Grandi contestazioni alla Camera dopo l’approvazione del DDL Acqua, ovvero la proposta di legge che contiene le nuove regole sulla tutela, il governo, la gestione e il finanziamento del servizio idrico; il testo, dopo aver ottenuto a Montecitorio il voto favorevole di 243 deputati (129 i contrari e 2 gli astenuti), è pronto a passare al Senato. Cerchiamo di capire il motivo delle proteste in Aula e cosa prevede il disegno di legge: la gestione dell’acqua sarà pubblica o privata?
Le novità del DDL Acqua 2016: gestione pubblica o privata?
Il DDL Acqua introduce diverse novità, tra cui l’istituzione di un Fondo Nazionale di solidarietà internazionale che dovrebbe garantire un minimo vitale di acqua (massimo 50 litri pro capite) anche in caso di morosità. Il servizio idrico integrato non verrà sostenuto tramite la fiscalità generale e il provvedimento individua come fonti di finanziamento la tariffazione, le risorse nazionali (ad esempio il Fondo sulle risorse idriche creato con lo Sblocca Italia) e quelle in arrivo dall’Europa con la finalità di permettere agli enti di governo di assicurare il servizio su tutto il territorio a livelli almeno essenziali. Si dovranno quindi installare in tutte le abitazioni o esercizi commerciali dei nuovi contatori che favoriscano la tele-lettura tramite rete elettrica.
Viene espressamente sancito il principio secondo il quale tutte le acque superficiali e sotterranee sono pubbliche e quindi non mercificabili e che il patrimonio idrico debba essere tutelato e rinnovato anche per garantire i diritti delle generazioni future; la priorità d’uso spetta al consumo umano, seguito da altre finalità come l’agricoltura e l’alimentazione degli animali, casi per i quali andrebbe favorito l’impiego di acque di recupero. Il servizio idrico integrato viene considerato un servizio pubblico locale di interesse economico generale e deve essere assicurato alla collettività; la sua gestione può essere affidata a società interamente pubbliche, purché in possesso dei requisiti indicati dall’ordinamento europeo per la gestione in house, e partecipate da tutti gli enti locali che fanno parte dell’ATO (ambito territoriale ottimale).
Le proteste di Sinistra Italiana e Movimento 5 Stelle: l’acqua non si vende
Ma cosa ha scatenato le proteste in Aula? Il fatto che, a seguito dell’approvazione di un emendamento, alla frase che assegna l’affidamento della gestione a società interamente pubbliche è stata depennata la formula “in via prioritaria”. Secondo gli esponenti del Movimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana, che hanno esibito tra i banchi della Camera striscioni e bandiere con la scritta “Acqua Pubblica”, l’annullamento di questa formula rappresenta un’apertura alla privatizzazione della gestione e questo andrebbe contro quanto chiesto dagli italiani con il referendum del 2011, ovvero che la gestione rimanga pubblica.
I deputati della Commissione Ambiente del Movimento 5 Stelle se la prendono con il PD, reo di aver stravolto il testo della legge popolare, e con il Governo, che con le sue scelte dimostra di non voler rispettare la volontà dei cittadini; i deputati di Sinistra Italiana ribadiscono che la gestione dell’acqua deve rimanere pubblica perché solo in questo modo si potrà mettere in atto un percorso virtuoso tra tariffe e spese di gestione e servizio: una gestione privata punterebbe invece esclusivamente al profitto. Parla di tradimento Pippo Civati (Possibile): l’attuale testo del DDL Acqua va contro la volontà degli italiani manifestata con quello che è stato il referendum più partecipato degli ultimi 15 anni.
Il Governo difende il testo, entro l’anno Dlgs sulle concessioni
Il sottosegretario all’Ambiente, Silvia Velo, al termine dei lavori in Aula ha invece difeso il testo del DDL Acqua: il provvedimento sulla tutela, il governo e la gestione dell’acqua che è stato approvato dalla Camera garantisce una più efficiente gestione del servizio idrico e maggiori stabilità e trasparenza al settore; viene ribadito il diritto essenziale all’accesso all’acqua potabile e viene tutelata la risorsa delle acqua sotterranee e superficiali secondo criteri di solidarietà, responsabilità, efficienza e sostenibilità.
Il disegno di legge delega il Governo ad emanare, entro il 31 dicembre 2016, un decreto legislativo in merito al rilascio e al rinnovo delle concessioni di prelievo dell’acqua. Viene inoltre previsto il contributo di un centesimo per ogni bottiglia (in materiale plastico) di acqua che sarà utilizzato per il sostegno di progetti di cooperazione mirati all’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari che verranno finanziati con il Fondo Nazionale di solidarietà internazionale.