L’ex premier Monti avanza al governo Letta la richiesta di “riforme radicali”
Sono state ore di tensione quelle successive alle parole espresse dal leader di Scelta Civica Mario Monti nei confronti del governo Letta. In un comunicato stampa l’ex premier, con tono perentorio, ha affermato che se il governo vorrà ancora contare sull’appoggio della coalizione da lui guidata dovrà porre in essere delle “riforme radicali”. Il partito rappresentato dall’ex presidente del Consiglio non intende assecondare la posizione assunta dal governo, posizione che viene tacciata di “ambiguità”. Un messaggio chiaro, dunque, quello di Monti che sembra schizzare come una saetta nel cielo dell’universo politico italiano, lasciando intuire che qualcosa si sia rotto all’interno della squadra montiana. Le spietate parole di Monti non hanno lasciato indifferente neppure i componenti dell’Udc, che già nei giorni scorsi avevano parlato di una “separazione” dai coinquilini di Scelta Civica e di due modi distinti di procedere che denotano ormai i due schieramenti politici.
In attesa di capire se tra Monti e Casini sarà divorzio, bisogna piuttosto cogliere una certa vicinanza tra la presa di posizione avanzata da Monti nei riguardi delle scelte dell’esecutivo e la provocazione che Matteo Renzi ha diretto al governo di non procedere “a piccoli passi”. Pur essendo forse azzardato ipotizzare una nuova “intesa” tra Monti e Renzi, di sicuro entrambi condividono l’idea che Letta e l’intero consiglio dei ministri dovrebbero pensare di meno e agire di più e farlo adottando come criterio unico la drasticità.
Come è facile dedurre, il partito di Monti si regge ormai su un equilibrio ballerino che rischia di mettere in discussione le alleanze che lo costituiscono. A questa condizione di evidente precarietà dei montiani corrisponde una possibilità inedita, quella di un nuovo accordo che avrebbe come protagonisti alcuni montiani e il sindaco di Firenze Matteo Renzi, convinti della necessità di scuotere il governo Letta in merito al piano delle riforme.
Proprio per evitare premature esplosioni, il capo dello stato Giorgio Napolitano ha cercato di indorare la pillola dichiarandosi scettico circa la natura minacciosa delle dichiarazioni di Monti nelle quali, invece, va intravista l’intenzione di “stimolare” il governo nel prendere decisioni “vantaggiose ma nette“.