Aumento IVA 2017-2018, quando salirà al 25%: novità aliquote e manovra, chi riguarda e perché un nuovo importo

Pubblicato il 28 Ott 2016 - 1:00pm di Pietro Paolucci

Ci sarà un nuovo aumento IVA nei prossimi mesi? Ecco le risposte in merito, le novità, i nuovi importi e le dichiarazioni interne ed esterne riguardo alla nuova manovra del Governo Renzi che interesserà il futuro del paese.

Informazioni generali sul nuovo aumento IVA e data d’avvio dei rincari

Incominciamo anzitutto annunciando la presenza di una notizia cattiva e una in parte buona. Quella discreta riguarda il fatto che il temuto aumento non prenderà piede né in questi ultimi mesi del 2016, né durante l’intero 2017. Quella cattiva nasce in conseguenza di quest’ultima, ossia, l’ennesimo aumento IVA potrebbe ricadere entro l’anno 2018 e portare le aliquote del 10% e del 22% ad un incremento tangibile di 3 punti di percentuale.

Tale manovra, doveva essere inclusa nella Legge di Stabilità 2017. Lo slittamento è stato causato dalla disattivazione delle cosiddette clausole di salvaguardia, una sorta di assicurazioni relative ad una manovra economica basate su fonti alternative da cui attingere in caso di insufficienza di fondi. Tuttavia, è ad oggi quasi certo che l’impennata sarà effettuata il prossimo 2018, quando il nuovo aumento IVA si attesterà sull’ordine percentuale seguente: l’aliquota agevolata del 10 rivolta all’edilizia raggiungerà il 13% e quella generale del 22 ammonterà al 25%, destinata ad aumentare ulteriormente dello 0.9 nel 2019.

I dati relativi a tale manovra in fieri provengono dalle informazioni dichiarate dall’agenzia di stampa ANSA di seguito ad una lettura di una bozza del piano. Da tale documento emerge inoltre la futura istituzione di una clausola di salvaguardia in contatto diretto con la cosiddetta “voluntary disclosure”, presto smentita dalle fonti interne.

Il tetto da raggiungere per quest’ultimo piano ammonta a 1,6 miliardi di euro e, nel caso in cui non si uguagliasse tale soglia, il giorno 10 settembre 2017 scatterà automaticamente il rincaro delle accise su benzina e diesel, bevande alcoliche, tabacchi e prodotti energetici. Dunque, sembrerebbe questo il prezzo da pagare per non incorrere in un imminente aumento delle aliquote IVA già nei prossimi mesi.

Dichiarazioni: malcontento e smentite del Governo

Ricollegandoci all’ultima frase, la giornalista de Il Fatto Quotidiano Chiara Brusini, chiama tale scelta una vera e propria ‘trappola’. La stessa Confcommercio fa sapere attraverso una nota del proprio Ufficio Studi la propria insoddisfazione in merito specialmente circa l’alta probabilità di una stagnazione economica dell’intero paese se ciò dovesse realizzarsi. Inoltre, la nota continua nell’esemplificare la situazione che si andrebbe a creare: le imposte ammonterebbero così a 19 miliardi di euro nel 2018 per raggiungere i 23 miliardi nel 2019, cifre record non solo in Europa.

Ciò risulterebbe in un ennesimo calo di fiducia tanto da parte dei consumatori, quanto da parte dei venditori, assicurando all’economia italiana un futuro ancor più difficile. Tuttavia, conseguentemente a tali dichiarazioni infelici, il padre del ddl di riforma Francesco Boccia, ha affermato l’impossibilità dell’entrata in vigore di tali clausole inerenti all’aumento delle accise, avendo inoltre l’ardire di indicare che la bozza del testo relativo al nuovo aumento IVA appartenga ad un altro paese esterno all’UE. Inoltre, altre fonti interne indicano che le ultime indiscrezioni emerse, non corrispondono a ciò che farà parte del testo definitivo.

Alla fin fine, gli aumenti che dovevano incidere sulle aliquote del 2017 rendendo di fatto esecutivo l’incremento di 2 punti per il 2017 e di un punto ulteriore nel 2018, saranno modificati attraverso i criteri suddetti, malgrado, di fatto, non siano state specificate chiare motivazioni, purtroppo necessarie per far fronte al malcontento che già in questi giorni emerge abbondantemente. Ciò detto, bisognerà attendere alcuni giorni o settimane per vedere ed ascoltare con quali dichiarazioni il Governo Renzi potrà giustificare una tale manovra che, spinge ancor più in alto l’Italia nella cerchia altolocata dei paesi più tassati al mondo.

Info sull'Autore

Lascia Una Risposta