Da alcuni anni è comparsa sul mercato del consumo una nuova tendenza, la sigaretta elettronica, ideata per sostituire quella normale. In Italia sono milioni le persone che ogni giorno dedicano minuti di tempo libero all’attività di fumatori, con gravi conseguenze per la salute a breve o lungo raggio per via delle sostanze nocive assimilate dal corpo umano durante la combustione. Dato che il tabacco e la nicotina in particolare tendono a generare assuefazione da dipendenza, la sigaretta elettronica è stata vista da molte persone come un possibile diversivo finalizzato a soddisfare il bisogno di fumare senza dover assumere al contempo tutte le sostanze nocive. Sull’argomento si sono espressi molti esperti che hanno fornito opinioni mediche non sempre concordanti e attraverso studi accurati di settore si valutando se la sigaretta elettronica, rispetto a quella normale, sia una soluzione meno dannosa per la salute e se convenga davvero compiere una tale scelta. Andiamo quindi a vedere approfonditamente la differenza tra i due processi chimici che si vanno ad attivare nel momento in cui si fuma, dopodiché passiamo ad analizzare i vari pareri di medici ed esperti per capire meglio quanto la sigaretta elettronica possa far male rispetto a quella normale.
Sostanze presenti nella sigaretta elettronica e in quella normale
Quando si tratta una tematica come quella del fumo bisogna innanzitutto partire con una spiegazione approfondita dei processi chimici che ne sono coinvolti. La sigaretta classica, quella che da ormai più di un secolo viene commercializzata in tutto il Mondo sotto diverse marche, ha delle componenti indubbiamente dannose e lesive della salute umana. In particolare è la nicotina a creare una forma di dipendenza per il fumatore, ma ci sono altre sostanze meno evidenti e piuttosto nocive. Basti pensare al benzene, componente naturale del petrolio che molti studi hanno confermato essere altamente cancerogeno per l’organismo e che viene utilizzato in forma industriale per produrre pesticidi e carburanti. Fa immediatamente seguito al benzene il catrame, un mix letale di agenti chimici generato dalla combustione del tabacco che si presenta come un residuo marrone e appiccicoso e si attacca su dita, denti ma soprattutto sui polmoni dei fumatori. Molte case produttrici di sigarette hanno sperimentato nel corso degli anni dei modelli definibili “light”, ovvero prive di catrame. Peccato che tutto ciò non sia sufficiente a diminuire realmente i rischi di salute legati a malattie come infarto e cancro, dato che ci sono altre sostanze davvero dannose per la salute della persona. Per esempio il monossido di carbonio, un gas incolore e inodore che partecipa per un 4-5% del processo chimico inerente la combustione delle sigarette. Una delle principali conseguenze dovute all’eccessiva presenza del monossido di carbonio nel sangue è la riduzione della quantità di ossigeno trasferita che va a privare i tessuti corporei della loro linfa vitale. Quello che accade invece nel momento in cui si ha a che fare con la sigaretta elettronica è completamente diverso dai processi chimici appena menzionati. La combustione del tabacco è infatti assente e, sebbene la nicotina venga comunque assimilata dal corpo umano generando assuefazione, non c’è il rischio di subire danni o lesioni in seguito al contatto con sostanze nocive. Ma andiamo a vedere più nel dettaglio tutte le caratteristiche principali della sigaretta elettronica.
Con questo nome si intende infatti un dispositivo che consente al fruitore di inalare vapori aromatizzati accompagnati a determinate quantità di nicotina; il termine inglese corretto è “e-cig”. Grazie all’assenza di combustione la nicotina viene assimilata in maniera pulita dai polmoni del fumatore, il quale evita in qualsiasi modo di assorbire sostanze nocive del calibro di benzene, catrame e monossido di carbonio. Grazie a questo meccanismo non si corre dunque il rischio di arrecare lesioni ad organi vitali o complicazioni respiratorie, sia su stessi (fumo attivo) che sugli altri (fumo passivo). Le sigarette elettroniche contengono in genere una quantità variabile di nicotina che può variare tra i 6 e i 24 mg. La miscela comprende sostanze specifiche come gli aromatizzanti (se ne possono trovare di tutti i gusti), glicerolo, glicole propilenico e acqua. Ovviamente sul mercato sono presenti diverse forme di sigaretta elettronica, ma tutte quante hanno in comune le seguenti caratteristiche: un inalatore (cartuccia contenente il liquido da nebulizzare); un atomizzatore, che ha il compito di riscaldare e vaporizzare il liquido; e infine la batteria d’alimentazione. La grande differenza con la sigaretta classica risiede nel fatto che il fumatore può decidere a suo piacimento la quantità di nicotina da miscelare nel composto, aspetto non trascurabile poiché in tal modo diventa possibile gestire anche il consumo di questa sostanza che crea assuefazione e dipendenza nei confronti di chi ne fa uso costante.
