Il 4 dicembre 2016 bisognerà votare Sì o No al Referendum Costituzionale che tra le altre cose propone la parziale abolizione del Senato. Scopriamo a quanto ammonta quorum necessario affinchè passi, tutte le novità, quali sono le argomentazioni principali sostenute dallo schieramento a favore e contro il referendum ed i motivi che han reso così incandescente la campagna del Sì e del No.
Quorum del Referendum Costituzionale 2016, novità dal fronte del Sì e del No
Nelle ultime settimane l’argomento fisso e più caldo su qualsiasi rete televisiva italiana è stato il Referendum Costituzionale del 4 dicembre 2016, senza ombra di dubbio fino a tale giorno il mondo dell’informazione continuerà a girare intorno a questo importante appuntamento politico. A differenza dei referendum abrogativi quello che si voterà ad inizio del prossimo mese non prevede un quorum da raggiungere, per questo motivo chi si asterrà non danneggerà in alcun modo i sostenitori del fronte del sì. Nessun minimo di votanti dunque, se il Sì dovesse raggiungere il 50%+1 di chi ha espresso la propria preferenza la riforma passerà, in caso contrario verrà rigettata.
Renzi, a dodici giorni dal voto, sta girando le piazze italiane esattamente come la Lega Nord ed il Movimento 5 Stelle che sono assolutamente contrari. E’ sempre più chiaro che nonostante il Premier abbia cercato di eliminare il collegamento diretto tra il suo futuro e il voto del referendum (personalizzato in primis da lui stesso) la percezione che si ha dalle piazze è che molti dei cittadini che voteranno No lo faranno anche e soprattutto per dare un colpo basso a Renzi, il fronte opposto dunque rappresenterà anche i tanti insoddisfatti dell’operato di Renzi in questi anni. Molti Vip sono scesi in campo e si sono schierati pubblicamente con i due fronti: Paolo Sorrentino, Andrea Bocelli, Roberto Benigni, Alex Zanardi, Ilaria d’Amico sono alcuni dei rappresentati dello schieramento per il sì, contrari invece tra gli altri anche Maurizio Crozza, Fedez, Marco Travaglio, J-Ax, Fiorella Mannoia e Sabina Guzzanti.
Motivi per votare sì e perchè schierarsi con il no il 4 dicembre 2016
Ciò che ha caratterizzato la campagna elettorale dei due fronti sono le opinioni totalmente discordanti su qualsiasi scenario futuro in caso di vittoria del Sì.
- I sostenitori del cambiamento, sponsorizzato da Renzi e il suo governo insieme al PD, hanno dichiarato più volte che questa riforma costituzionale sarebbe un enorme passo in avanti che permetterebbe un risparmio sui costi della politica grazie alla parziale abolizione del Senato ma soprattutto provocherebbe un acceleramento dal punto di vista burocratico dato che il bicameralismo è causa di estrema lentezza e prolunga pesantemente i tempi di accettazione di una legge. Chi invece è contrario parla di “risparmi irrisori pari a un caffè all’anno” e di un Senato che venendo eletto dai partiti non farebbe altro che assecondare le volontà degli stessi mandanti. Inoltre viene contestata vivamente ai 5 Stelle l’immunità parlamentare concessa a ogni senatore.
- Un altro argomento di battito fondamentale è il rapporto fra Stato e regioni. Se il Referendum Costituzionale dovesse passare infatti materie come energia, infrastrutture strategiche e sistema di protezione civile” saranno di esclusiva competenza dello stato e vi sarà una soppressione della previsione costituzionale delle province. Per chi voterà Sì questo rappresenta un passo in avanti dal punto di vista burocratico, per gli oppositori invece si accentrerebbe eccessivamente il potere nelle mani del governo.
Molti oppositori si sono detti favorevoli all’abolizione del CNEL come previsto dal Referendum Costituzionale del 4 dicembre 2016, quello che è però considerato l’unico elemento positivo (o uno dei pochi, in base ai personaggi e ai partiti a cui si fa riferimento) però non può ovviamente valere un voto a sostegno del Sì. La totale differenza di punti di vista tra i due schieramenti ovviamente non può far altro che confondere ulteriormente gli indecisi, consigliamo dunque di leggere gli articoli della Costituzione che verrebbero inseriti o modificati in caso di vittoria del Sì per sviluppare un proprio pensiero in merito a questa riforma e decidere se avrebbe un impatto positivo o meno sugli scenari politici ed economici futuri dell’Italia.