Quando gli addetti ai lavori del rap hanno visto schizzare Santeria in vetta alla classifica italiana, hanno pensato ad un’inspiegabile ritorno di fiamma di Noyz Narcos e Gengis Kahn, e del loro Best Out Vol 2. Roba da intenditori, e da socio-psico-patici.
Ed invece no, questa Santeria qua non ha nulla a che vedere col Grande Raccordo Anulare. Si tratta del nuovo disco di Marracash e Guè Pequeno, uscito lo scorso 24 giugno e di fisso al primo posto delle vendite della piattaforma Apple per l’Italia.
Sarà pur vero che col mercato che ci ritroviamo in Italia, per andare primi in classifica basta mettersi col banchetto dei dischi fuori dalla porta della parrocchia, e convincere il prete a fare l’endorsement. Un’altra cosa vera, poi, è che sembra che a vendere sia solo il rap (o lo pseudorap). Però va riconosciuto che il risultato è davvero ottimo, e le cause vanno rintracciate proprio nella scelta dei due Milano Finest di unire le forze in onore del rap (e dei soldi).
In effetti il termine Santeria sta a rappresentare un sincretismo tra la religione cristiana e quelle animiste. Un mix tra due anime sostanzialmente diverse, storicamente imposto agli schiavi cubani dagli schiavisti europei. Insomma, tutto un altro paio di maniche in termini di gravità. Forse una delle crudeltà peggiori della storia dell’umanità. Ma permette comunque di capire che questi due, forse, di fare un disco insieme non è che ne avevano tutta sta voglia. Lo hanno fatto per andare primi in classifica, e lì stanno. Dunque bravi.
Recensione e tracklist di Santeria, il nuovo disco di Marracash e Guè Pequeno
Se poi si vuole entrare nel merito delle canzoni, che dire. Marracash e Guè sono le penne più sciolte in circolazione. Rime che sanno di punch line, alcune anche di non immediata decriptazione. Sanno far dire anche Wow ogni tanto, nonostante un immaginario che comincia a stagnarsi un po’ nei rap-luoghi comuni, e in fondo stanno più fuori di Salvador Dalì.
Sanno paragonare il tasso della disoccupazione al grado di taglio della bamba, per dire che il livello è alto. Ce l’hanno con tutto e tutti, sopratutto con gli altri rappers e con chi conosce meno pusher di loro, ma a differenza di gente come Jake La Furia possono permettersi di prendere per i fondelli più o meno chi vogliono. Perché sono bravi a fare quello che fanno.
Il discorso cala, e nemmeno poco, quando si arriva ai ritornelli che di fisso sono molto sotto ai versi. Sempre scanditi tipo balbettìo, forse dovuto al fatto che in Santeria i due si passano il microfono nelle strofe ma scelgono di andare sui ritornelli in doppia. Evvabbè.
Comunque, da quando Michele Monina è diventato il Mike Buongiorno della canzone italiana, è ad altre cosette che si guarda per capire il gradiente di attenzione che c’è intorno ad un nuovo disco. E allora gli occhi e le orecchie vanno subito al singolo Cantante Italiana, che oltre ad avere la base migliore di tutti gli altri pezzi in tracklist (che trovate in fondo) passa in rassegna tutte le pop star italiane, sotto l’occhio maschilista ma pungente di Santeria.
La polemica è già scattata con i soggetti in questione, perché questo singolo di punta in Santeria ci va pesantino, seppur con ironia esplicita. Le definisce tutte stelline uscite da un talent che poi, una volta uscite dai cuori, vanno a fare i giudici negli stessi talent. In effetti, Santeria è un disco bugiardo, ascoltatelo (a vostro rischio e pericolo).
1. Santeria (prod. Shablo)
2. Money (prod. Don Joe & Mark Hiroshima)
3. Nulla Accade (prod. Marz)
4. Senza Dio (prod. Zef)
5. Salvador Dali’ (prod. Charlie Charles)
6. Cosa Mia (prod. Mace)
7. Purdi (prod. Don Joe & Mark Hiroshima)
8. Cantante Italiana (prod. Deleterio)
9. Insta Lova (prod. 2nd Roof)
10. Maledetto Me (prod. 2nd Roof)
11. Scooteroni (prod. Pherro)
12. Tony (prod. 2nd Roof)
13. Quasi Amici (prod. Banf)
14. Film Senza Volume (prod. Shablo)
15. Erba & Wifi (prod. Shablo)