I quattro disegni di legge su amnistia e indulto sono fermi da mesi in Commissione Giustizia, ma finalmente su questo tema c’è una novità: è stato presentato il ddl Pannella, una proposta di modifica dell’articolo 79 della Costituzione che mira a ridurre la maggioranza necessaria per l’approvazione degli atti di clemenza.
Le novità del ddl Pannella: nuova maggioranza per l’approvazione di amnistia e indulto
Le regole attuali prevedono infatti che in entrambe le camere i 2/3 dell’assemblea si esprima favorevolmente, mentre il ddl Pannella punta ad introdurre la maggioranza assoluta (ovvero il 50% più uno dei votanti). La soglia richiesta oggi per l’approvazione di amnistia e indulto è stata introdotta nel 1992, nel bel mezzo dell’epoca di Tangentopoli: fu un intervento dettato dalle esigenze del momento per rendere più difficile l’approvazione degli atti di clemenza; da allora è stato approvato solo l’indulto del 2006, ma, sottolinea Luigi Manconi (senatore del PD che ha presentato il ddl Pannella), è arrivato il momento di cambiare qualcosa per ridurre l’accumulo delle cause e il problema del sovraffollamento nelle carceri. Ovviamente, prosegue Manconi, amnistia e indulto devono rimanere strumenti d’eccezione, ma prima di procedere con le necessarie riforme strutturali del mondo giudiziario e penitenziario si dovrebbe ripristinare un po’ di normalità.
Le parole dei sottoscrittori del testo
Il ddl Pannella, nominato in questo modo per omaggiare il leader dei Radicali scomparso pochi giorni fa, è stato presentato durante una conferenza stampa al Senato da Manconi, ma è stato sottoscritto anche da Peppe De Cristofaro (Si), Luigi Compagna (Cor), Sergio Lo Giudice (PD), Altero Matteoli (FI) e Riccardo Mazzoni (Ala). Proprio Mazzoni ha dichiarato che amnistia e indulto sono gli strumenti per riportare l’Italia nella legalità: il Bel Paese è infatti sotto continua osservazione. Durante la conferenza stampa Mazzoni ha detto anche che chi dice che il problema del sovraffollamento nelle carceri è stato superato dice una falsità perché forse nelle carceri non c’è mai stato.
Il ddl verrà mandato a tutti i senatori per continuare la raccolta delle sottoscrizioni. Rita Bernardini si augura comunque che questa proposta di legge sia solo un punto di inizio, perché Pannella è sempre andato oltre alla semplice questione del quorum: l’importante è che il provvedimento sia hic et nunc (ovvero ora e subito, frase che citava spesso Pannella) e che non rimanga solo un atto depositato alla memoria: l’amnistia serve davvero all’Italia per tornare nella legalità. Ma non tutti sono pronti ad appoggiare il ddl che semplificherà la procedura per l’approvazione di amnistia e indulto: il deputato di Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli ha detto che il Partito Democratico ancora una volta si dimostra pronto a frantumare la certezza della pena. Dal partito guidato da Giorgia Meloni arriva un secco no ad interventi di clemenza e perdonismo che possono compromettere la tutela delle vittime e l’incolumità dei cittadini, scaricando tutto sulle Forze dell’Ordine.
Le proteste della Polizia penitenziaria per la condizione nelle carceri e non solo
E a proposito delle Forze dell’Ordine, bisogna sottolineare che il 23 maggio il Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, ha organizzato una manifestazione per attirare l’attenzione della politica sugli annosi problemi dei penitenziari che necessitano di una risposta urgente e che non può più essere rinviata. L’obiettivo della protesta era quello di chiedere l’assunzione straordinaria di un migliaio di nuovi agenti (l’ultimo concorso era stato sospeso per presunte infiltrazioni camorristiche), il rinnovo del contratto fermo ormai da dieci anni e l’equiparazione delle carriere di tutte le Forze di Polizia. È da tanto tempo che i sindacati di Polizia Penitenziaria denunciano una situazione difficile, con carenze di organico, mezzi insufficienti e strutture inadeguate e senza fondi per la loro manutenzione.