Il popolo in Brasile è sceso in piazza per protestare contro la corruzione. In Italia regna l’indifferenza
Mentre in Brasile la gente scende in piazza per protestare e far valere i propri diritti, in Italia continuano ad essere al centro della scena il dibattito e le opinioni. Ci sono il pensiero di sinistra e quello di destra, che come scrive una nota canzone di Gaber non si capisce bene cosa significhino. Di fronte alla gestione truffaldina della res publica si discute di “toghe rosse”, si parla di giustizialismo e di garantismo. In Brasile no. La corruzione è corruzione e come tale suscita l’indignazione e la discesa per le strade della nazione del popolo.
Le spese per ospitare i mondiali di calcio del 2014 vengono considerate una presa di giro quando in certe città, come Rio, non ci sono nemmeno le ferrovie, e scuole e ospedali efficienti. Ma la presidente brasiliana Dilma Roussef rassicura i propri connazionali, puntando il dito contro le violenze e sostenendo il suo proposito di venire incontro alle richieste della gente, migliorando l’offerta e il tenore dei servizi pubblici. Non la pensa allo stesso modo un fuoriclasse del calcio verde-oro come Romario, attualmente deputato federale, che uscendo allo scoperto non usa mezzi termini e dichiara pubblicamente il suo appoggio ai manifestanti, con dati e cifre a portata di mano: “Il Brasile, quando ha accettato di essere il paese sede del Mondiale, nel 2007, aveva previsto una spesa di circa 23.000 milioni di reales, circa 10.840 milioni di dollari. Nel 2013 la previsione è già saltata, con spese salite a 28.000 milioni di reales, circa 13.200 milioni di dollari. Allora, immaginate a quanto si potrà arrivare”.
Lo vedete voi in Italia un calciatore capace di dichiarazioni simili a quelle di Romario? Da noi tutto tace. Il popolo brasiliano per contro, di fronte ai numeri, alla povertà, al costo dei servizi che continua a crescere, non se ne sta fermo a guardare. Mostra subito tutte le sue perplessità nei confronti delle politiche portate avanti dall’esecutivo. Nel Belpaese invece anche la matematica non è più oggettiva. Ogni partito ha i suoi dati che possono essere contraddetti e riscritti. Un giorno puoi fare un’affermazione e il giorno dopo tranquillamente negare di averla mai pronunciata, o accusare i giornalisti di turno di averla male interpretata. Mentre intorno regna l’indifferenza di una gente che alla piazza e alla scelta civica, ha preferito in maggioranza la via della furbizia, senza il coraggio di far sentire la propria voce.