Che cos’è il CNEL: funzioni, novità sull’abolizione e motivi, quanto costa allo Stato?

Pubblicato il 17 Ott 2016 - 7:43pm di Francesco Magnanimi

L’abolizione del CNEL è uno dei punti caldi del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Scopriamo che cos’è questo ente, quali funzioni ha, quanto costa allo Stato ma anche i motivi per cui è stato proposto di eliminarlo e tutte le novità su questa intricata questione. In molti non hanno posizioni e idee molto chiare in merito a questo organo, per questo cercheremo di spiegarvi i suoi compiti ma anche i “contro” che hanno portato il governo a proporne l’abolizione.

Alla scoperta del CNEL: ecco le funzioni di questo organo

Il CNEL, ovvero il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, è un organo consultivo a cui possono rivolgersi governo, camere e regioni in caso di necessità. E’ l’articolo 99 della nostra costituzione a prevederne l’esistenza al fine di raccogliere all’interno dello stesso ente imprese e lavoratori in modo da tutelare entrambe le parti e aiutare le istituzioni a prendere i provvedimenti più giusti in questo senso.

Questo organo non ha funzioni legislative, non ha infatti alcun potere e non può fare altro che esprimere pareri e pubblicare documenti contenenti osservazioni, dati e pareri in merito alla situazione economica e lavorativa italiana. Anche in caso di richiesta diretta di supporto da parte delle istituzioni nei confronti del CNEL, queste non sono in ogni caso obbligate ad approvare le proposte dell’ente in questione.

Sono ben 64 i consiglieri che compongono il CNEL, ognuno di questi ne farà parte per 5 anni con la possibilità di essere riconfermato. Questo numero è composto da 10 esperti dei quali 8 vengono scelti direttamente dal Presidente della Repubblica e 2 proposti dal Presidente del Consiglio dei Ministri, 48 rappresentanti delle categorie produttive (22 per quanto riguarda il lavoro dipendente, 3 dirigenti, 9 lavoro autonomo e 17 per le imprese) e per finire 6 rappresentanti delle organizzazioni di volontariato o promozione sociale. Oltre a questi 64 consiglieri vi è anche un presidente eletto sempre dal Presidente della Repubblica.

Novità e motivi sull’abolizione proposta nel referendum costituzionale: quanto costa allo stato?

Una delle proposte presenti all’interno del referendum costituzionale che si voterà il 4 dicembre 2016 è quella di abolire appunto proprio il CNEL. Il governo ha infatti ritenuto superfluo questo organo e in particolare ciò che viene maggiormente contestata è la spesa necessaria per mantenere vivo questo ente.

Dati alla mano, sebbene il CNEL da 50 anni a questa parte abbia avanzato soltanto 14 proposte di legge senza vederne approvata alcuna dal Parlamento, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro costa allo Stato tra i 15 ed i 20 milioni di euro. I consiglieri percepiscono uno stipendio che ammonta a circa 1300 euro nonostante debbano riunirsi una manciata di volte al mese e soprattutto si tratta di persone che guadagnano già con le proprie professioni.

Il CNEL dunque ha un peso specifico molto relativo sebbene dal punto di vista teorico nasca come un organo molto importante, un ente con il compito di tutelare sia imprese che lavoratori con l’obiettivo di assistere il governo durante la stesura delle riforme economiche. Nonostante i molti documenti emessi fino a oggi (970) dal consiglio, il governo non ha mai preso in considerazione le osservazioni fatte non comprendendo quanto osservato dal CNEL in alcuna proposta di legge approvata.

Info sull'Autore

Nato a Roma, mi sono diplomato al Liceo Classico e studio Scienze della Comunicazione. Classe 1997, mi piace scrivere di sport e tecnologia ma interessarmi anche di altri ambiti come quello politico.

