Con la Riforma Fornero sarà possibile anticipare l’uscita dal lavoro grazie all’ “opzione donna”: tutte le donne del settore pubblico e privato, infatti, potranno accedere al prepensionamento, a patto di avere almeno 57 anni e 35 anni di contributi alle spalle. In questo articolo quali dati servono per consegnare la domanda e in cosa consiste la possibilità introdotta dalla legge Maroni e ripresa dalla Riforma Fornero, che aprirebbe le porte alle pensioni precoci per le donne con specifici requisiti.
Novità per le donne lavoratrici, sarà possibile la pensione anticipata?
Il capitolo delle pensioni è uno di quelli sempre in evoluzione, e con la Riforma Fornero si è cercato di portare qualche novità per quanto riguarda la flessibilità e di consentire ai lavoratori in possesso di determinate caratteristiche di accedere al pensionamento anticipato, senza andare troppo ad inficiare i conti del sistema previdenziale. Ci sono, quindi, diverse possibilità che permettono di fare richiesta per anticipare il momento in cui si vuole smettere di lavorare. Per avvicinare l’età del pensionamento sono stati presi diversi provvedimenti per specifiche categorie, tra queste rientra la cosiddetta “opzione donna”, una possibilità introdotta dalla Legge Maroni, articolo 1, comma 9 della legge 243/04, e ripresa dalla Riforma, che consente di anticipare l’uscita dal lavoro fuori dal regolare regime previsto. L’età pensionabile, infatti, a tutt’oggi richiede il raggiungimento di una precisa età anagrafica: 66 anni e 7 mesi per le donne impiegate nel pubblico, 65 anni e 7 mesi per le donne impiegate nel privato e 66 anni e 1 mese per le autonome, con annessi almeno 20 anni di contributi alle spalle.
Per tutti quei contribuenti, invece, che vorrebbero andare in pensione qualche anno prima e accedere alla pensione anticipata indipendentemente dall’età anagrafica, si richiede il raggiungimento di 41 anni e 10 mesi di contributi versati. Ebbene, con l’”opzione donna”, sono state introdotte delle novità per le donne lavoratrici, che permettono un’uscita anticipata dal mondo del lavoro rispettando requisiti precisi e accettando un assegno pensionistico interamente calcolato con il sistema contributivo. Vediamo, quindi, quali lavoratrici vi possono accedere, i dati anagrafici richiesti e in quali casi conviene fare domanda all’Inps.
Pensioni precoci per le donne: ecco come accedervi a 57 anni e 35 di contributi
Per le donne con 57 anni d’età e 35 anni di contributi che lavorano nel settore pubblico o privato, e le donne autonome che hanno raggiunto i 58 anni d’età e 35 di contributi, secondo questa sperimentazione, sarà possibile richiedere l’anticipazione della pensione. Una buona notizia dunque, ma attenzione al sistema di calcolo che si è deciso di adottare: si tratta di un sistema di calcolo totalmente contributivo infatti, e quindi tutte le contribuenti che volessero scegliere questa opportunità devono mettere in conto che andrebbero incontro ad una decurtazione media sull’assegno che spetta loro, di almeno il 25/35%. L’incidenza di questo taglio varia in base a vari fattori come la data di nascita, la data dell’inizio dell’attività lavorativa, l’evoluzione retributiva durante gli anni e i livelli retributivi elevati o meno percepiti fin dai primi anni dell’iscrizione all’Inps.
Se inizialmente la sperimentazione era prevista fino al 31/12/2015, l’articolo 1, comma 281 della legge 208/2015, permette di proseguire questa opzione oltre la data prefissata nel caso in cui ci fossero dei residui dei fondi stanziati precedentemente per l’avvio della legge stessa. È previsto, infatti, ogni 30 settembre che il Ministro del lavoro, di concordo con quello dell’economia, riferisca alla Camera l’andamento della sperimentazione, con una relazione sul numero delle donne che ne hanno usufruito. In particolare l’Inps ha confermato che sono ammesse al pensionamento anticipato anche tutte quelle lavoratrici che hanno maturato le credenziali necessarie successivamente alla prima scadenza della sperimentazione. Si potrà, quindi, accedere all’”opzione donna” anche nel corso del 2017 o del 2018, presentando la domanda di pensione anticipata all’Inps.