L’Egitto torna alle urne il 27 aprile – Aggiornamento

Pubblicato il 24 Feb 2013 - 2:44pm di Redazione

Elezioni in Egitto: tra proteste di piazza e instabilità politica

 

Tra le proteste in Piazza Tahir e la profonda crisi economica che ha raggiunto livelli record la Fratellanza Musulmana spera in un rilancio del proprio governo, fortemente contestato dalle opposizioni, indicendo nuove elezioni parlamentari. Gli egiziani saranno dunque chiamati alle urne a partire dal prossimo 27 aprile per eleggere i rappresentanti del Parlamento e tentare di conquistare finalmente quella stabilità da tempo attesa.

Dopo l’approvazione della legge elettorale da parte del Consiglio della Shūra (Camera Alta del Parlamento), il presidente egiziano Mohammed Morsi ha emanato un decreto con cui indice le elezioni dell’Assemblea del Popolo (Camera Bassa del Parlamento). Lo scorso anno l’Assemblea, eletta nel 2011, era stata sciolta a causa di una sentenza della Corte Costituzionale che aveva giudicato incostituzionale la legge elettorale con la quale erano stati scelti i membri del Parlamento. Il voto si terrà in quattro fasi successive fino a giugno e la prima riunione della nuova Assemblea è prevista per il 6 luglio.

Dure le critiche dei partiti dell’opposizione, coordinati da Muhammad al-Barade’i del Fronte di Salvezza Nazionale, il quale denuncia con un tweet la scelta di Morsi considerandola irresponsabile in un clima di forte tensione sociale come quello attuale. Scelta che, secondo al-Barade’i, porterà il paese al disastro. Il decreto giunge, infatti, in un momento in cui disordini e scontri sono all’ordine del giorno e il Paese è profondamente diviso in due, da una parte il fronte islamico, che sostiene il presidente Morsi, e dall’altra l’opposizione laico-liberale che pretende un cambiamento politico a partire dalla modifica della Costituzione. Ad aggravare la tensione sono i dati economici che vedono sempre più necessario il prestito all’Egitto di 4,8 miliardi di dollari del Fondo monetario internazionale. Tuttavia la grande novità risiede nel fatto che il presidente Morsi abbia deciso di ascoltare le richieste fatte dai protestanti nelle ultime settimane di violente lotte.

Morsi

Nonostante le proteste in tutto il Paese si attende con ansia il voto per la costituzione di un nuovo Parlamento, in quanto esso potrebbe segnare un punto di svolta in questa fase di transizione che il Paese sta attraversando, mettendo così fine alla grande instabilità che affligge l’Egitto. Tuttavia gli interrogativi legati al caso sono molti. Da una parte ci si domanda se la Fratellanza Musulmana sia ancora radicata nella società dopo la grande impopolarità subita negli ultimi mesi, in cui il partito era stato accusato dall’opposizione di aver tradito la rivoluzione che rovesciò Mubarak. Dall’altra se le forze dell’opposizione riusciranno a ottenere un consenso tale da poter davvero rappresentare la maggioranza della popolazione. Non bisogna dimenticare che alle ultime elezioni la percentuale di partecipazione al voto è stata meno del 33% della popolazione. Infine rimane un ulteriore grande interrogativo: in un Paese in transizione come questo, il risultato elettorale verrà effettivamente accettato dalla popolazione o porterà a ulteriori scontri e proteste?


Aggiornamento:

Il 6 marzo scorso i giudici egiziani hanno deciso di annullare il decreto emesso dal presidente Mohamed Morsi che indiceva le elezioni presidenziali per il prossimo 22 aprile. La causa dell’annullamento è un grave vizio procedurale: il Consiglio della Shura (la Camera Alta del Parlamento), prima di approvare formalmente la nuova legge elettorale deve sottoporre gli emendamenti in essa contenuti al vaglio definitivo della Suprema Corte Costituzionale, che li considera invece in contrasto con molti principi della Costituzione.

Una decisione che ha destato sorpresa e portato incertezze tra gli elettori nonché riserve da parte della Fratellanza Musulmana, che con il voto credeva di riacquistare la popolarità perduta negli ultimi mesi e ristabilire l’equilibrio politico e sociale del Paese. Tuttavia Morsi ha annunciato che rispetterà la decisione del Tribunale amministrativo senza fare ricorso.

 

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