10 Commenti finora. Sentitevi liberi di unirsi a questa conversazione.

  1. maddionacarmelo 19 Ottobre 2016 at 07:51 - Reply

    se i parlamentari non tengono conto di questo organo di esperti, da sanzionare è il parlamento, ponendo a carico dei governanti l’onere pecuniario decurtando gli emolumenti dei governanti.Il Presidente di questo organo visto che è scelto dal Presidente della Repubblica, può imprimere maggiore energia anche nelle consultazioni e farsi valere sull’approvazione di leggi magari pubblicando con mezzi di stampa le loro decisioni.

  2. Guido 19 Ottobre 2016 at 09:17 - Reply

    Le informazioni così espresse, fanno intendere ad una visione alquanto diversa dell’istituto da quella prospettata dal costituente di cui ex art 99 della Costituzione. Si starebbe omettendo che il cnel ha iniziativa legislativa e pertanto diritto di parola in sede istituzionale dei maggiori esperti di economia e diritto, del territorio nazionale. Costoro sono a rappresentanza dei lavoratori e delle aziende,dei lavoratori autonomi.Si consiglia, prima di diffondere inesattezze, di studiare un po’ di Diritto Costituzionale e la legge che regolamenta il Cnel. Se funziona male non è certo per colpa della Carta Costituzionale ma proprio nel mancato rispetto di tale legge.

    Alberti Guido
    Giurista

    • Francesco Magnanimi 19 Ottobre 2016 at 17:17 - Reply

      Dati alla mano, sebbene il CNEL da 50 anni a questa parte abbia avanzato soltanto 14 proposte di legge senza vederne approvata alcuna dal Parlamento, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro costa allo Stato tra i 15 ed i 20 milioni di euro

      Salve,
      Nella frase che le ho appena citato credo si esprima piuttosto bene il concetto di iniziativa legislativa del CNEL: esiste, nessuno la nega, ma il Parlamento non tiene conto delle proposte di questo ente. Non si tratta di non rispettare la legge, in quanto si tratta di un organo consultivo che interviene solo su richiesta.

      • Giuseppe 20 Ottobre 2016 at 11:10 - Reply

        Se la matematica non è un opinione, il CNEL costa allo stato meno di un milione di euro l’anno…

        • Francesco Magnanimi 20 Ottobre 2016 at 15:15 - Reply

          Ciao Giuseppe,
          Il CNEL costa allo stato circa 15 milioni di euro. Non bisogna infatti tener conto solo dello stipendio dei 65 membri totali per 12 mesi, ma di tutte le spese che inevitabilmente vanno affrontate tra le quali figurano quelle per il personale (tra le 80 e 100 persone), le spese per il mantenimento della sede e della biblioteca, il budget per il lavoro straordinario, la sommma garantita per la pubblicità, i buoni pasto e così via.

          • GIACOMO 22 Novembre 2016 at 22:51 -

            Ciao. Ormai è opinione universale che il problema economico nei nostri paesi non sia dovuto alla spesa pubblica, ma al contrario ai tagli

  3. matilde la monica 20 Ottobre 2016 at 18:56 - Reply

    Giustissimo abolire ciò che non serve,

  4. alberto 21 Ottobre 2016 at 10:55 - Reply

    Perchè chi propone il referendum non ha, come dovuto, illustrato ai cittadini . funzione , costi (molto diversi a seconda della fonte ), utilità e benefici ? Non abbiamo già la Corte Costituzionale che ha funzione analoga ?Un altro ente consulenziale e non decisionale ?

  5. Tommaso 28 Ottobre 2016 at 10:10 - Reply

    In ultimo analisi non ha nessuna funzione operativa, dunque va abolito.Chi ha realizzato questo “organismo” ? Certamente non è stato un referendum popolare, allora come è stato fatto lo si abolisca. Indipendentemente da altre riforme referendarie.

  6. tiziana 5 Novembre 2016 at 14:07 - Reply

    ma gli impiegati di questo ente..che fine farebbero?non vredo si possa licenziarli percio vanno pagati lo stesso..

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