Sigaretta elettronica e normale a confronto: opinioni mediche
Dopo aver accuratamente analizzato i processi chimici e le sostanze coinvolti nell’utilizzo della sigaretta elettronica, passiamo ora a vedere i pareri più attendibili e pertinenti sull’argomento forniti da medici ed esperti. Da questo punto di vista è bene quindi iniziare dalle opinioni mediche riportate sul sito dell’AIRC (Associazione Italiana Ricerca Cancro) dal momento che la problematica del fumo è tra i fattori di rischio maggiori per la comparsa di questa malattia spesso incurabile. In prima battuta viene affermato con estrema puntualità che la sigaretta elettronica, rispetto a quella normale, è effettivamente meno dannosa per la salute dell’uomo. Il motivo principale è presto spiegato: si evidenzia una sostanziale diversità riguardo alle differenti sostanze presenti nei due tipi di combustione. Il processo di vaporizzazione che si attua nella sigaretta elettronica coinvolge elementi chimici con un tasso di pericolosità molto meno marcato rispetto ai composti presenti nella sigaretta classica. Ma nonostante si tratti di un’azione con minor rischio, medici ed esperti raccomandano di tenere bene a mente tre punti chiave:
- Non vi è alcuna correlazione attualmente dimostrata che provi l’efficacia della sigaretta elettronica come strumento utile per smettere di fumare;
- Tutte le persone che non hanno il vizio del fumo dovrebbero comunque astenersi dall’utilizzo della sigaretta elettronica, in quanto la nicotina è un agente che favorisce la comparsa del diabete e dell’ipertensione;
- La sigaretta elettronica può essere uno strumento utile a favorire l’interruzione dell’attività da fumatori, grazie alla presenza della nicotina che va comunque a compensare il bisogno di assumerla
Fondamentalmente vi sono quindi degli aspetti altamente favorevoli che consigliano l’utilizzo della sigaretta elettronica, mentre altri che mettono in guardia dalle possibili conseguenze. Ciò che si evince in maniera lampante è sicuramente un fatto oggettivo: il fumatore tende a sviluppare nel corso del tempo un atteggiamento di dipendenza dalla nicotina, sostanza di cui non può fare a meno. Dal momento che il vizio di tirare la sigaretta è difficile da interrompere, un dispositivo elettronico progettato per inalare composti chimici meno dannosi ma comunque carichi di nicotina può essere la giusta soluzione per arginare la deriva verso cui porta il consumo reiterato e quotidiano della sigaretta normale. Discorso diverso invece per tutti coloro che non si sono mai approcciati al fumo oppure hanno cessato l’attività, riuscendo ad uscire dal circolo vizioso, persone in buono stato di salute che non hanno il bisogno di assumere nicotina. Recenti studi sul tema della sigaretta elettronica condotti in collaborazione tra medici ed esperti in molti Stati dell’Occidente hanno evidenziato alcuni risultati significativi di cui si deve tener conto. A quanto pare non è poi così scontato il rischio zero per l’organismo in merito all’attività di fumatore con sigaretta elettronica. Alcune sostanze presenti all’interno del processo chimico di vaporizzazione sono infatti responsabili di possibili disturbi a livello di salute certamente non trascurabili. Per esempio il glicole propilenico, gas usato spesso per i fumogeni da cinema o da stadio, è abbastanza sicuro ma allo stesso tempo la ripetuta esposizione a questo agente chimico può provocare difficoltà di respirazione e malattie come riniti o asma bronchiale, soprattutto nei soggetti con problemi cronici legati all’allergia.
Ma anche la nicotina, oltre al glicole propilenico, tende a giocare un ruolo non del tutto positivo nel processo di inalazione a cui si sottopone il fumatore di sigaretta elettronica. Sempre secondo recenti studi in campo medico, la nicotina favorisce lo sviluppo di malattie come l’ipertensione e soprattutto del diabete. Negli ultimi anni si è espressa su questo argomento anche la SID (Società Italiana Diabetologia) che ha rimarcato la forte correlazione esistente tra la comparsa della malattia a livello endocrino e l’assunzione di una sostanza come la nicotina. In particolare le persone esposte in modo costante a fumo, sia attivo che passivo, dimostrano una maggior propensione a sviluppare il diabete di tipo 2, ovvero la forma più complessa per questo genere di malattia. Ovviamente l’aumento dei fattori di rischio è direttamente proporzionale alla quantità di nicotina assorbita nel sangue: più sigarette si fumano e più ci sarà possibilità di contrarre il diabete di tipo 2. In chiusura del discorso, alla domanda “Quanto fa male la sigaretta elettronica rispetto a quella normale?” si può certamente affermare una serie di conclusioni collegate tra loro e chiarificatrici riguardo l’argomento. La risposta principale è che la sigaretta elettronica fa sicuramente meno male di quella classica, ma nonostante i processi chimici coinvolti risultino meno dannosi alla salute, la nicotina può comunque fungere da agente negativo e potenzialmente provocare la comparsa di malattie come diabete e ipertensione che sono solo alcune di quelle annoverate tra i rischi del fumo di sigaretta normale.