Alzi la mano chi da bambino almeno una volta non si è divertito a veder volare i semi lati di quelli che in gergo comune vengono chiamati “soffioni”? Non tutti sanno che proprio quella piccola pianta erbacea è proprio il tarassaco comune (taraxacum officinale), impiegata spesso nella medicina olistica per la cura di diverse patologie. Nonostante le indubbie doti, non c’è una visione univoca riguardo i suoi benefici.
Trasacco si, tarassaco no? Gli appassionati di olistica si dividono da tempo in due scuole di pensiero, ovvero coloro che ne esaltano le virtù e coloro che invece guardano i possibili effetti collaterali che causa sul corpo umano, specialmente per la tiroide.
Ecco una panoramica relativa agli effetti nocivi, e quali sono i casi nei quali andrebbe proprio evitata.
Controindicazioni del tarassaco: quando evitarlo?
Il tarassaco, comunemente conosciuto con l’appellativo di Dente di Leone è una pianta che ha delle potenti proprietà antinfiammatorie per questo motivo è uno dei migliori alleati per chi soffre di alcune patologie al fegato. Le proprietà benefiche, non si trovano nel fiore, ma sono all’interno della radice contenente vitamine A,B,C,D, steroli, proprietà toniche e digestive, e numerosi altri sali minerali.Sicuramente nella tradizione fitoterapica, questa sostanza rappresenta un vero toccasana in molti casi, ma ci sono molte altre situazioni, in cui il suo utilizzo è fortemente sconsigliato in quanto può avere effetti nocivi.
Anzitutto il tarassaco è da abolire quando si soffre di gastrite, ulcera e calcolosi biliare, in quanto facendo parte delle piante amare è iperacido e questa sua caratteristica può creare diversi disturbi all’apparato digerente. Inoltre per la presenza di sali di potassio e un alto numero di flavonoidi, è una pianta fortemente diuretica che può contrastare l’azione di farmaci diuretici, quindi prima della sua assunzione è importantissimo che coloro che ne sono interessati consultino prima il parere del proprio medico. La sua composizione chimica, presenta un’elevata quantità di potassio, che in casi di patologie legate all’apparato cardiaco e renale , rappresenterebbe un nemico. Fra gli effetti collaterali di un consumo di tarassaco non controllato, si sono registrati un aumento di casi di allergia e problemi di acidità gastrica. Sicuramente è altrettanto fondamentale evitarlo nei casi di occlusione biliare, oppure nei casi di infiammazione. Per quanto riguarda la pelle, è stato attestato che un continuo e ripetuto contatto con l’epidermide può scatenare delle razioni allergiche non particolarmente piacevoli, per questo si consiglia di trattare il tarassaco con una protezione come dei guanti, oppure ridurre al minimo il contatto diretto.
E’ inoltre importante ricordare che l’assunzione di questa sostanza in concomitanza con dei FANS amari, con funzione ipoglicemizzante o diuretica può alterarne la funzionalità, altra cosa da tenere sott’occhio è la presenza di litio, in quanto questo elemento può aumentare per deplezione sodica dovuta all’effetto diuretico del tarassaco. Generalmente il dente di Leone, è sconsigliato anche per le donne in stato di gravidanza e in fase di allattamento.
Se assunto in un dosaggio corretto, il tarassaco non è soggetto a creare alcun tipo di disturbo collaterale. Come tutte le sostanze naturali, anche il tarassaco o dente di leone, deve essere inserito all’interno di una dieta equilibrata e sana, corollari di uno stile di vita attivo. L’assunzione di integratori alimentari deve essere tenuta sotto stretto controllo da parte del medico di base, al fine di valutare insieme il quantitativo esatto per le esigenze di ogni singolo paziente.
Effetti collaterali del tarassaco per la tiroide
Nel parlare degli effetti indesiderati del tarassaco, molto spesso si fa una liaison con dei disturbi alla tiroide. Questa ghiandola, il cui corretto funzionamento è fondamentale per la salute di ognuno, molto spesso può essere affetta da patologie da tenere sotto stretta osservazione grazie alle indicazioni del medico curante. A questa infatti sono legate importantissime funzioni, come l’aiuto a regolare la temperatura corporea, il ciclo mestruale ,assicura al corpo la trasformazione del cibo in energia, determina l’attività muscolare e cardiaca, determina il trasporto di elettroliti, e aiuta la sintesi delle proteine cellulari, insomma funzioni vitali per l’essere umano. Parlare di rimedi naturali, o “aiuti” a base di integratori naturali, molto spesso rende i medici più tradizionalisti estremamente contrari, anche se negli ultimi anni sempre più dottori stanno abbracciando l’opzione di prendere in considerazione, delle terapie che non rigettino del tutto soluzioni fitoterapiche. A questo proposito il dibattito tarassaco si, tarassaco no nei casi di tiroide mal funzionante, divide ancora la comunità scientifica in materia.
La maggior parte dei medici non è contraria all’assunzione del tarassaco, sopratutto sotto forma di tisana, anche nei casi di tiroide di Hoshimoto. Sembrerebbe infatti che secondo alcuni studi, le proprietà del tarassaco siano in grado di ridurre in maniera significativa i disturbi legati a questa patologia, combattendo la stitichezza da un lato e regolando l’attività intestinale dall’altro. Grazie inoltre agli effetti diuretici e antinfiammatori, è utile per contrastare i dolori articolari. L’utilizzo migliore e ottimale quelli di assumere 2 o massimo 3 tazze di tisana al giorno, preparata con 5 grammi di tarassaco e 250 ml di acqua bollente. Sicuramente il consiglio migliore è sempre quello di non eccedere per evitare di creare ulteriori problemi. Altra cosa da tenere a mente è quando si soffre di malattie di questa entità, una buona soluzione potrebbe essere quella di rivolgersi ad un terapista olistico, che grazie ad una conoscenza di questo mondo può mettere al corrente i pazienti dei reali effetti benefici di ogni integratore naturale che si vuole assumere.
Coloro che prendono medicinali contenenti ormoni per la regolazione della tiroide, devono fare attenzione anche alle modalità di assunzione del tarassaco. Infatti oltre che sotto forma di tisana, gli integratori presenti in commercio sono sotto forma di tintura madre, decotti oppure la formula più usata è quella dell’estratto a secco. A seconda della modalità scelta, la concentrazione di questa sostanza varia ed è importante per questo consultare un esperto per sapere qual’è la dose giusta per non avere degli effetti nefasti.