La storia d’Italia è una delle più oscure che un paese occidentale abbia mai conosciuto. La nostra Repubblica, che sembrava un sogno così a portata di mano quando erano ancora calde le ceneri del fascismo, ha invece faticato a venire fuori, e non poco. Si è costruita con le grandi riforme sociali, con coatte transizioni culturali, ma anche con le bombe e le stragi. Con l’abusivismo, con i segreti di Stato e con il sangue di tante, troppe vittime. Come quello di Boris Giuliano, l’eroe italiano a capo della squadra mobile di Palermo, ammazzato dalla mafia nel 1979. In un bar, mentre prendeva il caffè. Un italiano anche nella morte.
L’errore a cui si va più spesso incontro nell’interrogarsi sul passato di questo nostro paese è quello di non considerare il fenomeno mafioso come una componente reale e tutt’altro che marginale delle cose di Stato. Di non capire che Cosa Nostra ha rappresentato, e continua a rappresentare, un organo politico prima che criminale, vicino alla finanza ed alle posizioni di ruolo.
Una sorta di Stato nello Stato, che non si accontenta di rimanere nell’ombra, ma che influisce sul presente della società, come il Maxiprocesso del 1986 e le indagini sulle trattative Stato-Mafia hanno abbondantemente dimostrato.
Dunque chi era Boris Giuliano? Quello che tra i primi, ma con maggior efficacia e lungimiranza degli altri, intuì tutte queste cose. Quello che disegnò i primi confini della mafia. Quello che posò le prime pietre, che avrebbero poi fatto da fondamenta al lavoro di altri eroi italiani, forse più conosciuti: Falcone e Borsellino.
Boris Giuliano fu tutto questo oltre ad essere un uomo sposato, un semplice poliziotto. E Rai 1 finalmente gli rende onore con una mini-serie che porta il suo nome, un lavoro che svolge quel ruolo di servizio pubblico richiesto all’emittente di bandiera, che molto spesso viene schiacciato da logiche pubblicitarie e da programmi commerciali.
Rai 1 torna nella Palermo degli anni ’70 per raccontare la storia di Boris Giuliano nella fiction con Adriano Giannini
Boris Giuliano aveva una capigliatura anni settanta a sormontare dei baffi da sbirro e una faccia della stessa pasta. Trovarne uno come lui sarebbe stato troppo complicato, ed è per questo che Ricky Tognazzi, che firma da regista quest’opera televisiva, ha scelto Adriano Giannini come protagonista assoluto nei panni del poliziotto. Sicuramente più bello, ma con una certa tristezza negli occhi che lo accomuna all’eroe palermitano (che però era nato a Messina).
Ma nella fiction, che andrà in onda Lunedì 23 e Martedì 24 Maggio in prima serata su Rai 1, spiccano anche altri nomi. Su tutti, va segnalata la presenza di Antonio Gerardi e Francesco Montanari.
I due attori, “nati” nella scuola di Romanzo Criminale, hanno già dimostrato di rendere al meglio in ambientazioni storiche come quella che concerne la trama di Boris Giuliano – Un Poliziotto a Palermo, che raccoglie i lasciti biografici del poliziotto, dall’arrivo a Palermo alla leadership del gruppo di funzionari soprannominato in seguito “la squadra dei giusti”; dai tasselli della storia cittadina, come la strage di Viale Lazio, alle prime indagini in collaborazione con i federali americani (operazione Pizza Connection). Fino ai sette colpi di pistola esplosi in quel bar nel cuore di Palermo, per mano di Leoluca Bagarella, il killer numero uno dei corleonesi. Già, perchè anche se Boris Giuliano è arrivato in televisione, stavolta non c’è lieto fine.