Prestiti per Donne a fondo perduto: incentivi sui finanziamenti per imprenditoria femminile

Pubblicato il 25 Giu 2018 - 1:24pm di Giulia Morelli

Sono state approntate una serie di misure che consentono l’accesso a prestiti agevolati per donne imprenditrici. In Italia la legge 215/92 “Azioni positive per l’imprenditoria femminile” prevede delle agevolazioni per le imprese fondate o formate in prevalenza da donne e tali azioni sono erogate attraverso appositi bandi.

Le piccole e medie imprese (PMI) che possono accedere alle agevolazioni devono essere sia ditte individuali che abbiano una donna come titolare, sia società di persone o cooperative presso le quali il 60% dei soci siano donne, società di capitali in cui almeno 2/3 delle quote siano detenute da donne e in cui l’amministrazione sia composta da donne per almeno 1/3. Le grandi imprese al femminile possono accedere allo stesso modo a questi incentivi purché non superino i 50 dipendenti e non abbiano un fatturato inferiore ai 7 milioni di euro o a 5 milioni di bilancio e non dipendano da altre imprese che partecipino al bando. Inoltre, per giovani donne e uomini di età compresa tra i 18 e i 35 anni, nel 2018 è possibile partecipare al bando Resto al Sud, che incentiva l’imprenditoria locale.

Prestiti per donne a fondo perduto

Le agevolazioni a fondo perduto sono incentivi essenziali per l’avviamento di una attività imprenditoriale e sono costituiti da una porzione di capitale, normalmente intorno al 50% dei fondi, che il contraente non dovrà restituire al finanziatore (generalmente lo Stato o un ente pubblico o privato)  mentre il resto del prestito verrà restituito in rate mensili con tasso agevolato.
I prestiti per donne a fondo perduto possono essere due tipologie principali: contributi in conto impianti, il cui valore può ammontare fino al 50% delle spese per le micro e le piccole imprese, o contributi in conto interessi, in cui il finanziamento può arrivare a coprire il 75% dell’investimento per le micro e le piccole imprese. È possibile richiedere una forma “mista” di contributi, combinando a seconda delle esigenze contributi in conto impianti con altri in conto interessi.

L’accesso a questi fondi avviene previa partecipazione ad un bando (indetto dall’UE, dalla Regione o da altri enti gestori), presentando un progetto imprenditoriale. I progetti selezionati entrano a far parte di una graduatoria in base alla quale verranno determinati valori e tempistiche del prestito.

Per poter accedere a questi contributi a fondo perduto le imprese femminili devono essere operative nell’industria, nel commercio o nel settore dei servizi.
Il settore manifatturiero e quello dei servizi accedono più facilmente ai finanziamenti a fondo perduto per l’incentivo dell’imprenditoria femminile. Sono esclusi dai bandi di finanziamento il settore siderurgico, l’industria carboniera, il settore della produzione e lavorazione di fibre sintetiche.

Per ottenere i finanziamenti a fondo perduto e mantenerne la titolarità è necessario sapere che la composizione della società che ha ricevuto l’erogazione del finanziamento non deve cambiare in relazione alla presenza di donne dichiarata. Inoltre, non è consentito l’accumulo di finanziamenti: l’accesso ai fondi destinati all’imprenditoria femminile non consente di partecipare a bandi analoghi su scala nazionale o regionale. Infine, non è consentito cedere i beni che sono stati finanziati dal prestito a fondo perduto (a maggior ragione se il contributo è in conto impianti) nei cinque anni successivi alla data di accensione del prestito. Nel caso occorressero cambiamenti o modifiche nell’assetto dei beni materiali, mobili o immobili, o della composizione della azienda finanziata, è necessario darne tempestiva comunicazione all’Amministrazione competente.

Come accedere ai finanziamenti femminili a fondo perduto

I fondi e le risorse stanziati per agevolare l’imprenditoria femminile in Italia sono per la maggioranza erogati dall’Unione Europea, previa presentazione, attraverso bando, di progetti di innovazione e sviluppo ritenuti di interesse da apposite commissioni. Sul sito del Ministero dello Sviluppo, delle Camere di Commercio, di UnionCamere o delle regioni italiane di residenza così come su quelli delle associazioni di categoria di appartenenza è possibile reperire informazioni dettagliate e sovente la modulistica necessaria a presentare la propria domanda di finanziamento. Esistono inoltre molti portali dedicati ai bandi di finanziamento europei e nazionali, erogati sia dalla pubblica amministrazione che da enti e imprese privati.

I finanziamenti a fondo perduto erogati dall’Unione Europea, di norma, vengono “filtrati” dalle Regioni, che li estendono ai richiedenti: per questo motivo è utile consultare i siti internet delle regioni alla ricerca di nuovi bandi o nuove possibilità di finanziamento per la vostra attività imprenditoriale declinata al femminile.

Altre informazioni sono reperibili sui canali di IF imprenditoralità femminile di UnionCamere, del bando ABI per l’Imprenditoria femminile e lavoro autonomo, del MISE (finanziamento per giovani e donne).

Il proliferare di imprese e startup formate e condotte da donne finanziate attraverso lo strumento dei prestiti a fondo perduto ha sensibilizzato l’opinione pubblica, portando ad un contestuale aumento del numero dei bandi nonché all’istituzione di premi e riconoscimenti dedicati alle piccole e medie imprese femminili che sono nate e si sono sostenute grazie a questa possibilità.

Altre agevolazioni di prestito per imprenditrici e professioniste

Il prestito a fondo perduto non è però l’unica freccia all’arco delle molte donne che vogliono lanciarsi nel mondo dell’impresa: per avviare il proprio business in situazioni in cui la liquidità scarseggia, è possibile accedere al Fondo di Garanzia dello Stato, che è una sorta di vera e propria garanzia che imprenditrici e professioniste possono presentare alla banca al momento della richiesta di un prestito.

Il Microcredito è una agevolazione che prevede una garanzia sul prestito richiesto da imprese femminili con meno di 5 dipendenti o meno di 10 in caso di società di persone, cooperative o srl semplificate e già esistenti o da professioniste titolari di partita Iva da 5 anni o più. Altro strumento utilissimo per avviare una piccola attività per donne in cerca di occupazione o disoccupate à l’Autoimpiego Invitalia. Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione di investimenti e lo sviluppo di impresa) concede finanziamenti a fondo perduto e muti a tasso agevolato in particolare per lo sviluppo di lavoro autonomo in forma di ditta individuale, microimpresa e franchising.

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