Il Documento di economia e finanza è stato approvato dal Consiglio dei Ministri: nel Def 2016 sono indicate le previsioni sull’andamento economico del Paese, gli obiettivi in tema di finanzia pubblica e le principali riforme in cantiere per il futuro. La crescita del Pil è rivista al ribasso, ma Padoan afferma che l’economia è in ripresa grazie al continuo miglioramento delle finanze per quanto riguarda sia il deficit che il debito. Vediamo quali sono le novità previste dal testo su lavoro, tasse e pensioni.
I numeri del Def: crescita del Pil rivista al ribasso
La crescita del Pil sarà dell’1,2% (e non dell’1,6% come previsto dall’aggiornamento di settembre al Def 2015); il Governo, tramite le parole del ministro Padoan, conferma di voler continuare a muoversi su una politica mirata alla crescita, all’occupazione e al rafforzamento della finanza pubblica. Per quanto riguarda l’indebitamento è stato indicato un 2,3% rispetto al Prodotto: un compromesso tra il 2,4% che si raggiungerebbe con l’occupazione dell’intero spazio legato alla clausola di flessibilità per i migranti e il 2,2% previsto lo scorso autunno. Il debito pubblico nel 2016 scenderà, ma ad un ritmo più basso: si passerà dal 132,7% del Pil registrato nel 2015 al 132,4%, mentre nella nota di previsione era stato indicato un 131,4%. Ancora un po’ di numeri per quanto riguarda l’inflazione, per la quale è prevista un tasso dell’1,3% nel 2017 e dell’1,6% nel 2018. Ecco il confronto tra le previsioni contenute nell’ultima nota di aggiornamento del Def 2015 e quelle indicate nel nuovo documento:
Le misure e le dichiarazioni del Governo: più lavoro e meno tasse
Renzi ha detto che non ci sarà una manovra correttiva, così come non ce ne sono state nei 26 mesi precedenti: per il Premier si tratta di un’espressione ormai rottamata da questo Governo e il fatto che nel Def sia stata ritoccata al ribasso la crescita del Pil è solo per una questione di serietà: la crescita c’è e la politica economica portata avanti dal Governo sta producendo risultati tangibili. Un capitolo del documento è stato riservato alle misure espansive, con un occhio di riguardo per le imprese: nel giro di un mese dovrebbe vedere la luce un provvedimento che, stando alle parole di Padoan, potrebbe avere un valore pari allo 0,2% del Pil. È previsto l’azzeramento della tassa sul cosiddetto capital gain e altre misure di sostegno agli investimenti nelle aziende non quotate e sgravi fiscali sugli utili che vengono reinvestiti. Viene prevista inoltre una riduzione dello 0,7% per la pressione fiscale, che si collocherebbe così al 42,8% del Pil (42,2% se si classifica il bonus da 80 euro). Si accenna alla possibile introduzione di un superbonus per le aziende che trasformano i contratti di tirocinio in assunzioni a tempo indeterminato: l’agevolazione è valido per le assunzioni di ragazzi di età compresa tra i 16 e i 29 anni che, nell’ambito di Garanzia Giovani, stiano svolgendo o abbiano svolto un tirocinio extracurricolare. L’Esecutivo poi sembra intenzionato a chiedere ulteriore flessibilità all’Europa, in modo da aver maggiore margine di manovra per attuare una riduzione delle tasse per le imprese (ad esempio l’anticipo del taglio dell’Ires), mentre per quanto riguarda l’Irpef si dovrà comunque attendere il 2018.
Le reazioni dei sindacati e novità sulle pensioni
Il Def approvato dal CdM non raccoglie l’entusiasmo di Susanna Camusso: il documento, spiega la leader della Cgil, sembra confermare la voglia di continuare con una politica basata sui piccoli aggiustamenti e questo non basta a creare i presupposti per quella crescita di cui l’Italia ha bisogno. Carmelo Barbagallo (Uil) non ha ancora voluto esprimere un giudizio definitivo, vuole leggere il documento, senza farsi condizionare da annunci e spot: la speranza è che ci sia un’inversione di tendenza, ma se si vuole crescere sono necessari investimenti importanti. Annamaria Forlan (Cisl), in attesa di poter dare un giudizio definitivo dopo aver letto il testo, si è limitata a dire che le stime prudenziali non sembrano essere un dato molto incoraggiante.
Sul comunicato stampa emanato da Palazzo Chigi si legge che la disoccupazione è in calo, che l’occupazione è in crescita, che i conti sono in miglioramento e che le tasse continuano a diminuire. Continua a non esserci nessun accenno ad un’eventuale riforma pensioni. Cesare Damiano ha detto di augurarsi che il Def contenga qualcosa in merito alla necessità di correggere il sistema previdenziale con l’inserimento qualche forma di flessibilità. Se invece non è previsto nulla c’è il rischio che tutti gli annunci sull’inserimento di una riforma pensioni nella legge di Stabilita 2017 possano non avere seguito. Non rimane che attendere per conoscere l’intero contenuto del documento e degli allegati.