Da poche ore si è concluso il primo confronto in tv tra Hillary Clinton e Donald Trump: è arrivato il momento di fare il punto sulla situazione delle elezioni USA 2016 scoprendo la data del voto, chi è il favorito in base ai sondaggi e alle ultime news e facendo delle previsioni. Il secondo mandato di Barack Obama è ormai giunto agli sgoccioli: chi sarà il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti?
Quando e come si voterà: la data delle elezioni USA 2016
Le elezioni USA 2016 si terranno il prossimo 8 novembre: come abbiamo già avuto modo di spiegare in un nostro precedente articolo, il sistema statunitense prevede un’elezione semidiretta, infatti il nuovo presidente riceve il mandato dai 538 grandi elettori votati con elezione diretta il martedì successivo al primo lunedì di novembre dell’anno conclusivo del mandato del presidente in carica. Ogni Stato elegge un numero di delegati che è pari al numero dei rappresentanti di quello stesso Stato al Congresso, stabilito anche in base al numero degli abitanti.
Poche ore fa c’è stato il primo confronto in diretta tv tra i due candidati principali, ovvero Hillary Clinton del Partito Democratico e Donald Trump del Partito Repubblicano. L’attesa che c’era nei confronti di questo dibattito è testimoniata anche dall’audience mondiale (si parla di cento milioni di telespettatori): come da tradizione a stelle e strisce, il confronto è durato un’ora e mezza senza interruzioni pubblicitarie e reazioni da parte del pubblico.
Il primo confronto in diretta tra Clinton e Trump
Il dibattito ha mostrato tutte le divergenze tra i due candidati, ma chi si aspettava dei colpi bassi forse è rimasto deluso: i toni non sono mai andati oltre un certo limite, ma questo non vuol dire che i due si siano risparmiati qualche stoccata. Clinton e Trump si sono presentati a colori invertiti (l’ex first lady indossava un vestito rosso, colore che per tradizione rappresenta i repubblicani, mentre il magnate di New York ha optato per un completo blu, colore tipico dei democratici) e hanno fatto capre di essere in disaccordo praticamente su qualsiasi tema, ribadendo quell’immagine di un’America letteralmente spaccata tra chi è convinto che il Paese sia in declino e chi invece pensa che sia ancora la nazione capace di guidare le redini del pianeta.
Come era lecito attendersi, la Clinton si è mostrata più pacata e misurata, ma anche Trump è riuscito (o almeno ci ha provato) a contenere i suoi soliti eccessi, dimostrandosi comunque poco abituato a palcoscenici di questo tipo: ha provato ad interrompere più volte la rivale e alla fine ha parlato per 5 minuti in più. Il magnate ha attaccato la controparte accusandola di scarsa trasparenza e ha più volte cercato di dipingere l’ex first lady come la “solita politica” (in senso dispregiativo ovviamente) per fare leva sulla volontà di cambiamento da parte degli americani; ma anche la Clinton ha fatto i suoi affondi (ad esempio ha detto che il suo rivale si rifiuta di rendere pubblica la sua dichiarazione delle tasse perché forse non è così ricco come vuole far credere).
I toni si sono alzati quando si è parlato delle tensioni etniche, ma Trump è riuscito a far vacillare un po’ la sua concorrente parlando dei trattati di commercio: la Clinton in passato ha appoggiato la Trans-Pacific Partnership che ora rigetta (i repubblicani spesso hanno fatto riferimento alla perdita di milioni di posto di lavoro che sono stati portati all’estero dalle imprese statunitensi); la candidata democratica ha cercato di spostare l’attenzione sui tagli di tasse proposti da Trump, che in realtà favorirebbero solo i più facoltosi. Quando sono stati toccati i temi internazionali si è notata la differenza di preparazione, con la Clinton che si è dimostrata molto più a suo agio: Trump ha cercato di cavarsela dicendo che Hillary ha sì più esperienza, ma una cattiva esperienza.
Ma è soprattutto negli ultimi minuti che la candidata democratica ha conquistato il gradimento degli spettatori: mentre Trump affermava di avere tutto il temperamento che serve per guidare il Paese e accusava la rivale di non avere la giusta energia, la Clinton si è limitata a ricordare i suoi 122 viaggi da segretaria di Stato e le undici ore di seguito passate davanti ad una commissione del Congresso per una testimonianza, prima di rispolverare alcune delle uscite meno felici di Trump, come l’utilizzo del termine “maiale” per indicare le donne e la sua idea di non assumere donne incinte. In definitiva la Clinton ha dimostrato di essere più preparata ed esperta, anche se in molti continuano a rimproverarla di non riuscire a dare una visione d’insieme più alta (cosa che invece riuscì ad Obama otto anni fa), mentre Trump, nel tentativo di placare i suoi eccessi, ha perso quella grinta che è sempre stata la sua arma in più pur non dando agli spettatori un’impressione abbastanza “presindenziale”.
Ed infatti gli osservatori sono concordi: il primo dei tre round televisivi se lo è aggiudicato Hillary Clinton, che pare essere riuscita nel suo intento di mostrare un Trump inadeguato al ruolo di presidente degli Stati Uniti. Anche i primi sondaggi effettuati dopo il dibattito sembrano confermare la vittoria della democratica, ma in questo ambito le impressioni a caldo non sempre risultano importanti e con un candidato come Trump (che parla soprattutto alla pancia e al portafoglio dei cittadini) non si può mai sapere: meglio aspettare qualche giorno per tirare delle somme un po’ più credibili.
I sondaggi e le previsioni sulle elezioni USA 2016: chi è il favorito?
Ma rimaniamo in tema di sondaggi: secondo le staistiche elaborate dal Pew Research Center alle elezioni USA dell’8 nvembre 2016 si sfideranno due candidati che vengono considerati odiatissimi dall’elettorato (tanto che almeno un terzo degli interpellati ha dichiarato di votare Trump solo per non votare Clinton o viceversa). L’istituto ha chiesto agli americani quali sensazioni provano con l’avvicinarsi dell’election day: se prima dell’estate in cima alla classifica c’erano ottimismo, interesse ed eccitazione, oggi gli statunitensi provano soprattutto sentimenti negativi (frustrazione, disgusto e paura). Al di là di ciò, gli ultimi sondaggi vedono un testa a testa tra i due concorrenti, con la candidata democratica che appare comunque in leggero vantaggio: secondo RealClearPolitics (che fa una media di tutte le statistiche principali), la Clinton conta sul 45,9% delle preferenze, mentre Trump si ferma al 43,8%; per Bloomberg invece la Clinton negli ultimi mesi ha perso il grande vantaggio che aveva e adesso i due sarebbero praticamente alla pari con circa il 46% dei consensi.
Ad una cinquantina di giorni dalle elezioni USA i bookmakers puntano su Clinton, mentre l’analista Allan Lichtman (che per le sue indicazioni si basa su un sistema di dichiarazioni vere o false e che non ha sbagliato un pronostico sulle presidenziali dal 1984 fino ad oggi) è convinto che la spunterà Trump, ammettendo però che l’imprevedibilità del personaggio rende molto più difficile fare delle previsioni.