Nel corso degli ultimi mesi si è sentito parlare spesso dei vari piani e progetti che ruotavano intorno alla riforma pensioni: ultimamente il Governo sembrava aver finalmente individuato i prossimi interventi in campo previdenziale, ma stando alle ultime notizie il tutto sembra essere ancora in alto mare; la riforma pensioni sarà abbastanza timida e “a puntate”: inizialmente si partirà solo con l’Ape e la ricongiunzione gratuita dei contributi, ma per il resto (precoci, esodati, quattordicesima) si dovrà aspettare.
Riforma pensioni “a puntate”: mancano le risorse
A cosa sarebbe dovuto questo “spacchettamento” della riforma? Alla non facile situazione dei conti pubblici e alla conseguente difficoltà di reperire risorse per attuare il piano nella sua totalità. In tutto, l’intero pacchetto delle misure previdenziali studiate dall’Esecutivo richiederebbe allo Stato uno sforzo di 4 miliardi di euro, di cui 2,6 immediatamente. Per rendere operativo l’anticipo pensionistico Ape servono 700 milioni, per la ricongiunzione dei contributi almeno 500, per l’estensione della platea dei beneficiari della quattordicesima altri 800. Bisogna trovare anche le risorse per l’innalzamento della no-tax area e poi ci sarebbe la misura più impegnativa, ovvero quella relativa allo scivolo per i lavoratori precoci (gente che ha iniziato a lavorare molto presto), per i quali si pensa ad un bonus contributivo pari a tre o quattro mesi per ogni anno di lavoro svolto prima di diventare maggiorenni.
Prima fase: via ad APE e ricongiunzione gratuita dei contributi
La prima tranche della riforma pensioni sarà composta quindi da due sole misure. La prima è l’Ape, l’anticipo pensionistico: parliamo di un prestito che viene concesso ai lavoratori che decidono di uscire anticipatamente e che lo dovranno restituire tramite un piano di rimborso ventennale una volta raggiunti i requisiti per la pensione. Questo meccanismo ha sollevato più di un dubbio, visto anche che il lavoratore subisce in pratica una doppia penalizzazione (anticipo pensionistico e pagamento degli interessi) e che l’operazione coinvolgerebbe anche banche e assicurazioni. L’introduzione dell’Ape avrebbe un costo contenuto per le casse dello Stato (700 milioni) proprio perché gran parte degli oneri finirebbero sulle spalle dei lavoratori. La seconda misura che potrebbe essere introdotta in tempi brevi è quella relativa alla ricongiunzione gratuita dei contributi: considerando il costo non eccessivo (non si dovrebbe andare oltre i 500 milioni di euro), l’intervento appare sostenibile per le casse dello Stato nonostante il periodo.
Quattordicesima, precoci ed esodati: se ne riparla l’anno prossimo
I due interventi di cui abbiamo appena parlato verranno molto probabilmente inseriti nella legge di Stabilità 2017, mentre per tutte le altre misure i tempi sembrano destinati ad allungarsi: se ne discuterà direttamente l’anno prossimo. Come detto, l’intervento più oneroso per lo Stato dovrebbe essere quello che riguarda il bonus per i lavoratori precoci, ma anche la revisione della quattordicesima può risultare particolarmente cara. Ancora è da vedere se si punterà all’aumento degli assegni degli attuali beneficiari o all’allargamento della platea dei beneficiari (questa opzione sarebbe la più pesante per i conti pubblici, visto che costerebbe circa 800 milioni). Non bisogna poi dimenticare che serviranno ulteriori risorse da impiegare sul fronte esodati: con l’ottava salvaguardia verrebbero tutelate 32.000 persone.