Manca ormai davvero poco all’importantissimo appuntamento con il referendum di dicembre 2016: si parla tanto delle ragioni per cui votare Sì o votare No, ma non sempre viene spiegato bene cosa troveranno i cittadini sulla scheda elettorale; cerchiamo di capire il quesito del referendum, analizzandone le varie voci, e vediamo dove è possibile trovare il testo sul sito della Gazzetta Ufficiale e come fare il download per avere un PDF da leggere con calma.
Testo quesito Referendum Costituzionale 2016: dove leggere e come fare il download del PDF
Il testo che verrà stampato sulla scheda elettorale del referendum del 4 dicembre è abbastanza lungo; gli italiani sono chiamati a decidere se confermare o respingere la riforma costituzionale già approvata dal Parlamento nel mese di aprile: è molto importante arrivare al seggio con le idee chiare sul significato del quesito, quindi andiamo a vedere il testo e cerchiamo di capire cosa vuol dire.
Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?
Questo è il testo esatto del quesito del referendum costituzionale del 4 dicembre; il decreto del Presidente della Repubblica che ha ufficializzato il contenuto della scheda elettorale si può scaricare dal sito della Gazzetta Ufficiale: oltre alla versione “testuale” che abbiamo linkato è possibile effettuare il download del PDF del numero 227 dello scorso 28 settembre della Gazzetta Ufficiale facendo una semplice ricerca nell’archivio presente sul sito..
I punti del quesito: cosa prevede la riforma
Ma cerchiamo di analizzare i vari punti del quesito del referendum (che ha ricevuto non poche critiche dagli esponenti del fronte del No perché il testo assomiglierebbe troppo ad uno spot a favore del Sì): in molti si sono lamentati proprio per il fatto che la riforma va a toccare troppe cose, mettendo a disposizione del cittadino un solo voto per decidere sull’approvazione o la bocciatura dell’intero testo (anche questo si può trovare sul sito della Gazzetta Ufficiale: bisogna cercare il numero 88 del 15/04/2016).
Superamento del bicameralismo paritario
La riforma mette fine all’equivalenza tra Camera e Senato, che attualmente hanno poteri e compiti uguali: il Senato viene completamente rivisto sia nella composizione che nelle competenze (avrà voce in capitolo solo su riforme costituzionali, tutela delle minoranze linguistiche, referendum, enti locali e politiche europee), mentre il compito di legiferare spetterà quai sempre solo alla Camera, che sarà l’unica ala del Parlamento a poter dare la fiducia al Governo.
Riduzione del numero dei Parlamentari
Lo abbiamo appena detto, il Senato verrà completamente stravolto, con il numero dei suoi componenti che scenderà da 315 a 100; i senatori poi non saranno più eletti direttamente, ma verranno scelti tra i consiglieri regionali (74) e i sindaci (21), a cui si aggiungono i 5 membri scelti dal Presidente della Repubblica.
Contenimento dei costi del funzionamento delle istituzioni
La riduzione del numero dei parlamentari e le altre disposizioni previste dalla riforma (come l’abolizione di CNEL e Province di cui parleremo tra poche righe) dovrebbero portare ad una riduzione dei costi della politica; i sostenitori del Sì dicono che il risparmio si aggirerebbe intorno ai 500 milioni, mentre il fronte del No dice che la cifra è troppo alta, visto che includerebbe anche il risparmio garantito dall’abolizione delle assemblee provinciali, ovvero un provvedimento che è già stato adottato e che la riforma si limita a confermare.
Soppressione del CNEL
Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro è un organo previsto dall’articolo 99 della Costituzione il cui compito è quello di fornire al Parlamento consulenza tecnica e promuovere disegni di legge. È composto da 64 consiglieri: dieci vengono scelti da Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio tra gli esponenti della cultura economica, sociale e giuridica, mentre gli altri 48 sono rappresentanti delle categorie produttive (3 dirigenti pubblici e privati, 9 lavoratori autonomi e professionisti, 17 rappresentanti delle imprese e 22 rappresentanti dei lavoratori dipendenti). Sulla carta la funzione del CNEL potrebbe essere molto importante, ma molti lo indicano come un ente inutile perché giudicano insufficiente quanto svolto nei suoi quasi sessant’anni di attività.
Revisione del Titolo V della parte II
La riforma punta ad un riordino delle competenze tra Stato centrale e Regioni, cercando di fare chiarezza su quelle che sono state definite competenze concorrenti, che di fatto vengono praticamente tutte assegnate allo Stato (con conseguente riduzione dell’autonomia delle Regioni). Questo aspetto della riforma segna un cambio di rotta rispetto al decentramento, ovvero alla delega dei poteri a livello locale per avvicinare il luogo dove si prendono le decisioni a quello dove si conoscono meglio i problemi su cui si deve decidere.