Arriva nelle sale il primo cinecomic dell’anno “Aquaman” il vero eroe di cui la DC comics aveva bisogno.
Tom Curry è il guardiano di un faro, amante del mare, Atlanna è la regina di Atlantide che è fuggita da un matrimonio combinato. Cosa può unire due mondi così lontani? Grazie alla nascita di un figlio, Arthur Curry. Però non puoi nasconderti per sempre,se il destino è già segnato, non puoi sottrarti.
Recensione di “Aquaman”
Storicamente ci sono due fazioni di supereroi: Marvel vs Dc. Se i primi, grazie anche all’arrivo di Disney, hanno avuto un saldo riconoscimento a livello mondiale, i secondi sono i fratelli minori che sono da sempre in competizione con quelli più grandi. Nonostante nel tempo hanno da sempre dimostrato di avere buoni prodotti, quello che è mancato alla Dc è il concetto di industria: sviluppare un prodotto a lungo termine, in modo da fidelizzare il pubblico. Il mondo Avengers di casa Marvel è sostanzialmente questo. Negli scorsi anni con “Justice League”, “Batman vs Superman”, “Suicide Squad” e “Wonder Woman” ci sono stati i primi segnali altalenanti a livello qualitativo ma cronologicamente in crescita. Con questo film si raggiunge un livello che auguriamo mantengano come tale nel corso degli anni.
Diretto da James Wan, questo nuovo Aquaman è, sino ad ora, il migliore Dc Comics da quando hanno deciso di competere con il mondo Marvel. Sebbene mantengano il loro stile un po’ dark,uno dei primissimi elementi che colpiscono lo spettatore è legato al personaggio di Arthur. Nonostante la maggior parte delle inquadrature strizza l’occhio al pubblico femminile (aggiungendo nei momenti in cui si gira dei jingle rock per esaltarne la bellezza) non c’è mai un’eccessiva sessualizzazione del personaggio ma fa emergere la morale e le buone intenzioni, piuttosto che il grande potere che ha per sconfiggere i cattivi.
Il film ha dei forti tratti ambientalisti, tanto da definirlo un cinecomic “green”, questo viene fuori in alcune frasi di Aquaman “La vita come il mare, trova il modo di unire le persone” e di salvare un sottomarino dall’attacco pirata: “Chiedi scusa al mare”. Queste parole restituiscono al mare una personalizzazione e ci ricordano l’importanza di un elemento come questo. Questo aspetto lo ritroviamo anche nelle motivazioni del cattivo che, oltre a un difficile rapporto col fratello, cerca di fare la guerra al genere umano: “perché ogni anno con i loro rifiuti tossici distruggono il mare”. Il racconto di questo aspetto è interessante tanto da essere una problematica sociale ad emergere per la prima volta in un film come questo per come viene raccontata.
Un altro elemento che ci ha colpito è legato alla sconfitta della figura maschile. I tempi stanno cambiando e la vecchia differenza tra uomo e donna non esiste più (per fortuna), quello che vogliamo sottolineare è che nonostante Aquamansia un eroe dai grandi pettorali e dalla forza sovraumana, di fronte alla madre e di fronte a Mera perde la sua forza, perché è fortemente legato a questi personaggi e a questi caratteri di cui purtroppo non possiamo parlarne troppo per non spoilerare il film. Questo emerge anche in tanti altri film di casa Dc e non solo, a farci capire il cambiamento dei nostri tempi e quanto la nostra società si stia evolvendo (lo abbiamo visto in particolare anche in “Batman vs Superman” dove gli eroi smettono di litigare una volta pronunciato il nome delle madri).
Non c’è cinecomic senza azione. Una delle basi di questo tipo di film ma soprattutto della filmografia di James Wan è proprio la spettacolarità di certe scene che rasentano le leggi della fisica ma, nonostante questo, non è assurdo per lo spettatore tanto da accettarlo e renderlo credibile.
Ci auguriamo che questo film faccia da trampolino di lancio per un nuovo universo Dc, per rendere una competizione con i Marvel sempre più accesa e divertente, permettendo al pubblico di dividersi ancor più nettamente di oggi.