Trama, recensione e commento del film “E’ solo la fine del mondo” di Xavier Dolan con Vincent Cassel e Lea Seydoux. Louis è uno scrittore di successo che vive a Parigi, decide di tornare a casa, in Canada, dopo tanti anni. Ritrova la famiglia che aveva lasciato per comunicargli una notizia. Vorranno veramente ascoltarlo?
Recensione e trama del film “E’ solo la fine del mondo”
Vincitore del “Grand Prix” a Cannes 2016, per Lucky Red arriva in Italia “E’ solo la fine del mondo”. Il film è diretto da Xavier Dolan giovane regista che, nato in Canada nel 1989, a poco più di vent’anni, dopo una breve carriera da attore, passa dietro la macchina da presa. Un recordman del mondo del cinema, un regista che può vantare già sei lungometraggi di grande successo riconosciuto dalla critica di tutto il mondo. Questo “E’ solo la fine del mondo” arriva a due anni di distanza da “Mommy”, dopo una lunga riflessione. Dolan raccontava di essere venuto a conoscenza della piece originale grazie a una sua amica che l’aveva interpretata in teatro. A una lettura poco attenta inizialmente lo aveva messo da parte, per poi riprenderlo e rifletterci in maniera approfondita, per capire poi come da quel testo sarebbe potuto nascere un film.
Nonostante i 27 anni di età i film di Dolan sono metaforicamente paragonabili a dei sacchi colmi di doni, ogni scena del suo cinema è piena regali trasformati in spunti su cui far ragionare lo spettatore. In fase di preparazione, durante lo storyboard, ha regolato le inquadrature con una camera molto spesso vicina ai volti degli attori, riprendendone i totali in rarissime occasioni, ma dando la precedenza ai mezzi busti e alle espressioni del viso. Il suo intimismo lo si respira in ogni momento, elencare tutti gli attimi sarebbe impossibile, per esempio uno dei tanti momenti di maturità lo troviamo quando Dolan mette da parte l’immensa bellezza di Lea Seydoux per mostrare la nostalgia di Louis nel ritrovare la sua vecchia stanza. Sebbene da un lato il film si mostra drammatico nel riflettere e approfondire i drammi di una famiglia, dall’altro si respirano le atmosfere quasi di un horror dove è il tempo a farne da gran cattivo, tutti lo temono e forse Louis è l’unico a combatterlo.
È in questa sensazione di timore che lo spettatore comprende la bravura del cast, composto da i fiori all’occhiello del panorama cinematografico francese a livello internazionale. Marion Cotillard è fragile, insicura e grazie alle inquadrature e una gestione dei silenzi, ne viene esaltato il talento. Lea Seydoux è la sorella ribelle che ha bisogno del fratello come figura di riferimento ma che ha capito il funzionamento dei vari legami familiari, sempre in parte e resa credibile anche con l’aiuto del trucco. Vincent Cassel è quel fratello maggiore non concretamente realizzato e che vive con Louis una forma di competizione ma anche di necessaria accettazione, quando è inquadrato sembra sempre una bomba pronta a esplodere. Nathalie Baye è la madre saggia, il punto di riferimento di ogni figlio maschio. Gaspard Ulliel il protagonista, impersona una parte di vita del regista, trasferendo nel suo personaggio i timori e le paure di quando ha comunicato alla famiglia la sua omosessualità.
In breve cos’è un film di Xavier Dolan? È cinema che si trasforma in esperienza, dal primo all’ultimo minuto.