso una tematica come quella trattata, non presente in altri prodotti della linea editoriale stagionale. Ultimo pilastro fondamentale è la sceneggiatura. Scritta con Monica Rametta, sua fedele collaboratrice, mostra un testo aderente alla realtà, che non banalizza in luoghi comuni i giovani ma dà a ognuno dei ragazzi un’ottima base dove inserirci l’interpretazione, quasi come ne fotografasse la vita quotidiana, inserendo elementi attuali, come i social network e cuffie colorate sempre in testa. E’ curioso il fatto che per scrivere il ruolo di Lorenzo sia partito dal precedente lavoro cinematografico “La Kryptonite nella borsa”, ma soprattutto dal dialogo finale tra Peppino e Gennaro dove viene evidenziata la futura solitudine del personaggio a dar l’idea come se Lorenzo fosse un futuro Peppino. Questo ultimo “pilastro” rende Cotroneo un degno sfidante di Francesco Bruni per l’ipotetica categoria “miglior sceneggiatore dei giovani”.
Scelta dei materiali
Il cast tecnico è di alta caratura nel settore della fotografia, ruolo occupato da Luca Bigazzi, storico nome all’interno del cinema. Più che un semplice “direttore” è un collezionista di riconoscimenti dato che detiene ben sette David di Donatello; per tutto l’arco del film rispetta le richieste del regista con i passaggi di luce che sottolineano maggiormente le sensazioni dei protagonisti.
Il cast artistico è sapientemente ben amalgamato. I tre protagonisti sono esordienti in ruoli così centrali. A partire da Lorenzo, interpretato da Rimau Grillo Ritzberg, esordiente totale nel mondo del cinema e molto simile al leader dei Jonas Brothers con la carnagione di Stash. Sentendo alcune interviste del passato è evidente come nel film abbia fatto un importante lavoro sia su voce che movenze, questo gli restituisce una stabilità e credibilità nella storia dandogli il giusto equilibrio quando si trova accanto al resto del cast.
Per il ruolo di Blu troviamo Valentina Romani, che se da un alto indossa un look molto simile a Tea Falco, dall’altro presenta alcuni elementi che, in termini di storia, ne evidenziano un forte carattere adolescenziale: con il suo casco dall’adesivo col dito medio, il suo scrivere alla se stessa tra vent’anni e un continuo contrasto con la madre. Tutte queste caratteristiche lasciano allo spettatore una protagonista femminile piena di talento che presto si toglierà parecchie soddisfazioni.
Il terzo e ultimo protagonista è Antonio, interpretato da Leonardo Pazzagli, che nonostante la sua età reale di circa ventitré anni, si cala in un ruolo di cinque anni più giovane ma allo steso tempo riesce a renderlo credibile nel suo essere duro, chiuso e ritenuto stupido dal resto della scuola.
Nel supportare questi giovani attori sono stati affiancati al regista colleghi esperti che (anche se per poche scene) sono riusciti a mettere in pratica il loro ruolo senza sovrastare i ragazzi.
Realizzazione e risultato finale
Il film, nonostante il target per ragazzi dichiarato già nella locandina, è di necessaria visione anche per un pubblico adulto per capire le fragilità, le difficoltà e tutte le sensazioni che un adolescente prova, sapientemente raccolte da un lettore della realtà come Ivan Cotroneo. I giovani raccontati sono pieni di difficoltà e cercheranno di riuscire a superarle da soli, volendosi mostrare più forti dei genitori che, seppur presenti, non riescono ad andare mai oltre e capire a fondo i loro ragazzi.